Boschetto Scaracci, la casa dei sugheri giganti

di Doriana Calò

Il 30 Aprile scorso, presso la Sala Flora di Palazzo Imperiali sita in Latiano, si è tenuta una conferenza dal tema “Bosco Scaracci-Un’area da Salvare”, iniziativa organizzata dal “Collettivo di Ricerca Culturale” e patrocinata dall’Amministrazione Comunale alla quale hanno partecipato il sindaco, Cosimo Maiorano ed altre figure istituzionali.
Il tema della serata è stato il Boschetto Scaracci – situato a nord di Latiano subito dopo la Masseria Marangiosa – , uno dei tanti patrimoni del territorio, non lontano dall’omonima Masseria Scaracci di proprietà della famiglia Margherita che lo assistono con grande cura da circa vent’anni facendo in modo che il bosco possa rigenerarsi.
Cinto da muretti a secco, il boschetto – di circa quattro ettari – è caratterizzato dalla presenza di Querce da sughero (Quercussuber) – la più grande quercia da sughero, secondo alcuni esperti venuti da fuori, ha una circonferenza pari a sei metri circa e sarebbe tra le più grandi, se non la più grande, della Regione come dimensione.

La monumentale “Sughera” si erge fra i lecci, le roverelle, la fitta macchia mediterranea del sottobosco e alcune vore (aperture naturali nel terreno la cui funzione è quella di drenaggio delle acque piovane verso le falde sottostanti), le quali, pur costituendo una caratteristica fondamentale della geomorfologia territoriale, impongono al visitatore un’attenzione particolare durante la sua passeggiata nel bosco.
Per le sue caratteristiche naturali e per la sua biodiversità il bosco può diventare un punto di riferimento per le varie realtà educative presenti sul territorio. Un esempio è quello della scuola media dell’Istituto comprensivo Cappuccini di Brindisi. Grazie ad alcune sofisticate fototrappole installate vicino alla tana di una volpe gli alunni di questa scuola hanno condotto una fantastica ricerca curriculare che ha messo insieme materie come Scienze ed Epica Naturalistica. Artefice di questo progetto il Prof. Giuseppe D’Ambrosio – professore di lettere e curatore del laboratorio di scienze “LifeLab” –.

Sono tante le scolaresche che ogni anno visitano il bosco sotto la guida attenta di un esperto d’eccezione, Claudio Santoro esperto del territorio,che conduce i bambini in un percorso fatto nella natura ma anche nella memoria di un luogo magico, ricco di tradizioni e di antiche testimonianze. In questo anno scolastico a visitare il bosco sono stati gli alunni delle seconde elementari dell’Istituto Comprensivo di Latiano guidati dalle loro maestre. I ragazzi hanno potuto ammirare i caratteristici elementi botanici e, osservando la flora tipica della macchia mediterranea, hanno elaborato in classe dei lavori a tema, lavori che si possono ammirare nella mostra dal titolo “Un BOSS (Boschetto Scaracci) da salvare” a cura della Maestra Raffaella Gioia.
Anche se – ancora per poco si spera – non molto conosciuto, Bosco Scaracci ha incantato coloro che lo hanno visitato. Tra i primi a occuparsi del boschetto è stato il Prof. Tiziano Fattizzo. Ne studiò le specie botaniche spontanee, la biodiversità della flora e della fauna, 20 anni fa ne fece un libro dal titolo “Il Boschetto Scaracci – Un’area da salvare a Latiano” per documentare un’area dalle potenzialità naturalistiche straordinarie. Un libro che voleva essere anche un grido di allarme per la flora e la fauna di un bosco che, nonostante tutti gli sforzi dei proprietari, rischiava di andare in fumo a causa degli innumerevoli incendi che puntualmente lo devastavano.

“ Il nostro obiettivo – spiega Giovanni Palma presidente del Collettivo di Ricerca Culturale – non solo è quello di far conoscere questa meravigliosa realtà che è il Bosco Scaracci e, siccome non rientra tra i boschi che in qualche modo devono essere protetti – in quanto ci sono delle leggi regionali e statali a riguardo che permettono questo – stranamente non ne fa parte, quindi il primo obiettivo è questo, farlo rientrare nella lista protetta proprio per la presenza, appunto, della Sughera secolare. Ci piacerebbe anche – continua Palma – che si inneschi un meccanismo di collaborazione tra la famiglia Margherita che ha ereditato il bosco e che lo cura, l’Amministrazione Comunale e l’aiuto di altre associazioni di volontariato affinché questo posto possa essere fruibile ancora di più rispetto a come lo è adesso. Basterebbe creare dei sentieri, porre dei segnali per spiegare il tragitto e la presenza di determinata vegetazione e magari, perché no, anche delle guide”.
Per dare continuità al progetto, nelle prossime settimane verrà organizzata una giornata dedicata alla pulizia della zona circostante il bosco con l’aiuto dell’Amministrazione Comunale, della Monteco e delle associazioni che vogliono dare una mano. “ Inoltre – dichiara sempre Giovanni Palma – proveremo a raccogliere dei fondi per la messa in sicurezza del bosco, per l’eliminazione di barriere architettoniche, per una cartellonistica più adeguata e per l’installazione di un sistema di video-sorveglianza non per gli Animali ma per gli Umani che vanno a buttare i rifiuti”.