“Giorgi”, migliore scuola della provincia di Brindisi tra i tecnici e tecnologici

di Marina Poci per il7 Magazine

Che la “sua” scuola, quella che guida da cinque anni, fosse – secondo le rilevazioni del prestigioso Progetto Eduscopio – il primo degli istituti tecnici nella provincia di Brindisi, la dirigente Mina Fabrizio l’ha saputo dalla televisione: guardava il notiziario su una rete locale, quando ha sentito nominare l’Istituto Tecnico Tecnologico Giovanni Giorgi.
“Mi sono immediatamente messa in contatto con i miei collaboratori e ci siamo collegati al sito internet per leggere i dati con più calma: da quel momento è esplosa la gioia dei docenti, degli studenti e di tutto il personale che collabora alla quotidiana gestione dell’istituto. È una soddisfazione immensa, che ci motiva a fare sempre meglio anche nei prossimi anni, nella convinzione che stiamo lavorando per offrire ai ragazzi, e alle famiglie che ce li affidano e che hanno grandi aspettative sulla preparazione dei loro figli, gli strumenti giusti per un avvenire di successo”, racconta Fabrizio.
Lo scopo di Eduscopio, un progetto della Fondazione Giovanni Agnelli, è quello di valutare gli esiti successivi della formazione secondaria (cioè i risultati universitari e lavorativi dei diplomati) per trarne delle indicazioni di qualità sull’offerta formativa degli istituti da cui i giovani provengono.
Le scuole vengono analizzate a seconda degli indirizzi e con riferimento al territorio nel quale l’offerta formativa prevalentemente viene accolta: il Giorgi rientra negli istituti tecnici-tecnologici la cui utenza è dislocata nel raggio di 30 chilometri dal capoluogo di provincia. Rispetto alle altre scuole del territorio, che la preside definisce “molto competitivo”, il dato riferito al Giorgi stacca di circa 9 punti la scuola classificatasi seconda (l’Istituto Ferraris- De Marco-Valzano di San Pietro Vernotico) e circa 11 punti l’Istituto Ettore Majorana di Brindisi, al terzo posto.
Un risultato lusinghiero che la dirigente Fabrizio attribuisce al lavoro di squadra: “Io sono il capitano, ma senza degli ottimi marinai la nave non va da nessuna parte. Anche perché, pensando di fare tutto da sola, non si può guidare una scuola di più di 1100 alunni, con tre indirizzi (Informatica, Elettronica, elettrotecnica e automazione e Meccanica, meccatronica e energia)”.
Apprezzo la metafora nautica: lei che capitano si sente?
“Un capitano che punta sul coinvolgimento e non sull’imposizione: è questa la mia filosofia di vita e di lavoro. Se c’è condivisione di intenti, allora c’è anche condivisione di scelte. Sono una dirigente che fa molte proposte, ma sempre cercando di rispettare il punto di vista dei docenti. Solo loro che, avendo un quotidiano rapporto con i ragazzi, possono analizzare in profondità le potenzialità di un progetto e quindi comprendere se aderire o meno”.

