
Di Marina Poci per il numero 381 de Il7 Magazine
Da “C’è bisogno (solo) d’amore” a “Costruire ponti… eliminare barriere”: a Francavilla Fontana prosegue l’impegno dell’amministrazione comunale guidata da Antonello Denuzzo sul fronte della tutela dei diritti civili e sociali delle persone più fragili e discriminate.
Dopo il successo della prima edizione, dedicata ai diritti della comunità LGBTQAI+ e delle famiglie omogenitoriali (alla quale partecipò, tra gli altri, anche il parlamentare del Partito Democratico Alessandro Zan, relatore del disegno di legge – poi affossato – contro l’omofobia, la transfobia, la misoginia e l’abilismo), quest’anno il focus del Festival dei Diritti si sposta sui diritti delle persone disabili che, sin dalla prima esperienza come sindaco, rappresenta uno degli obiettivi caratterizzanti dell’azione amministrativa del primo cittadino francavillese, rieletto nel 2023.
Dominus del Festival, come lo scorso anno, è l’assessore Sergio Tatarano, titolare delle deleghe a Mobilità Sostenibile, Polizia Locale, Trasparenza, Diritti Civili, Partecipazione, Spazio pubblico e Pari Opportunità, che all’atto della nomina in seno alla nuova giunta insediatasi a maggio, l’assessore Sergio Tatarano, titolare delle deleghe a Mobilità Sostenibile, Polizia Locale, Trasparenza, Diritti Civili, Partecipazione, Spazio Pubblico e Pari Opportunità, il quale – già all’atto della nomina – aveva dichiarato di avere intenzione di lavorare per “una Francavilla sempre più accogliente e più vivibile, nella promozione dei diritti e degli spazi fisici e di partecipazione a beneficio di tutta la comunità”.
La manifestazione, che vanta il patrocinio di Regione Puglia, Commissione Pari Opportunità, Garante Regionale e Comunale dei Diritti delle persone con disabilità e la collaborazione con la cooperativa Il Melograno, la cooperativa Includi, UICI e Urban Runner, si aprirà oggi, venerdì 13 dicembre, alle 17.15 a Castello Imperiali con un incontro sul diritto di amare delle persone con disabilità (interventi di Sergio Tatarano, Max Ulivieri, Diversity manager di Bologna, e Francesco Carucci, vicepresidente del consiglio Comunale di Francavilla Fontana). A seguire sarà presentato il progetto fotografico che racconta la gestione della Villa Comunale da parte delle persone con disabilità: interverranno l’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Bellanova e lo staff della Cooperativa l’Ala. Alle 18.00 partirà la seconda sessione di incontri con una tavola rotonda sull’abbattimento delle barriere architettoniche come obiettivo della comunità: ci saranno il sindaco Antonello Denuzzo, il consigliere regionale con delega al PEBA Stefano Lacatena, il garante regionale delle persone con disabilità Antonio Gianpietro e la garante comunale Gabriella Nenna, nonché la garante dei detenuti di Brindisi Valentina Farina e la Community organizer Mariateresa Contaldo. Chiuderà la serata la degustazione di dolci della Pasticceria Sociale Virgola, all’interno della quale trovano lavoro persone con le più diverse disabilità e donne vittime di violenza domestica, con l’intervento del presidente della Cooperativa Includi, Vito Valente. Sabato 14 dicembre alle 10.00, presso il liceo scientifico Francesco Ribezzo, la sezione brindisina dell’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) presenterà il percorso sulla disabilità visiva. A seguire, la professoressa Anna Maria Padula incontrerà la fumettista Beatrice Tassone, autistica e albina, quindi ipovedente. Alle 15.00 in Villa Comunale Ivan Solazzo animerà l’iniziativa “Lo sport dice 33: la pratica sportiva non ha barriere”. Il Festival si chiuderà alle 18.00 al liceo scientifico con lo spettacolo “Emozioni in movimento”, di Gianluca Cervellera. I protagonisti sulla scena saranno gli ospiti del SAI Farah, mentre introdurrà Irene Milone, presidente della cooperativa Il Melograno.
L’amministrazione comunale si prepara alla seconda edizione del Festival dei Diritti, un unicum nella provincia di Brindisi, e anche quest’anno offre alla Città spunti di particolare valore.
