Centro per bimbi autistici, laboratori e orti urbani: rivivono i capannoni ex Saca

di Lucia Pezzuto per IL7 Magazine

Un centro ricreativo per bimbi autistici, un laboratorio dedicato alla cultura della Dieta Mediterranea e una serie di orti didattici e urbani che coinvolgano bambini e adulti, quattro progetti per riqualificare i vecchi capannoni ex Saca, uno scempio nel cuore del parco del Cillarese a Brindisi. I soldi necessari per realizzare il nuovo volto del parco sono stati finanziati direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso una bando dedicato alla riqualificazione urbana e alla sicurezza delle periferie. I capannoni ex Saca sono due strutture fatiscenti, che in altre condizioni avremmo considerato un esempio di archeologia industriale. Queste strutture nascono con la Società Anonima Cantieri d’Aeroporto, era il 1934.
I capannoni in via Provinciale San Vito ospitano il cantiere meccanico della società che realizza parti meccaniche per le costruzioni dei velivoli aeronautici, navali e ferroviari. Con l’andare degli anni restano inutilizzati, il Comune di Brindisi li acquisisce ma non sa cosa farne sino a due anni fa quando il primo giugno del 2016 la Presidenza del Consiglio dei Ministri indice una procedura di selezione per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni di provincia.
In particolare sarebbero state favorite le partecipazioni all’attuazione dei progetti da parte di altri soggetti pubblici e privati. I progetti di selezione avrebbero riguardato la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo, intendendo come periferie le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza dei servizi.
In pratica il bando disegna quello che è lo stato dei luoghi intorno ai capannoni ex Saca, un pugno nell’occhio in uno dei polmoni verdi più grandi della città di Brindisi, per lungo tempo ricettacolo dei senza tetto e di gang di ragazzi in cerca di spazi. Con l’apertura del parco le aree sono state recintate e rese inaccessibili, se non altro perchè le strutture oramai invase dai rovi e pericolanti, costituiscono un serio pericolo per chiunque vi abbia accesso.Il Comune così, due anni fa, candida l’area del Cillarese zona ex Saca. Nella proposta progettuale il Comune fissa una serie di obiettivi legati proprio alla rivalutazione dei capannoni, ossia: manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione del Capannone n.1 per la realizzazione di nuovi modelli per il welfare urbano compreso l’erogazione di servizi sociali, culturali, educativi e didattici; manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione del Capannone n.2 per la realizzazione di laboratori dedicati alla cultura agricola ed alimentare dei paesi del mediterraneo; a questi si aggiungono le aree verdi per la realizzazione di progetti e dello sviluppo urbano ecosostenibile, ad esempio orti didattici, orti urbani, agricoltura sociale.
Il progetto preliminare è stato redatto dall’architetto Antonio Bruno al quale successivamente è stato affidato anche quello definitivo di uno dei due capannoni. Contestualmente è stata sottoscritta anche l’intesa con l’azienda sanitaria locale per l’attivazione e la gestione delle attività, stessa cosa per la Fondazione della Dieta Mediterranea con la quale è stato siglato un accordo. Il 6 dicembre del 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato la graduatoria del bando destinato alla riqualificazione urbana e alla sicurezza periferie, la proposta progettuale del Comune di Brindisi è stata scelta e inserita tra quelle destinatarie di importanti risorse.
Quasi 18milioni di euro sono stati assegnati a Brindisi, per la precisione 17.482.071,68 euro, denaro con il quale capannoni e aree verdi potranno ritrovare una destinazione d’uso. Il Comune di Brindisi cofinanzia il progetto con un mutuo già contrattato di 600mila euro. La Convenzione tra Consiglio dei Ministri e Comune di Brindisi è stata perfezionata lo scorso 11 aprile. I tempi per realizzare i progetti definitivi , aprire i cantieri e realizzare le opere sono ristretti ma lo staff delegato ha assicurato che i termini saranno rispettati ed entro il 2020 il parco del Cillarese cambierà volto.
I quasi 18milioni di euro saranno spalmati su quattro distinti progetti, tre dei quali saranno affidati con un apposito bando che dovrebbe essere indetto entro l’estate mentre il quarto è già stato assegnato all’architetto Antonio Bruno. Gli importi saranno così distribuiti: 4.923.771,67 euro per la rifunzionalizzazione del capannone ex Saca n.1 che diventerà un centro ambulatoriale per disturbi dello spettro acustico; 10.140.000,00 euro (questo di fatto è l’intervento più cospicuo) per il capannone ex Saca n.2 che sarà utilizzato per realizzare dei laboratori dedicati alla cultura agricola e alimentare dei paesi del Mediterraneo ( qui ci sarà la partecipazione attiva della stessa Fondazione della Dieta Mediterranea); 768.300,00 euro per la realizzazione di orti didattici sull’area prospiciente i due capannoni; 1.650.000,00 euro per la realizzazione di orti urbani su di un’area che si trova in fondo al parco, scendendo verso l’invaso del Cillarese.
La procedura di realizzazione dei progetti è sotto gli occhi della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha istituito un sistema di monitoraggio e che scandisce i tempi e crono programmi. Si procede per singoli interventi ma una commissione, lo staff/progetto, del Comune di Brindisi controlla e coordina a sua volta ogni operazione. Anche un semplice errore nelle procedure potrebbe costare caro al Comune che in caso contrario perderebbe il cospicuo finanziamento. Così entro l’estate i singoli progetti saranno affidati attraverso un apposito bando a soggetti singoli o associazioni che saranno in grado di sviluppare le idee sino a questo momento solo abbozzate.
All’inizio del 2019 saranno aperti i cantieri e entro il 2020 quello che oggi è solo un’idea progettuale dovrebbe essere realtà . In tutto questo tuttavia manca un tassello importante dal quale non si potrà prescindere ossia la gestione. Attualmente il Comune di Brindisi non ha un’idea su chi e come potrebbe gestire tanto il centro ricreativo quanto i laboratori. I quattro progetti potrebbero restare delle scatole vuote se non si trovasse un modello di gestione in grado anche di creare economia, quel tanto sufficiente a coprire le spese e l’investimento. “Ci penseremo quando sarà il momento- dicono dal Comune- anche per la gestione si farà un apposito bando e saranno scelte le soluzioni che meglio sapranno interpretare le esigenze dei progetti che nel frattempo saranno stati realizzati”.