«I rapporti personali nati in questi momenti sono per sempre»

L’unica certezza è che sono saltati tutti gli schemi. Le abitudini di ciascuno di noi, la scansione del nostro tempo, le relazioni interpersonali, hanno subito un brusco cambio di prospettiva, costringendoci ad adattarci velocemente alla nuova priorità: sopravvivere. In una situazione del genere, gestire emotivamente e in modo consapevole l’emergenza diventa prioritario.
Con l’aiuto di Maria Rita Greco, psicologa e psicoterapeuta, abbiamo cercato di analizzare i risvolti psicologici della pandemia.
Qual è il sentimento che ci accomuna in questo momento?
“Senz’altro la paura, un’emozione utile perché ci fa organizzare rispetto al pericolo, è funzionale rispetto ad esso e ci permette di difenderci. Il problema, però, è stabilire il livello giusto di paura. Se questo livello è troppo basso come conseguenza di un diniego si concretizza in comportamenti inadeguati, che mettono noi e gli altri in pericolo; se, al contrario, è troppa, si traduce in comportamenti poco efficaci”
Come regolarci?
“E’ necessario usare la razionalità per fare un esame di realtà che ci permette di valutare oggettivamente il pericolo e metterlo in correlazione al comportamento corretto da tenere. Si rende necessario, quindi, filtrare le informazioni, anche per evitare di entrare in atteggiamenti polemici che si traducono in un’ inutile caccia alle streghe”
Come una ricerca ossessiva di coloro che possono diffondere il contagio. Non è infrequente notare atteggiamenti aggressivi nei confronti dei runner o di presunti untori
“Sì, sentirsi i pericolo può far sì che si proietti all’esterno questo stato d’animo, con atteggiamenti inutili e dannosi che ci fanno disperdere energie che invece andrebbero utilizzate differentemente. E’ importante un atteggiamento positivo, non prendersela, ad esempio, con le istituzioni ma comprendere che ci troviamo dinanzi a persone che lavorano per difendere la nostra salute e la nostra incolumità. Bisogna capire, poi, che ammalarsi di Covid-19 non significa essere condannati a morte: in percentuale, le possibilità di guarire sono di molto superiori a quelle di finire in rianimazione o di morire. Ragionando in questo modo, evitiamo di ricadere in una condizione di stress, inteso come sbilanciamento tra richieste del mondo esterno e risorse personali”
Come mantenere la lucidità durante l’isolamento forzato? Qual è il corretto atteggiamento?
“L’isolamento comporta che il tempo sia come congelato, è fondamentale mantenere il giusto ritmo sonno veglia, dormire bene e mantenere degli orari regolari. E’ una buona regola trovare il modo di fare movimento a casa e organizzare il tempo con una finalità. Prendere una boccata d’aria fresca dal balcone o dal terrazzo, quando il sole illumina tutto. E’ importante fare qualcosa non solo per riempire il tempo, ma con uno scopo ben preciso. Ad ogni azione dovrebbe corrispondere un risultato tangibile. Bisogna riflettere su cosa si fa e sul motivo per cui lo si sta facendo. Decidiamo di mettere a posto delle vecchie foto? Bene, facciamolo in modo da dare un ordine alla storia. Questo senso nelle varie azioni ci aiuta a non indugiare nella malinconia Cerchiamo di organizzare comportamenti finalizzati alla solidarietà, che sicuramente sollevano molto più che un affaccendamento inoperoso. ”.
Non tutte le famiglie hanno all’interno un clima sano e delle dinamiche prive di conflitti. Cosa ci si deve aspettare in casi simili?
“Non bisogna dare niente per scontato. Le famiglie gestiscono la conflittualità in un determinato modo, ma in presenza di un cambio di prospettiva, cambiano le dinamiche. In storie in cui esistevano nell’ordinarietà scontri e tensioni, ad esempio, può anche succedere che cambino le regole e si inizi a fare fronte comune. L’altro non verrà più visto come antagonista ma come una zattera a cui aggrapparsi. Il conflitto si basa su regole relazionali che si cronicizzano, quando queste cambiano, si trasforma anche il sistema delle transazioni relazionali. Se siamo a conoscenza di situazioni familiari conflittuali, cerchiamo di essere presenti con telefonate che possano servire a dare uno spazio di ascolto utile fare scendere le tensioni. Non c’è bisogno che si parli del conflitto, può far bene parlare d’altro, ma si dà l’opportunità di ridurre il nervosismo”.
Stiamo cambiando tutti, in maniera profonda. Cosa sta succedendo?
“Il cambiamento è inevitabile, a questo punto c’è da chiedersi come ce lo spenderemo. Quello che era importante non lo è più. Adesso tutti i bisogni sono ridotti all’essenziale. I bisogni hanno una loro scala, adesso gli unici che abbiamo sono quelli primari, come pensare a sopravvivere e a trovare il cibo. Il resto non conta. Certo, è assolutamente consigliabile mantenere la cura della propria persona, come disciplina che ci permette di mantenere anche un certo rigore personale”.
Come cambia il rapporto con gli altri? Che significato assumono per noi e come si traduce nelle nostre relazioni?
“Teniamo presente che in questo momento la percezione è più nitida, la situazione attuale ci costringe ad essere concentrati per fare la cosa giusta, perciò le persone mal tollerate sono destinate a scomparire. I rapporti nutriti da situazioni come quella che stiamo vivendo, invece, sono da considerarsi solidi perché non hanno un secondo fine, le persone vengono prese in considerazione per ciò che sono e non per ciò che possono darci. E’ una dimensione affettiva disinteressata e d’altra parte un comportamento differente non sarebbe funzionale, visto che siamo concentrati a sopravvivere. Mi spiego. Gli altri sono una risorsa e nella distanza possiamo riconoscere meglio l’importanza dell’altro. I legami hanno l’opportunità di rinforzarsi, di diventare più significativi. Nessuno si salva da solo. E’ il momento in cui possiamo riflettere e tirare le somme della nostra vita affettiva e relazionale. Le persone che erano fonte di frustrazione, amarezza, delusione, meglio metterle in stand by. Fuori da questa crisi avremo sicuramente un’idea chiara e capiremo quali sono i rami secchi da tagliare”.
I momenti di crisi sono rivelatori del carattere delle persone?
“In momenti di stress il carattere di ognuno tende a manifestare più i vizi che le virtù, per cui possiamo trovarci a considerare come intollerabili quegli aspetti caratteriali che l’altro prima riusciva a mitigare. Dal canto nostro, comunque, è bene chiederci quanto stiamo cedendo alle nostre ipertrofie caratteriali, rendendoci difficilmente sopportabili agli occhi degli altri. Ogni carattere contiene vizi e virtù, le persone mature riescono a manifestare le virtù e solo transitoriamente i vizi, per gli altri in situazioni di emergenza come questa, diventa ordinario invece funzionare secondo i vizi”.