Avventure in mezzo al mare raccontate da un brindisino

di Gianfranco Perri per IL7 Magazine

Domanda: «Brindisi è ancora una città di mare? Oppure è solo una citta sul mare?» Risposta: «Brindisi è stata da sempre una città di mare e per sempre lo sarà. Magari, sono i brindisini che furono gente di mare e che oggi forse non lo sono più tanto».
A formulare la domanda: Giacomo Carito, il presidente della Sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia; ad essere sollecitato a dare la risposta: Marcello Cafiero, l’amico, l’avvocato, l’autore del libro “La prima traversata del Fanfulla… e altro”. Due brindisini doc!
Lo scenario: la sala convegni del ‘Coliving Nettare’ in via Giudea, ore 18 di giovedì 31 maggio, in occasione della presentazione, dettagliatissima da Antonio Mario Caputo, del libro di Marcello Cafiero, in un’atmosfera amena e gremita di tantissimi brindisini e brindisine.
Sulla predella anche Giorgio Sciarra e Giuseppe Marzano ‘Pippi l’inseparabile compagno di navigazione’, coprotagonisti di quella ‘prima traversata’ del Fanfulla: il gozzo cabinato in legno a poppa tonda lungo quasi sette metri, fatto costruire nel 1968 dal Dr. Antonio Maffei e da questi finalmente venduto al ‘sognatore’ Marcello Cafiero che, con già alle spalle svariati anni di mare su varie sue barche e barchette, nel 1976 ne divenne orgoglioso comandante armatore.
Le cento pagine del libro di Marcello Cafiero, corredate da cartine e da tante belle fotografie, non solo raccontano con una grande leggerezza di stile e con meticolosa precisione il viaggio in mare – luglio 1977 – di andata da Brindisi fino all’altra sponda – quella greca – e ritorno, ma trasmettono al lettore – specialmente se brindisino e se nato qualche decennio fa – sensazioni e atmosfere passate e pur ancora presenti e perfettamente immaginabili da chi per mare c’è andato e, forse, persino da chi non lo ha mai fatto.
Marcello, infatti, con questo suo libro, con questo suo bel racconto, agile e intriso di un’ironia spontanea e divertente, trasmette, sottilmente ma incisivamente, il senso della bellezza genuina: quella del mare, del pescare, dell’andar per mare, dello scoprire e… anche quella dell’essere ‘gente di mare’ e dell’essere amici.
Prima, da Brindisi a Otranto, dalla mattina avanzata al tramonto; poi – con decisione maturata all’improvviso ed all’unisono dai tre – da Otranto a Othoni, l’isola greca più vicina, a 42 miglia in direzione est-sud est, raggiunta dopo 9 lunghe ore di navigazione, dalle 23 fino all’alba molto inoltrata del giorno dopo, alternando l’impeto e l’entusiasmo alla preoccupazione e persino allo sconforto e alla depressione, tra i continui dubbi sulla rotta da seguire e sulla stessa convenienza o meno di continuare a perseguire la meta prefissa, senza carte nautiche e senza neanche strumenti – seri – di navigazione. E dopo Othoni, ecco Erikousa, la seconda delle tre isole Diapontie – la terza, Matraki, la si toccò sulla via del ritorno – quindi Corfù e ancora, Yogumenizza e Cassiopi.
Ma non sono certo le pur suggestive tappe geografiche a costituire gli aspetti centrali del racconto: il veramente bello ed i protagonisti veri che s’impongono nella lettura del libro di Marcello, sono le tante sensazioni che vanno emergendo con le ore e i giorni in mare, gli incontri improvvisi e naturalmente imprevisti con i vari personaggi peculiarissimi che s’incontrano, le battute di pesca, i momenti conviviali e… la serenità e l’allegria dell’andar per mare, dell’andar con amici.
Non è qui il momento di citare o commentare gli interessanti dettagli e i tanti divertenti aneddoti contenuti nelle cento pagine scritte da Marcello Cafiero, alternati con le stimolanti descrizioni e le velate riflessioni dell’autore, nonché completati con opportuni richiami storici relativi all’intrecciato plurimillenario avvicendarsi di viaggi, conquiste, scambi, scontri, incontri, lotte e alleanze tra queste due sponde adriatiche. È invece il momento di raccomandare di leggere questo bel libro a tutti i brindisini: ai meno giovani per ricordare rivivere e riassaporare, ai più giovani per scoprire ed imparare ad apprezzare il bello e l’importanza di essere nati in una città di mare e, magari, far loro desiderare di tornare ad essere ‘gente di mare’.