
Di Marina Poci per il numero 398 de Il7 Magazine
Genitori, fratello e sorella “a dir poco entusiasti”, professori “molto soddisfatti”, compagni di classe “contenti”, ma lei non si scompone più di tanto: Federica Falcone, 15enne mesagnese fresca vincitrice, il 22 marzo al Campus Ecotekne di Lecce, dei Giochi della Chimica (ha ottenuto il primo posto in Regione Puglia nella categoria A), pur felice del prestigioso risultato conseguito, affronta l’ondata di ammirazione e affetto ricevuti personalmente e sui social con mirabile aplomb, restando concentratissima sul prossimo ambito traguardo, la finale nazionale, che si svolgerà a Firenze-Fiesole dal 19 al 21 maggio.
Studentessa del secondo anno all’istituto tecnico “Ettore Majorana” di Brindisi, che prevede un biennio comune e la scelta dell’indirizzo caratterizzante a partire dal terzo anno, ha già deciso che nel corso del suo triennio seguirà l’indirizzo di Biotecnologie Sanitarie, l’articolazione che – presumibilmente – la preparerà meglio ad affrontare la facoltà universitaria di Medicina, a cui aspira di potersi iscrivere quando sarà il momento di scegliere “cosa fare da grande”.
Organizzati dalla Società Chimica Italiana, i Giochi della Chimica, nati nel 1984, si svolgono secondo due modalità: la competizione individuale e la
competizione a squadre (in cui partecipano le scuole, ciascuna con una o più squadre).
Federica Falcone si è iscritta alla gara individuale, classicandosi prima tra tutti gli studenti pugliesi partecipanti (circa 500) e ha poi gareggiato nella squadra del Majorana.
La competizione individuale si articola in tre classi di concorso: A, B, C. La classe A è riservata agli studenti dei primi due anni della scuola secondaria di secondo grado (quella in cui ha gareggiato la mesagnese), la classe B è riservata agli studenti del successivo triennio che frequentano istituti (Licei, Istituti Tecnici e Istituti Professionali) non compresi tra quelli di seguito indicati e, infine, la classe C è riservata agli studenti del triennio dei nuovi Istituti Tecnici, settore Tecnologico, indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie.
La competizione ha inizio con una gara d’istituto, comune a livello nazionale. I migliori studenti della gara di istituto accedono alle finali regionali, che si svolgono di norma presso una o più sedi universitarie di ciascuna regione. I primi classificati delle tre classi di concorso di ogni finale regionale partecipano alla finale nazionale. Successivamente si apre la fase internazionale della competizione, che culmina con la partecipazione all’International Chemistry Olympiad (IChO) della delegazione italiana (viene selezionato un gruppo tra otto e dieci studenti scelti tra i migliori delle tre classi di concorso, che poi viene sottoposto a un allenamento intensivo di una settimana ad opera di docenti e ricercatori universitari, al termine del quale vengono scelti i quattro studenti che costituiscono la delegazione italiana a IChO).
Ti aspettavi questo ottimo risultato?
“Veramente no, sono rimasta destabilizzata dalla vittoria. Se devo essere sincera, pensavo che vincesse una mia compagna di classe”.
Come nasce la tua passione per la chimica?
“Credo che buona parte del merito di questa passione sia da attribuire al mio insegnante di chimica e scienza e tecnologia applicata, il professor Paolo Miceli, che ha saputo trasmettermi al meglio una disciplina che può sembrare difficile ma, se spiegata nel modo giusto, diventa bellissima. È stato lui a incoraggiarci a iscriverci ai Giochi. Ma anche mia sorella, che adesso studia Farmacia e prima ha frequentato il Majorana, ha una responsabilità: vedendola alle prese con queste materie mi sono incuriosita e ho cominciato a chiederle spiegazioni. Poi ad un certo punto è nato l’interesse per l’anatomia e il corpo umano, per questo ho cominciato a pensare alla facoltà di Medicina”.
Come ti sei preparata alla competizione?
“Il professor Miceli ci ha aiutato molto, ma poi io e gli altri iscritti abbiamo frequentato un corso di approfondimento pomeridiano con professori dell’istituto Majorana. Il referente è stato il professore Zonno e noi del biennio siamo stati seguiti anche dalla professoressa Coricelli”.
Come si è svolta la prova individuale, in cui sei risultata la migliore?
“È stata molto impegnativa. Dovevamo rispondere a 45 domande a risposta chiusa in due ore”.
Il tuo punteggio?
“Ho sbagliato qualche risposta, ma soltanto perché le domande riguardavano argomenti non ancora affrontati in classe. Però il professor Miceli mi ha già detto che cercherà di farmi recuperare, in modo da riuscire ad arrivare il più preparata possibile alla gara nazionale”.
Dunque ti aspetta un mese e mezzo di studio intenso.
“Mi tocca, ma lo faccio volentieri. Spero di portare in Puglia e nella mia scuola un risultato che renda tutti orgogliosi di me”.
Oltre alla chimica, quali sono i tuoi interessi?
“Faccio la vita di una normale quindicenne. Esco con le amiche, sto al telefono, faccio sport…”.
Quale sport?
“Uno sport individuale da combattimento che si chiama Muay Thai”.
Insomma, sfatiamo la falsa convinzione che chi raggiunge risultati brillanti negli studi passi la vita piegato sui libri.
“No, no! Sono tutto tranne che un topo da biblioteca! La scuola è molto importante per me, ma non sono una ragazza focalizzata soltanto sullo studio”.
A chi dice che quelle scientifiche, le cosiddette STEM, non siano materie per ragazze, cosa rispondi?
“Che non c’è nessun fondamento per questa tesi, è soltanto un pregiudizio”.
C’è qualcuno che senti di dover ringraziare?
“Sicuramente la mia famiglia, che non mi ha mai fatto mancare il sostegno. E poi i miei professori: questa vittoria non è soltanto frutto delle mie capacità e del mio impegno, ma anche dell’impegno dei miei insegnanti, che hanno creduto in me”.