Il doping, l’antitesi dello sport autentico

di Dino Furiosoper IL7 Magazine

Vediamo di fare un po’ di chiarezza. Il doping è vecchio come il mondo. Un’abbondante razione di carne costituiva il pasto principale degli atleti impegnati negli antichi giochi olimpici greci, nella convinzione che un supplemento proteico avrebbe fornito un surplus di energia; da allora di strada ne è stata fatta tanta. Per definizione il doping consiste nell’assunzione di sostanze naturali o artificiali, allo scopo di alterare la prestazione di un atleta. Attenzione: non è doping solo l’utilizzo di sostanze che migliorano, ma anche la somministrazione allo scopo di peggiorare il rendimento dell’atleta. Un esempio eclatante ci viene dal mondo del calcio quando scoppiò il caso sulle scommesse inerenti partite truccate: secondo la tesi di accusa un calciatore mise di nascosto, nel bicchiere di alcuni compagni, un potente sonnifero. Quindi identifichiamo, da ora in avanti, il concetto di doping con quello di “prestazione modificata”. Si dice spesso che la lotta al doping è sempre in ritardo rispetto a questo, ed è verità, perché l’aspetto economico è fondamentale per spingere la ricerca alla scoperta di nuove sostanze proibite o metodiche che non vengano rilevate nell’organismo di un atleta nel corso del controllo antidoping. Si può vincere un Tour de France o un Giro d’Italia con tante tappe molto dure disputate in giorni consecutivi, tra l’altro percorse a medie elevatissime? La risposta è NO assolutamente. Un’altra domanda si pone: perché vengono scoperti così pochi casi di doping, se è un fenomeno così diffuso? Il perché è dovuto ai costi molto alti dei test antidoping e non si ricercano tutte le sostanze proibite, bensì solo quelle più diffuse in quel determinato sport. Insomma vengono investiti molti più soldi per barare che per scoprire il trucco. Perché a volte il doping costituisce un “fenomeno di stato”, nel senso che i successi sportivi, specie in paesi emergenti, o del terzo mondo, o in cui c’è un regime dittatoriale, contribuiscono a dare a queste nazioni un’immagine positiva e vincente in tutto il mondo. In questo modo si crea un’alleanza incontrastabile tra vittoria conquistata con ogni mezzo e politica estera.
Si può vincere senza doping? A livello assoluto in determinate discipline è praticamente impossibile. Basti pensare ad alcuni fisici di bodybuilder di vertice, che non possono essere naturali. In altre situazioni, un allenamento durissimo effettuato da atleti di grande talento può compensare gli effetti “positivi” delle sostanze proibite, ma la scorciatoia è molto più comoda. Ma aiuta veramente il doping? Per usare un termine molto in voga tra gli sportivi, possiamo senz’altro affermare che non si è mai visto un asino trottare. Con ciò si vuole sostenere da un lato che uno sportivo modesto non diventerà un campione in nessun caso, ma dall’altro che un atleta di vertice, utilizzando il doping nel modo “giusto” può diventare invincibile.
In conclusione possiamo affermare che il doping è presente in tutti gli sport, sia pure in diversa proporzione. Anche nella vita di tutti i giorni si fa largo uso di pratiche illecite, perché alcol, droghe sintetiche, cocaina sono purtroppo di largo uso in tutti gli strati sociali e a tutte le et: Questo non per giustificarne l’uso nello sport, solo per fare una amara constatazione di quanto si faccia ricorso ad aiuti esterni per sopportare gli stress fisici e psichici legati alle vicende della vita, sportiva e non. Il doping è una delle pagine più brutte della storia dello sport: Non bisogna osannare gli atleti perché vincono o considerarli truffatori quando vengono scoperti nel corso di qualche controllo, sia a sorpresa che al termine di manifestazioni ufficiali. Semplicemente, è indispensabile partire dal presupposto che dal punto di vista psico-fisico, nel campo dello sport, non siamo tutti uguali, perché la natura ci ha dotato in modo differente di qualità che dobbiamo sfruttare al meglio con l’allenamento. Senza scorciatoie varie. Lo sport è lo specchio della vita. Chi è pulito nello sport, lo è anche nella vita, senza compromessi.