Churchill a Brindisi per tre volte con la Valigia delle Indie

Tra il 26 di luglio e il 2 agosto del 1897, nella Swat Valley – attuale Pakistan – sul confine tra l’India britannica e l’Afganistan, una tribù Pashtun il cui territorio era rimasto a cavallo di quel confine insorse contro le forze inglesi d’occupazione e, guidati dal fachiro Saidullah, 10.000 guerriglieri assediarono i presidi delle guarnigioni inglesi di Malakand che, se pur a stenti, riuscirono a resistere durante quei sei giorni fino all’arrivo delle tre brigate inglesi che erano state inviate al loro riscatto agli ordini del generale Sir Bindon Blood, il quale in poco più di due mesi provvide a domare del tutto la ribellione. La notizia di quella rivolta rimbalzò immediatamente fino a Londra dove la new fu diramata dalle prime pagine dei principali giornali il 28 luglio.
Winston Churchill non aveva ancora compito 23 anni e da solo qualche anno – dal dicembre 1894 – aveva completato i suoi studi nel Royal Military College at Sandhurst da cui era uscito con il grado di sottotenente di cavalleria ed era stato assegnato al 4° Ussari della Regina, in Hounslow, una guarnigione sita a ovest di Londra. Nel settembre del 1896 era stato inviato con il suo reggimento in India, che aveva raggiunto il 4 ottobre dopo 23 giorni di navigazione sulla SS Britannia coprendo la rotta Southampton-Bombay. Però, in quel fine luglio 1897, già da qualche settimana – dopo essere stato in vacanza a Roma – Churchill era a Londra completando la licenza premio che in India si era guadagnato per meriti sportivi: era un eccellente giocatore di polo a cavallo.
Al leggere la notizia della ribellione Pashtun, il giovane ed irrequieto Churchill, sempre ansioso di sperimentare quanto di più eccitante gli riuscisse di poter concretizzare, ricordò benissimo quando all’incirca un anno prima, conosciuto in un evento sociale proprio quel generale Blindon Blood, era riuscito a strappargli la promessa di, qualora fosse stato incaricato di una qualche missione di guerra, portarlo con sé al fronte.
A quel punto, senza tergiversare neanche per un momento, Churchill inviò un telegramma al generale Blood ricordandogli quella promessa e chiedendogli di chiamarlo a partecipare alla missione. Quindi, pur non avendo ricevuto risposta alcuna dal generale, in 48 ore, rinunciando alle due restanti settimane della sua licenza, abbordò il treno che il venerdì 30 di luglio partiva dalla Charing Cross Station di Londra per Brindisi: era l’Indian Mail Train, il treno della Valigia delle Indie. [Churchill a biography di Roy Jenkins, New York 2002]
“Io semplicemente abbordai il treno per Brindisi; e lo abbordai con il mio migliore animo, nonostante fosse la stagione più calda dell’anno e sapessi bene che il mar Rosso già doveva star bollendo, e che i grossi ventagli di piume dondolati avanti e indietro dagli incaricati nei saloni da pranzo affollati del piroscafo mi avrebbero agitato tutt’intorno l’aria maleodorante a cibo caldo. Ma il pensiero di tutti quei disagi fisici che mi attendevano non era nulla al confronto della mia ansia di andare.” [My early life 1874-1904 di Winston Churchill, London 1930]
Il viaggio in treno da Londra a Brindisi sarebbe durato le 43 ore stabilite e giunto Brindisi, lo avrebbe aspettato il piroscafo della Peninsular and Oriental Steam Navigation Company che già da vari anni in servizio regolare, settimanalmente e puntualmente ogni domenica salpava per Bombay. E, magari, lo avrebbe anche aspettato all’ufficio postale presso il Great Eastern India Hotel di Brindisi, l’ansiata risposta del generale Bindon Blood. Non fu così, quel telegramma non c’era ad aspettarlo, ma dopo qualche ora trascorsa a Brindisi, Winston Churchill s’imbarcò ugualmente – sul piroscafo Rome – per Bombay: era il 1° agosto del 1897, domenica.
Il piroscafo inglese Rome di 5.010 tonnellate e lungo 131 metri, prestò servizio durante molti anni per la famosa Valigia delle Indie. Era stato varato il 14 maggio 1881 ed aveva una capacità passeggeri di 168 in prima classe e 146 in seconda, mentre la capacità cargo era di 3.731 metri cubi. Nel settembre del 1894 aveva trasportato proprio sulla rotta Brindisi-Bombay, Lord Victor Bruce conte di Elgin, appena nominato viceré dell’India.
