Dottorato a Cambridge per due giovani ingegneri: ecco la Brindisi che vola

di Francesca Mascia per IL7 Magazine

Partire o restare? Continuare a studiare o tentare di inserirsi nel mondo del lavoro? Difficile rispondere, ma una cosa è certa: «bisogna seguire le proprie ambizioni, ovunque esse ti condurranno». Parola dei due brindisini Andrea Masi e Domenico De Fazio che, lo scorso 28 aprile, hanno conseguito il Dottorato di Ricerca –rispettivamente in “Aerospace Engineering” e “Electrical Engineering” – presso l’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Un risultato straordinario.
Entrambi classe 1987, il loro percorso scolastico ha inizio tra i banchi del Liceo Scientifico “Fermi-Monticelli” di Brindisi. Dopo la maturità approdano al Politecnico di Torino, dove Masi e De Fazio conseguono le prime lauree rispettivamente in Ingegneria aerospaziale e in Ingegneria fisica. Successivamente le strade dei due giovani brindisini si dividono: De Fazio trascorre il periodo di stesura della tesi di laurea al MIT (Massachusetts Institute of Technology), una delle Università americane più prestigiose nel campo dell’ingegneria. Masi consegue invece la doppia laurea a Tolosa, presso l’Università francese ISAE-SUPERO (Institut Supérieur de l’Aéronautique et de l’Espace). Il Dottorato di Ricerca a Cambridge costituisce il consolidamento, da parte di entrambi, di una lunga carriera accademica mirata a una profonda crescita culturale.
Intraprendenti e con le idee chiare, Andrea Masi e Domenico De Fazio si definiscono innanzitutto «cittadini d’Europa» e si tengono alla larga dallo stereotipo italiano più in voga, ossia quello dei “cervelli in fuga”. «Non mi riconosco in questo cliché e non sono una di quelle persone che denigra il posto da cui proviene» spiega De Fazio. «Io amo il mio paese e amo Brindisi in primis, quindi ciò che mi ha portato a spostarmi è principalmente una voglia di crescere e di ampliare il mio curriculum. Per quanto riguarda il mio campo di ricerca, fin dai tempi delle superiori, ho capito ad esempio che la Puglia non mi avrebbe offerto molte possibilità. Spostarsi, quindi, è diventata una necessità vera e propria. Il mio percorso di studi in ingegneria fisica è presente in pochi poli universitari in Italia. Trasferirmi all’estero non è stato un obbligo, come spesso molti fanno credere. La mia scelta era finalizzata a una crescita dal punto di vista culturale: volevo espandere gli orizzonti e ho scelto il MIT e in seguito Cambridge perché si qualificano tra le prime università nelle classifiche mondiali di ingegneria».
Sul rapporto con l’Italia è difficile esprimersi. Il sentimento di gratitudine profondamente avvertito lascia tuttavia lo spazio alle polemiche: «Mi ritengo fortunato – spiega Masi – perché in Italia ho avuto accesso a una formazione teorica veramente ottima, una base incredibile che ho sfruttato sia a Tolosa che a Cambridge. Tuttavia, il valore aggiunto che di norma conferisce un dottorato di ricerca non è ben riconosciuto in Italia, proprio perché considerato da molti “una perdita di tempo”. Le nostre competenze potrebbero fare la differenza, ma non è quello che pensano le aziende italiane. Eppure, malgrado ciò, i tentativi ci sono stati: prima di iniziare il dottorato avevo già inviato diversi curricula in Italia, ma senza ottenere alcun risultato».
I due giovani brindisini guardano tuttavia con ottimismo al futuro dell’Italia e considerano fondamentale un maggiore investimento sul settore dell’istruzione. Si tratta di una rivoluzione che deve muoversi dal basso, a partire dai singoli comuni di provincia come ad esempio Brindisi.
Ma l’attenzione principale deve essere riservata ai giovani, che rappresentano più di tutti il futuro: «Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi più giovani –afferma Masi- direi loro di essere innanzitutto molto ambiziosi e curiosi non solo verso l’ambiente circostante, ma anche verso culture e realtà differenti. Non vanno avanti i “cervelloni”, ma chi si impegna costantemente per raggiungere i propri obiettivi. È questo il vero cambiamento, e bisognerebbe portare questo messaggio già nelle scuole, partendo dai licei e favorire pertanto una buona formazione tra gli studenti, che in questo modo si sentirebbero più motivati. E per quanto riguarda Brindisi sarebbe necessaria una maggiore educazione partendo proprio dalle periferie (io, ad esempio, provengo dalla zona Perrino). Noi pugliesi siano decisamente indietro rispetto all’Europa di oggi. Il cambiamento dovrebbe raggiungere anche gli stessi Atenei italiani: le Università del Mezzogiorno, nello specifico, dovrebbero favorire maggiori collegamenti con le industrie, aspetto che porterebbe a promuovere numerosi progetti sul territorio».
La possibilità di un ritorno definitivo in patria resta auspicabile, ma non nell’immediato futuro. Andrea Masi attualmente lavora a Madrid per “Airbus Defence & Space”, mentre Domenico De Fazio lavora come ricercatore al “Cambridge Graphene Centre”, presso l’Università di Cambridge.