di Giancarlo Sacrestano per IL7 Magazine
C’è una tempistica tutta da indagare, per capire il perchè “Fondazione Etica”, una fondazione nazionale riconosciuta, indipendente e no–profit abbia diffuso sul più noto quotidiano nazione, solo il 15 maggio scorso, la notizia di aver dato alle stampe, nel 2017, il suo report sulla efficienza della pubblica amministrazione, con dati analitici che risalgono al 2014. Tra le città campione prese in considerazione, Brindisi, che viene perlustrata attraverso un complesso sistema di lettura delle azioni compiute dalla macchina amministrativa del Comune.
La fondazione si occupa da anni e prevalentemente di innovazione nel sistema pubblico e nelle politiche sociali. E in particolare di: innovazione nella pubblica amministrazione (in particolare, rating e benchmarking, smart cities, e-government, foia, open-data), spending review (in particolare, monitoraggio della spesa pubblica). Le pagelle date alle città, sono puntuali e possono diventare vero strumento di controllo per chi si vuole misurare, al di fuori della confusa dialettica politica, ridotta a costante proclamazione elettorale, come e dove correggere il tiro per equilibrare i conti della cassa comune.
Sono sei le aree d’indagine: Economico-finanziaria; governance; gestione del personale; rapporto con i cittadini; rapporto con le imprese fornitrici; area ambientale.
Chi volesse confrontarsi con la gran mole di dati, può farlo studiando il volume: “Come rendere efficienti e trasparenti le Pubbliche Amministrazioni – Primo Rapporto sui Comuni italiani”, Rubbettino Editore, 2017.
Il Report è il primo Rating Pubblico, ovvero uno strumento di valutazione e misurazione della trasparenza, integrità e performance delle Amministrazioni Pubbliche, locali e nazionali, creato sulla base metodologica degli Indici Esg in Borsa. La sua innovatività rispetto ai modelli di valutazione esistenti consiste nei seguenti punti: non necessita della collaborazione delle Amministrazioni al processo di valutazione, adotta il punto di vista degli stakeholders, recepisce le disposizioni normative degli ultimi anni (in particolare il d.lgsl.33/2013 e le leggi anticorruzione), misura i dati sia qualitativi che quantitativi della performance pubblica, contribuisce a prevedere il rischio di default, contribuisce a prevenire il rischio corruzione, favorisce il coinvolgimento dei cittadini.
Non lo sapevamo, ci siamo “scrafazzati” le cervella, i cuori e i polmoni, per una navigazione a vista, quando invece la nostra città è stata monitorata, diventata soggetto di studio e nessuno (forse) sa come e dove modificare l’azione di guida della – non percepita, brillantissima – macchina burocratica del Comune Capoluogo.
Esisteva in un qualche dove, chi poteva fornire un supporto operativo alla macchina amministrativa
per far fronte ai numerosi adempimenti normativi su trasparenza, efficienza, anticorruzione e che persino sarebbe stato capace di avviare un modello per promuovere processi partecipativi più maturi dei cittadini!
Dalla lettura della gran mole di dati, colpisce quello relativo all’ultimo posto in graduatoria di Brindisi, in ordine al rapporto con i fornitori.
In questo ambito, trasparenza significa che gli interessati sono messi in grado di trovare risposta a queste poche e semplici domande: Quante sono le forniture, i lavori e le prestazioni professionali che il Comune assegna con procedura di affidamento diretto e quante quelle con gara di appalto?
Negli appalti ricorrono nomi di imprese aggiudicatarie con una insolita? Le imprese fornitrici vengono pagate nei tempi previsti? L’Autorità Nazionale Anti-Corruzione ha riscontrato irregolarità? Tra le città campione, occupa l’ultimo posto, ma il dato più allarmante è quello relativo all’assenza dalla classifica dei tempi di pagamento delle forniture. Semplicemente non è classificata. L’ultima in classifica, Potenza, supera i 340 giorni.
L’opacità del rapporto è sostenuto anche dalle altre voci, come quella relativa agli interventi dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, di cui Brindisi non offre contezza.
Per ultimo, ma non per importanza, il dato relativo alla gestione del rapporto col personale e le consulenze. A Brindisi si spende il 2,55% del costo generale del personale, in corrispettivi per consulenze. Il valore risulta il secondo più alto a livello nazionale, non paragonabile con lo 0,8% di Brescia.
Il personale del Comune di Brindisi, però grava sulla popolazione per 184,32€ su ogni abitante della città, cifra che porta la città ad essere la più virtuosa in ordine alla spesa per il personale.
Il gradimento da parte del personale, non è contemplata fra le voci evidenziate dallo studio.