L’ansiato telegramma del generale Blood non c’era ad attendere Churchill neanche allo scalo di Aden – attuale Yemen – ma a Bombay il 20 agosto si: “molto difficile, non ho un posto libero da assegnarti, vieni su come corrispondente di guerra e poi vedrò come sistemarti. B.B.” E così fu: da Bombay, e dopo 36 ore di treno, il 24 agosto Churchill si presentò a rapporto dal suo comandante in Bangalore e il 2 settembre, ottenuto il necessario permesso, dopo altri 5 giorni di viaggio in treno raggiunse la base del generale Blood, e poté così partecipare in prima linea alla campagna della Task Force del Malakand, in qualità di corrispondente del Daily Telegraph. [The Story of the Malakand Field Force: an episode of frontier war di Winston Churchill, London 1898]
Anche per la terza – e ultima – volta in cui Winston Churchill si recò in India, la rotta che seguì fu quella del treno fino a Brindisi, poi della nave fino a Porto Said in Egitto e prosecuzione fino a Bombay, sempre via mare: partì da Londra il 30 novembre 1898 e da Brindisi il 2 dicembre. Per Churchill – che nel mentre aveva partecipato, nuovamente da volontario e nuovamente da corrispondente di guerra in prima fila, alla famosa carica di cavalleria a Omdurman il 2 settembre 1898 nel corso della campagna del Sudan – si trattò di un viaggio, se pur meno ansiato, certamente molto più rilassato del precedente: la meta principale in cuor suo era infatti – legata alla sua grande passione per il polo a cavallo – quella di partecipare con la squadra del suo 4° Ussari della Regina al torneo inter-regimentale in programma per il febbraio 1899 a Meerut, vicino Delhi.
Da Brindisi, quella volta, salpò con il piroscafo Osiris e in India si trattenne due mesi, fino a metà marzo 1899. Il piroscafo inglese Osiris di sole 1728 tonnellate e lungo 91 metri era nuovo, varato il 6 giugno 1898 con una capacità passeggeri di soli 78 tutti in prima classe e con una ridotta capacità cargo. Era stato specialmente commissionato dalla Peninsular and Oriental Steam Navigation Company per effettuare un servizio espresso tra Brindisi e Porto Said, praticamente un servizio shuttle: il 18 ottobre del 1898 aveva completato il percorso Brindisi-Porto Said di 1.600 Km in sole 26 ore e 49 minuti. La durata dell’intero viaggio tra l’Inghilterra e l’Egitto si riduceva a soli 4 giorni invece dei 12 giorni necessari per farlo, come da tradizione, tutto via mare.
Per il rientro a Londra – dopo aver vinto quel suo ultimo torneo di polo a cavallo – il viaggio di Churchill, intrapreso da Bombay dopo aver già maturato l’intenzione di lasciare la carriera militare per intraprendere quella politica, incluse una sosta di un paio di settimane al Cairo prima di riprendere mare su una piccola imbarcazione francese che lo portò a Marsiglia, per poi da lì raggiungere Londra a metà aprile di quel 1899. Anche al ritorno dall’India nel suo precedente viaggio – quello in cui aveva partecipato alla campagna di Malakand – Churchill, nel giugno del 1898 fece breve sosta al Cairo per perorare la sua partecipazione alle operazioni militari in Sudan e poi, via Marsiglia, raggiunse Londra agli inizi di luglio. Nel primo viaggio invece, quello in cui nel 1896 con il suo regimento era partito con la SS Britannia, quando ottenuta la licenza premio rientrò a Londra, molto probabilmente lo fece via Brindisi, visto che in quel maggio 1897 racconta aver trascorso a Roma quindici giorni da turista prima di raggiungere Londra. [My early life 1874-1904 di Winston Churchill, London 1930]
I tre qui raccontati, furono gli unici viaggi di Winston Churchill in India, come tre furono le volte in cui Churchill vide Brindisi: quelle due volte quando s’imbarcò sui piroscafi della Valigia delle Indie e quell’unica volta in cui, proveniente dall’India, vi sbarcò per recarsi a Roma prima del rientro a Londra.