Denuzzo: “Ce lo auguriamo. Tenevamo moltissimo a dare un seguito all’edizione dello scorso anno, perché – per quanto si sia trattato di un avvio – il tentativo è stato molto partecipato, da ospiti di rilievo e dalla stessa cittadinanza. Quello che abbiamo cercato di fare è di dare alla manifestazione un taglio non politico, ma culturale: cresceremo come comunità soltanto quando da tutti sarà fatto proprio il concetto che riconoscere i diritti degli altri non significa pregiudicare i propri. A questo proposito, essere entrati nelle scuole con il Festival per il secondo anno ci consente di lavorare proprio in questa prospettiva: non siamo in mezzo ai ragazzi per dare risposte, ma per gettare il seme di una discussione che merita di essere approfondita, soprattutto in considerazione del ritardo dell’ordinamento a recepire i temi che questa discussione pone”.
L’impressione, e non è una novità, è che la società civile sia più avanti della politica e persino del diritto.
Denuzzo: “Su alcuni macro-temi l’ordinamento arriva, con fatica, quando alcune situazioni sono non soltanto affiorate, ma addirittura consolidate nella realtà. È un fatto naturale. La società si evolve, che la politica ne prenda atto o meno: noi discipliniamo fattispecie che già esistono. Poi sicuramente non tutta la società si evolve nello stesso modo e, in questo senso, iniziative come il Festival dei Diritti, possono contribuire ad aumentare il livello di alfabetizzazione sulle tematiche più delicate”.
Dopo le famiglie omogenitoriali, i diritti delle persone con disabilità, diversamente declinata: a cosa si deve la scelta del tema?
Tatarano: “Prima di entrare nel merito della seconda edizione del Festival, vorrei precisare che l’obiettivo che ci ha mosso, quando abbiamo deciso di confezionare l’iniziativa, è stato quello di creare uno spazio di discussione e confronto per interrogarci rispetto ad alcune questioni specifiche legate ai diritti civili. Il tema di quest’anno sugella l’attenzione delle amministrazioni Denuzzo, sia la prima che quella in corso, per la tutela della disabilità in ogni sua forma. Ci stiamo lavorando da diversi anni e vogliamo continuare a farlo. Il punto di alto di questa attenzione è costituito dall’approvazione del PEBA (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), uno strumento di pianificazione e progettazione previsto da una legge dello Stato del 1986 e tuttora poco recepito dai Comuni. Abbiamo scattato una sorta di vera e propria fotografia della situazione esistente e abbiamo predisposto un cronoprogramma dei lavori da eseguire. Dando attuazione al cronoprogramma, abbiamo dal lato reso accessibili tutti gli edifici pubblici e dall’altro previsto una serie di interventi sulle infrastrutture (marciapiedi, strade, piazze). Rispetto al piano originario, inoltre, grazie ad un nuovo finanziamento regionale vinto dall’amministrazione comunale, ci saranno degli aggiornamenti. Con queste premesse, la scelta del tema ci è sembrata quasi obbligata”.
In che modo il PEBA sarà aggiornato?
Tatarano: “I criteri con cui i piani vengono predisposti e attuati sono (e devono essere) in continuo aggiornamento, se non altro perché nel tempo si modificano le esigenze della comunità ed emergono nuove disabilità da tutelare. Mi vengono in mente, ad esempio, le necessità particolari delle persone affette da autismo, così come quelle dei ciechi e degli ipovedenti, per i quali mi piace ricordare che abbiamo predisposto gli uffici comunali secondo i criteri del sistema LOGES, con i relativi percorsi tattili. Non possiamo limitarci a tutelare soltanto i disabili in sedia a rotelle, esistono varie forme di disabilità che meritano la stessa attenzione. Il nuovo finanziamento ci aiuterà a venire incontro a tutte queste esigenze”.
È previsto anche un focus sul diritto alla affettività e alla sessualità delle persone disabili: un aspetto ancora molto trascurato, sul quale pesano pregiudizi e tabù.
