
È stato avviato lo scorso venerdì 17 gennaio, con i primi tre pazienti, “Colon al sicuro”, un progetto di ricerca approvato dal Consiglio regionale nel luglio del 2023 e con uno stanziamento di 400 mila euro, per diagnosticare precocemente il tumore al colon con un semplice esame del sangue.
L’iniziativa è aperta a 2mila pazienti con prescrizione di colonscopia, arruolati su base volontaria, ai quali è effettuato un prelievo di sangue da analizzare e da comparare con gli esiti della colonscopia, così da verificare la precisione diagnostica.
L’obiettivo è quello di sperimentare l’efficacia di un test di primo livello più immediato e specifico, come quello attraverso un prelievo di sangue, superando quello più complicato e aspecifico del sangue occulto nelle feci.
I referenti del progetto sono i dottori Alessandro Azzarone e Marcello Chieppa, rispettivamente direttore dell’Endoscopia Digestiva dell’ospedale Di Venere di Bari e docente di Patologia Generale all’Università del Salento.
L’ipotesi della ricerca attiene all’utilizzo del sangue per individuare e validare un pannello di biomarcatori associati alla presenza di lesioni pre-cancerose o cancerose nel colon.
Il progetto di ricerca, quindi, potrebbe rilevarsi idoneo a determinare, ove concluso con successo e secondo tutte le regole della sperimentazione, anche la sostituzione del test di primo livello sul sangue occulto nelle feci (SOF), così da assicurare una maggiore precisione nell’eleggibilità al più complesso approfondimento diagnostico a mezzo di colonscopia. Il test SOF, infatti, ha caratteristiche aspecifiche, ben potendo registrare un esito positivo causato da motivazioni benigne e quindi diverse dalle lesioni cancerose.
Le modalità esecutive dello screening del CCR in Puglia prevede l’invio di un invito a recarsi alla farmacia di riferimento territoriale per ritirare il kit per l’esecuzione della ricerca del SOF e quindi riconsegnare alla stessa farmacia la provetta adeguatamente utilizzata. Il soggetto SOF è successivamente contattato telefonicamente ed invitato ad eseguire, se idoneo, la colonscopia come esame di approfondimento di II livello con l’obiettivo di evidenziare l’eventuale presenza di polipi o lesioni tumorali nell’intestino e rendere possibile la prevenzione e/o una più efficace e tempestiva cura.
L’obbiettivo della ricerca proposta è individuare uno o più biomarcatori che si correlino con la presenza di formazioni precancerose o con la diagnosi di lesioni neoplastiche avanzate. Un tale auspicabile riscontro permetterebbe di avere a disposizione indagini non invasive con una alta sensibilità e specificità e quindi in grado di meglio selezionare il target della popolazione da sottoporre a colonscopia. Ciò contribuirebbe ad ottenere una maggiore appropriatezza prescrittiva endoscopica non solo nei programmi di screening, ma anche nelle prescrizioni ambulatoriali con conseguente abbattimento delle liste d’attesa ed indubbio vantaggio anche economico.
Inoltre, il progetto prevede la valutazione di numerosi parametri legati allo stile di vita (abitudini alimentari, livello di attività fisica, abitudine al fumo), in modo da evidenziare eventuali fattori di rischio e/o fattori confondenti che possono determinare poi falsi positivi/negativi nelle analisi lipidomiche e metabolomiche.”