Bari: al Di Venere innovativa tecnica mininvasiva per asportare i tumori gastro-intestinali

Esiste una terza via veloce ed efficace alternativa alla chirurgia, quando le convenzionali tecniche endoscopiche non sono utilizzabili per asportare piccoli tumori gastro-intestinali. Si chiama FTRD System (Full Thickness Resection Device) ed è un nuovo dispositivo endoscopico ideato per asportare “a tutto spessore” lesioni tumorali o pretumorali localizzate a livello dello stomaco, duodeno, colon e retto. Già da qualche tempo, nell’Ospedale “Di Venere” di Bari, l’unità operativa Screening Colon Retto Endoscopia Digestiva, guidata dal dott. Alessandro Azzarone, ha sperimentato e affinato con buoni risultati l’impiego di questa innovativa tecnica mininvasiva che, di fatto, evita gli effetti molto più profondi della chirurgia classica, come ad esempio la resezione del colon.
«Questa procedura – spiega Azzarone – consente la possibilità di resecare, nel corso di una normale gastroscopia o colonscopia, tutti gli strati della parete gastro-intestinale (mucosa, sottomucosa, muscolare e sierosa), altrimenti non asportabili mediante le “convenzionali” metodiche endoscopiche e, nello stesso tempo, evitando il ricorso alla più impattante chirurgia tradizionale che richiede un’ospedalizzazione più lunga ed è gravata da più frequenti e serie complicanze, con un tempo di convalescenza significativamente maggiore».
L’utilizzo della resezione endoscopica a tutto spessore è particolarmente indicato per formazioni tumorali o pretumorali di ridotte dimensioni che interessano gli strati più profondi della parete gastro-intestinale (quelli al di sotto della mucosa), così come per formazioni tumorali o pretumorali originate su una mucosa cicatriziale, che ha quindi perso la sua naturale elasticità (ad esempio i polipi che recidivano sulla cicatrice di una pregressa polipectomia) e/o lesioni primitive intestinali.
La procedura di resezione endoscopica a tutto spessore prevede che il paziente venga sottoposto a una normale gastroscopia o colonscopia. Sulla punta dello strumento endoscopico viene montato il sistema FTRD, che si presenta come una sorta di largo cappuccio di plastica. Una volta individuata la neoformazione bersaglio, questa viene afferrata con una pinza e portata all’interno del cappuccio di plastica insieme a tutti gli strati di parete intestinale sottostanti e sovrastanti. A questo punto, il sistema consente di rilasciare una clip metallica alla base della neoformazione e di resecarla in completa sicurezza a tutto spessore, pronta per la successiva analisi istologica.
«Nel nostro centro – sottolinea Azzarone – la procedura viene solitamente eseguita nel corso di una breve degenza, 1 o 2 giorni, a scopo precauzionale e osservativo. A seconda del tipo di procedura e delle caratteristiche del paziente si adoperano diversi livelli di sedazione, con l’ausilio di un medico anestesista. La procedura ha una durata variabile da 30 minuti a poco più di un’ora e prevede una convalescenza molto breve, non diversa rispetto a quella di un tradizionale esame endoscopico operativo ed evita un intervento chirurgico con i rischi e le conseguenze funzionali ad esso correlato».
Senza Colonne è su Whatsapp. E’ sufficiente cliccare qui  per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati
Ed è anche su Telegram: per iscriverti al nostro canale clicca qui</a