A(t)trazione animale: il cavallo nei campi. Francesco & Olga

La campagna brindisina in questo periodo splende di colori e ferve di attività. Lo si nota nel percorso che mi porta all’azienda agricola dell’antica Masseria San Paolo, a due passi da Tuturano, venti ettari di terreno ed oliveto dove il lavoro nei campi si svolge nel massimo rispetto delle remote e sempre valide tradizioni. Qui non si è mai smesso di lavorare la terra con il cavallo, come si faceva un tempo, arando, sarchiando e utilizzando questo straordinario animale per diverse attività agricole.
Mi accoglie Francesco Guglielmi, titolare dell’azienda, un caro amico dalla grande passione per ogni tipo di animale, nella sua piacevole ed ordinata azienda trovano posto numerose galline, dieci caprette, un asino, un pony, tre mucche e un vitello dispettoso, oltre a due splendidi cavalli, tra cui Olga, una bellissima puledra di due anni che ha preso il posto di Uccia, una cavalla da tiro ubbidiente venuta a mancare dopo ben ventotto anni. Olga era destinata alla macellazione, è stata salvata da Franchino che l’ha voluta nella sua campagna, dove ora scorazza libera tra i campi, e dove viene addestrata ai lavori agricoli con amore e parsimonia. Lei dimostra di saperci fare, ricambiando con tanto impegno l’affetto del suo padrone.
Lavorare la terra con la trazione animale, come si continua a fare in questa azienda da oltre vent’anni, significa accarezzarla rendendola più fertile, “si, perché quando il cavallo cammina sul terreno non lo compatta – mi spiega Franchino – lo massaggia e lo aiuta a respirare”. Sensibilità e passione è quanto traspare dalle sue parole, insieme al grande desiderio di tornare ad un’agricoltura sana, legata e rispettosa del territorio, che segue i ritmi della natura. Anche per questo la famiglia Guglielmi, tutti giovani sorridenti ed innamorati di agricoltura e ambiente, ha scelto di vivere qui sin dal 1991, dopo ben undici anni vissuti nel bolognese, nell’area agricola più importanti dell’intera nazione. I loro prodotti dell’allevamento sono infatti finalizzati esclusivamente alla soddisfazione del fabbisogno familiare, “devono essere per noi una garanzia di salute, così come lo sono i nostri prodotti agricoli” mi confermano.
Olga sembra ascoltare con interesse le parole del suo padrone, i suoi grandi occhi spesso mi osservano curiosi mentre strappa dal terreno un ciuffo di erba verde, la sua è un’alimentazione semplice, bilanciata, fatta prevalentemente di foraggio, avena e crusca, potenziata durante il periodo dei lavori e con tanto pascolo libero dalla primavera in poi. “E’ un animale docile, intelligente – mi ribadisce Franchino – ha imparato rapidamente le sue mansioni durante l’addestramento e li svolge disciplinatamente; c’è grande empatia tra noi”, lo si percepisce immediatamente. Il profondo legame tra l’equino e l’uomo, lo confermano diversi studi di etologi universitari, si consolida durante il tempo trascorso insieme ed è caratterizzato da un particolare scambio emotivo e di grande fiducia reciproca.
Quando deve lavorare, alla cavalla viene fatto indossare un comodo collare a spalla rigido ed imbottito, utile a distribuire lo sforzo di tiro su tutta la base del collo senza ostacolare la respirazione, al quale sono collegate le tirelle laterali, tutti i finimenti sono adeguatamente regolati in maniera da renderli meno fastidiosi possibili. Inoltre non viene adoperato il cosiddetto “morso”, è stata preferita la “serretta”, un attrezzo esterno che funge da “acceleratore” dall’animale e che lascia libera la bocca. Non si trovano in commercio con altrettanta facilità gli attrezzi agricoli per la lavorazione al terreno, come i vari tipi di aratri per trazione animale, infatti si utilizzano strumenti originali, antichi, solo gli erpici possono essere adeguati.
Alla Masseria San Paolo l’impiego dinamico del cavallo nella lavorazioni agricole così come si faceva un tempo, avviene essenzialmente nei campi coltivati ad ortaggi e nelle carciofaie, dove l’agilità del quadrupede, necessaria per passare in spazi ristretti salvaguardando le coltivazioni, non ha confronti con qualsiasi mezzo meccanico a motore: il cavallo riesce a fermarsi e a scansare gli ostacoli, mantiene un ottimo equilibrio, riesce a muoversi in spazi limitati e a reagire in situazioni particolari, basta il semplice comando della voce. L’animale inoltre viene utilizzato anche per il trasporto dei prodotti agricoli e ogni tanto per una passeggiata all’aria aperta.
Nei campi della nostra zona fortunatamente non è mai scomparsa la cultura della trazione animale, il lavoro delle generazioni precedenti è stato in buona parte conservato, infatti nel territorio compreso nel raggio di venti km oggi operano poco più di una trentina di contoterzisti che svolgono questo mestiere con i loro fedeli cavalli, anche nei vigneti, dove solo con l’azione del tutto meccanica dell’equino si riesce a smuovere il terreno alla base piante, mentre una trattrice non riuscirebbe mai ad ottenere lo stesso risultato. Secondo molte opinioni, il suolo di una vigna calpestato da zoccoli permette una resa qualitativa superiore, poiché la sofficità del terreno consente lo sviluppo di un eccellente apparato radicale e una migliore circolazione dell’aria e dell’acqua, essenziale nei processi chimici e biologici inerenti la nutrizione delle piante. Senza dimenticare la validità tecnico-economica ed ecologica derivante dal mancato utilizzo dei carburanti fossili. Un altro aspetto importante è il rapporto di complicità che si instaura tra l’uomo e l’animale, una simbiosi stupefacente fatta di gesti, movimenti e voce: il cavallo è il compagno di lavoro che viene sempre rispettato, il suo benessere è al primo posto, con lui si riscopre un mondo paziente, al passo lento e costante, un mestiere che si svolge in armonia con l’ambiente, dove non esiste la fretta. E di questa straordinaria ed intensa relazione anche la natura ringrazia.
Olga si lascia accarezzare sul collo e sulla testa, sento di esserle simpatico, nonostante la possenza che incute un certo timore; Franchino intanto mi dimostra la docile ubbidienza al comando della sua puledra dalla folta e bionda criniera, e mi racconta dell’inaspettata popolarità ottenuta su YouTube con un video di qualche anno fa mentre lavorava con Uccia, un documento che ad oggi ha ottenuto più di 26.700 visualizzazioni, nel quale spiega i notevoli vantaggi che si raggiungono nel lavorare la terra con il cavallo.
Dopo aver espresso gratitudine per la squisita ospitalità offerta dalla famiglia Guglielmi, ho deciso di non tornare in città per scrivere questa nota, ma di fermarmi nel dolce silenzio dell’aperta campagna, all’ombra di un albero, tra il profumo dei fiori ed il canto degli uccelli, dove ho cercato di mettere su carta queste bellissime sensazioni. Grazie Franchino, grazie Olga per avermi fatto tornare indietro negli anni non senza emozione, quando il mio papà aveva un bellissimo cavallo da tiro dallo straordinario mantello morello.