La preside Mina Fabrizio

Quali sono i punti qualificanti della formazione secondaria ottenuta all’ITT Giorgi, secondo lei?
“Un fattore decisivo è il rapporto con il mondo del lavoro, che cerchiamo di coltivare in modo continuativo per un duplice scopo: da un lato, dare l’opportunità alle aziende di conoscere le professionalità che formiamo, dall’altro, far capire agli studenti quali sono le richieste delle aziende e orientare le loro scelte proprio in funzione di quanto ricercato. Questo aiuta anche me e il personale docente, che possiamo curvare l’offerta formativa in modo da renderla più rispondente alla domanda che viene dalle imprese. A proposito di questo aspetto, voglio sottolineare anche la collaborazione con le agenzie interinali, che ospitiamo perché i ragazzi ricevano indicazioni precise su come si stila un curriculum o su come si affronta un colloquio finalizzato all’assunzione. A questo aggiungerei, come punto di forza, una preparazione completa sia per chi sceglie di non proseguire negli studi, lanciandosi nel mondo lavorativo subito dopo il diploma, sia per chi sceglie di frequentare l’università e perfezionare la sua preparazione”.
Lei è dirigente di una scuola a forte vocazione maschile: come può essere incentivata, proprio a partire dalla scelta della scuola superiore, la partecipazione delle ragazze a percorsi di studio in materie STEM?
“È vero, abbiamo una platea in larga parte formata da ragazzi, ma chi guida l’istituto è una donna! È un obiettivo che mi sono posta personalmente e che ci siamo dati come scuola: distruggere lo stereotipo che le materie scientifico-tecnologiche siano prettamente maschili. E devo dire che la nostra esperienza testimonia esattamente il contrario, perché le ragazze non sono tantissime, ma quelle che abbiamo sono brillanti, hanno fatto una scelta molto consapevole e conseguono risultati ottimi sia durante il percorso scolastico che dopo il diploma. Proprio per questo motivo, quando organizziamo le attività di orientamento, cerchiamo di far emergere queste studentesse, per diffondere il messaggio che il Giorgi non deve essere considerato precluso alle ragazze. È un retaggio culturale immotivato, che vogliamo contribuire ad abbattere”.
Lei è una ex docente di Lettere: è difficile veicolare discorsi e messaggi di tipo umanistico in un istituto a forte impronta tecnica e scientifica? Come ci riuscite?
“Rispondo volentieri a questa domanda, anche perché mi dà l’occasione di chiarire un aspetto importante: in nessuna scuola si può tralasciare la formazione umanistica. Partiamo dal fatto che tutti gli studenti affronteranno, durante l’esame di maturità, la prova scritta di italiano. Sarebbe veramente un peccato rovinare un ottimo percorso professionale nelle materie scientifiche con un pessimo tema. Ho la fortuna di avere un Dipartimento di Lettere che si applica molto e che, nel rispetto dell’indirizzo di studi scelto dai ragazzi, riesce ad offrire una preparazione di base competitiva anche in quell’ambito. La prova che anche in questo senso stiamo lavorando bene sta nel fatto che sono aumentati gli accessi in biblioteca: i ragazzi entrano, sfogliano i libri, li prendono in prestito e si rendono disponibili anche alla catalogazione dei volumi che ci arrivano quando aderiamo ai vari progetti. Ecco, ritengo questi risultati un successo, perché quello che è magari scontato in un liceo classico o scientifico da noi diventa una grande vittoria”.
Il progetto di cui va più orgogliosa da dirigente del Giorgi?
“Ce ne sono molti. Un nostro vanto sono le Olimpiadi Italiane di Informatica, nelle quali due nostri ragazzi hanno ottenuto il secondo e il terzo posto. Anche nelle Olimpiadi Italiane di Cybersicurezza e nei Campionati Italiani di Robotica abbiamo avuto ottimi piazzamenti. Sono risultati che mi inorgogliscono perché riguardano studenti di tutti e tre i nostri indirizzi, il che significa che ogni triennio sta lavorando bene. E, a proposito di quello che dicevamo prima, i nostri studenti sono andati alla grande anche nei Campionati di Italiano”.
Lei è al Giorgi da cinque anni: come ritiene che sia cambiato l’istituto da quando ne ha assunto la guida? Qual è l’impronta “Fabrizio”?
“Appena sono arrivata c’è stata la pandemia da Covid, per cui il mio lavoro è stato orientato esclusivamente ad affrontare l’emergenza. Poi le cose sono migliorate e abbiamo cominciato a ragionare di obiettivi: se dovessi indicargliene uno su tutti, le direi che è quello di legare indissolubilmente il mondo della scuola a quello del lavoro, così che questi due mondi non possano vivere separati. Mi sforzo ogni giorno per creare intorno ai nostri studenti una platea di partner che possano diventare punti di riferimento fidati una volta che si siano diplomati. Sono convinta che piano piano ci stiamo riuscendo, perché credo che il risultato di Eduscopio sia legato anche, o forse soprattutto, a questo aspetto”.
Il primo provvedimento di Mina Fabrizio, se fosse Ministro dell’Istruzione?
“Ci sono moltissime esigenze nella scuola moderna: io dico sempre, ai miei colleghi e ai miei studenti, che la scuola deve essere al passo con i tempi e che non dobbiamo trincerarci su posizioni che non hanno senso rispetto al mondo che stiamo vivendo. Però la prima cosa che farei è dedicare una maggiore attenzione all’edilizia scolastica, affinché gli istituti siano adeguati ai tempi anche sul piano strutturale”.
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