Il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato all’unanimità tre diverse mozioni sul contrasto alla vulvodinia.
La prima mozione, presentata dal capogruppo del M5s Marco Galante, impegna la giunta a sostenere il processo di riconoscimento della vulvodinia come malattia invalidante, affinché sia inserita tra le patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie necessarie. La seconda mozione è a firma della Presidente del Consiglio Regionale Loredana Capone: si chiede alla Giunta di intraprendere ogni necessario e opportuno provvedimento nei confronti del governo nazionale e del Ministero della Salute affinché provveda rapidamente a inserire le cosiddette “malattie invisibili” (vulvodinia, la neuropatia del pudendo, l’endometriosi di I e II grado, l’adenomiosi e la fibromialgia) nell’elenco delle malattie croniche e invalidanti previste dai LEA (livelli essenziali di assistenza). Infine, approvata anche la mozione presentata dal consigliere regionale del PD Donato Metallo, con cui si impegnano il Presidente e la Giunta a mettere in atto ogni provvedimento o misura al fine di assicurare la piena applicazione della legge regionale.
Parole di vicinanza e di soddisfazione sono state espresse in merito dalla Presidente Capone sulla sua pagina Facebook, che ha definito le mozioni “una battaglia di civiltà e d’amore”: “Quel dolore che non riesci a descrivere, a raccontare, che ti condiziona la vita quando sei a lavoro, in famiglia, a scuola, con gli amici. Un dolore che molto spesso ti fa sentire sbagliata, diversa e condannata a stare male. Agli occhi degli altri è invisibile, il viaggio tra mille medici, decine di centri che non riescono a capire il malessere e a trovare una cura immediata, anche solo un rimedio temporaneo. Ogni volta la stessa storia: tu chiedi aiuto ma nessuno riesce a dartelo davvero. Le chiamano malattie invisibili, ci sono, ti tormentano, ma ancora si sa troppo poco. Ed allora bisogna parlarne, studiarle ed aiutare chi sta male. Noi oggi in Consiglio regionale ci abbiamo provato a fare un passo avanti, a dare il nostro contributo. Abbiamo approvato all’unanimità tre mozioni per chiedere al governo nazionale di riconoscere la vulvodinia, l’endometriosi di I e II grado, l’adenomiosi e la fibromialgia come malattie croniche invalidanti, così da inserirle nell’elenco delle malattie previste dai livelli essenziali di assistenza (LEA). Questo vuol dire offrire maggiori servizi, assistenza e garantire delle cure alle donne che ne soffrono. Le cure per queste patologie sono anche molto costose. Non possiamo permettere che qualcuna rinunci a curarsi”.