Tatarano: “Esattamente, purtroppo se ne parla troppo poco e, proprio per questo, è importante dare il nostro contributo alla questione. Circa un anno fa in consiglio comunale è stata presentata una mozione sul diritto all’affettività per le persone disabili. Una mozione importante, perché in Italia non esiste una legge che regolamenti la questione, per cui le iniziative dei Comuni acquistano un rilievo ancora maggiore. Quella mozione impegnò l’amministrazione da un lato ad aumentare il livello di conoscenza dell’argomento, attraverso attività di sensibilizzazione, e dall’altro, a portare dinnanzi al consiglio regionale un testo di legge sul quale discutere. L’incontro previsto con Max Ulivieri, Diversity manager di Bologna, e Francesco Carucci, vicepresidente del nostro consiglio regionale e autore della mozione, ha esattamente questo doppio scopo”.
Come si giustifica la presenza di Valentina Farina, garante dei diritti delle persone private della libertà personale per la provincia di Brindisi?
Tatarano: “Si giustifica perché c’è un altro tema sul quale, secondo noi, è necessario fare informazione: la situazione delle persone con disabilità nelle carceri. La dottoressa Farina potrà aggiornarci sull’argomento, riservando ovviamente una particolare attenzione alla situazione brindisina”.
È plausibile pensare al Festival dei Diritti come a una manifestazione permanente (diluita nel tempo e non confinata ai due giorni di dicembre) e magari itinerante (in grado di portare le tematiche promosse in giro nei consessi sociali e civili più diversi)?
Tatarano: “Sicuramente sì, l’obiettivo è anche questo. Abbiamo già cercato di farlo nel corso dell’anno, con alcune sporadiche iniziative ospitate dalle scuole, e, se ci sarà la collaborazione della Commissione Pari Opportunità, potremo lavorare per far circolare il Festival anche in altre realtà”.
Denuzzo: “È plausibile ed è auspicabile. Non ho niente contro le ricorrenze annuali, ma il Festival avrà tanto più senso quanto più sarà diffuso, sia dal punto di vista dei tempi che dal punto di vista degli spazi che ci ospitano. Certo è che servirà la partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni, la politica non può lavorare da sola”.
Un bilancio della scorsa edizione, anche con riferimento alla eventuale crescita di consapevolezza nella comunità francavillese rispetto ai diritti delle minoranze, quali che siano.
Tatarano: “Sul tema dell’anno scorso la risposta della gente, considerata la delicatezza del tema, è stata molto confortante. D’altronde, il Festival dei Diritti è stato portato come esempio di buona prassi all’incontro della rete RE.A.DY, la rete italiana di regioni, province autonome ed enti locali impegnati nel prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, a cui Francavilla ha recentemente aderito. Significa che il lavoro fatto ha colpito nel segno, lasciando una testimonianza che potrà fungere anche da modello per altre realtà. Ci auguriamo la stessa attenzione per questa edizione”.
Denuzzo: “Possiamo sicuramente dire di avere registrato un’attenzione autentica verso i temi che abbiamo portato al Festival, il che ci fa ben sperare per l’edizione del 2024. Non voglio misurare la partecipazione all’iniziativa dal numero delle persone presenti in sala, perché non voglio che il mio sguardo sulle cose sia il metro con cui valuto la comunità che sono onorato di amministrare. Però posso dire una cosa che certamente è indicativa del modo in cui stiamo lavorando: credo che, se pure a fatica, abbiamo posto dei temi sui quali i cittadini stanno acquisendo consapevolezza. Lo strumento del PEBA, che abbiamo consegnato ai cittadini qualche anno fa, fa sì che i francavillesi rivendichino in ogni angolo della Città un’attenzione altissima all’abbattimento delle barriere architettoniche, fosse anche semplicemente un cestino dei rifiuti che è un ostacolo per la mobilità di chi si muove in sedia a rotelle. Ecco, sono orgoglioso di essere il sindaco di una comunità che si inquieta e mi interpella per segnalare le criticità che ancora esistono sul territorio e non il sindaco a cui i concittadini si rivolgono per protestare contro una multa”.
Francavilla Città dei Diritti: se ne parlerà così, tra venti o trent’anni, quando si farà un consuntivo della Francavilla amministrata da Denuzzo?
Denuzzo: “È una definizione che tocca in me corde particolarmente sensibili. Ne sarei orgoglioso. Con tutti i miei limiti, ho cercato di dare tutto me stesso per l’interesse della mia comunità, a partire dalla tutela dei diritti dei più fragili”.