Il mito Vespa: raduno nazionale nella magia di Oria

di Giancarlo Sacrestano per il7 Magazine

Oria, sabato 9 luglio ore 20, Piazza Lork si appresta al tramonto e la serata è sferzata da un venticello leggero ma teso, reminiscenza dei temporali dei giorni precedenti.
Il bellissimo prospetto della Chiesa di San Domenico diventa lo sfondo di una realtà rara ed emozionante, il concerto della fanfara dell’Aeronautica Militare Italiana.
Quando arrivo, vengo accompagnato al posto che mi era stato riservato, mi accomodo e piano piano mi rendo conto della grandezza e della importanza di un luogo e di un evento culturale che incontra ed abbraccia il primo raduno nazionale dei vespisti d’Italia, nella città di Federico II di Svevia.
Risale al1572 la bellissima chiesa di San Domenico i cui padri erano ad Oria sin dal 1282 e la loro potente presenza e la maestosità dell’edificio diventano preambolo onesto e sublime per accostare il pensiero a quanto sta per avvenire.
Il buio amplifica le emozioni ed il tricolore nazionale che dipinge di colori il prospetto del convento, celebrano la nostra Nazione e la bella iniziativa.
Nel mentre attendo che abbia inizio il concerto, la memoria corre indietro di molti decenni a quando ebbi anche io la possibilità di guidare una vespa 125 primavera. Una moto che garantiva la voglia di individualismo creativo. Le passeggiate, i parcheggi, le gite fuori porta e le prime compagnie di ragazze che si sedevano comode sull’ampio sellone che ci rendeva confidenti ed ammicchevoli in inenarrabili esperienze che avevano tutto il sapore della intimità dei rapporti nati per sperimentare, capire, crescere.

Ero giovane e bella era la moto, bello era il motore ed il rumore che mi accompagnava ed entusiasta era il tocco dell’acceleratore che aumentava l’indipendenza e la voglia di andare, andare lontano, dove magari altri non erano arrivati.
Poi il mio ricordo si ferma e lascia lo spazio allo spot della vespa che mi affascina, il piede che schiaccia la manovella di messa in moto, la mano che tocca l’acceleratore e la moto che va e la fanfara che ad Oria pubblicizza l’avvento il prossimo 28 marzo 2023 il primo secolo di vita dell’Aeronautica Militare Italiana s’appresta a suonare l’inno dell’amata arma.

Sul grande sagrato si predispone la fanfara dell’Aeronautica Militare della terza regione aerea di Bari.
Occorre fare un piccolo preambolo storico che unisce in maniera indelebile e forte la storia dell’Aeronautica italiana con la piaggio.
Tutto sta nel nome dell’ing. Corradino D’Ascanio, valente progettista di motori e di innovativi mezzi volatili come gli elicotteri. La sua mano non lesinò fortissimi interventi anche sui motori dei velivoli militari italiani. Buona parte di questa attività venne solta all’interno della fabbrica Piaggio cui rimase sino al suo pensionamento.

D’Ascanio, non amava le motociclette, non se n’era mai occupato dal punto di vista costruttivo e come veicolo non gli piaceva. Pensò a un mezzo per chi non era mai salito su una motocicletta e odiava la sua guida difficile: ideò così la Vespa. E quanto non gli riuscì con gli elicotteri, di cui era grande teoreta, gli riuscì con la motocicletta più amata e benvoluta dal popolo italiano.
Il concetto motociclo a scocca portante, idoneo all’uso di tutti i giorni e abbordabile per tutti. I Concetti su cui si fondava il progetto erano: economicità, semplicità progettuale, praticità, sicurezza.
Un prodotto che molto più di altri ha definito il nostro modello di sviluppo nazionale.
Promosso dal Vespa Club di Oria con il Patrocinio della Provincia di Brindisi e del Comune di Oria, si è tenuto il Vespa Raduno Nazionale in occasione del 10° anniversario del Vespa Club di Oria.

Il gruppo Vespa club di Oria ha voluto affrontare e vincere una battaglia, organizzare il raduno nazionale dei vespisti d’Italia, proponendo quale luogo d’incontro un tratto di strada della storia, un perimetro che si avvolge attorno al Castello di Federico II di Svevia e fa leva sul magnifico santuario dei Santi Cosma e Damiano, al centro della terra messapia, antica terra dei saperi e dei sapori.
21 club partecipanti: Vespa Club Gioia del colle; Vespa Club Bari; Vespa Club Crispiano; Vespa Club Ceglie; Vespa Club Lizzano; Vespa Club Taranto; Vespa Club Acquaviva delle Fonti; Vespa Club San Vito dei Normanni; Vespa Club Massafra; Vespa Club Noci; Vespa Club Alezio; Vespa Club Tuoro sul Trasimeno; Vespa Club Maddaloni; Vespa Club Lecce; Vespa Club Putignano; Vespa Club Valle d’Itria; Vespa Club Monopoli; Vespa Club Castellaneta; Vespa Club Martina Franca; Vespa Club Ostuni; Vespa Club Corato.

Nel 1946 l’Italia usciva dalla seconda guerra mondiale e la situazione economica della popolazione era drammatica e realmente determinata dalla povertà dilagante. Bisognava affrontare e risolvere il tema della rinascita del Paese ed un mezzo di trasporto era ciò di cui sentivano il bisogno.
Il primo modello del leggendario motociclo Vespa, la 98, fa la sua comparsa ufficiale in quell’anno quando viene esposto al salone del ciclo e motociclo di Milano e fu subito un successo. Insieme alla Lambretta, che nacque l’anno dopo, cambiarono lo stile di vita degli italiani.
Il modello “Vespa” rappresentò un fenomeno commerciale e di costume, in Italia come all’estero, che oltre alla sua funzione di mezzo di trasporto, avrebbe influenzato irrimediabilmente anche il cinema ed i mass media, ispirandoli con un nuovo messaggio di “libertà” ed indipendenza: memorabili e da premio Oscar sono le scene del film “Vacanze romane” del 1953, che vedono una Audrey Hepburn avvinghiata alla schiena di Gregory Peck in sella ad una Vespa per le strade di Roma.
Il film ebbe un successo notevole e vinse l’oscar:
Uscito nelle sale statunitensi nell’agosto 1953, il film ebbe un grande successo di pubblico e di critica, rendendo famoso lo “stile” di Audrey Hepburn che, dopo poco tempo, verrà pubblicizzato e seguito da tutte le riviste di moda del mondo, grazie alle splendide e note immagini del fotografo di scena Augusto Di Giovanni. Il film incassò in tutto il mondo 12.000.000 di dollari. La Vespa non fu secondaria e pure lei ebbe notevoli forti incrementi di vendite, sponsorizzata dalla bella storia della principessa Anna del film Vacanze Romane.

Per non citare le influenze che tale invenzione ebbe anche sulla letteratura, ispirando una serie di libri dove la Vespa viene indicata quasi come “oggetto di culto”.
Brevettata dalla Piaggio nel 1946 e poi prodotta l’anno seguente con un motore a tre marce da 100cc., la Vespa, anticipando l’avvento definitivo dell’automobile, rappresentò di fatto il mezzo della prima motorizzazione di massa in Italia.
Nei 50 anni della sua storia la Vespa diverrà lo scooter più famoso al mondo con 16 milioni di esemplari prodotti in 130 modelli diversi
Il Presidente del Club Vespa di Oria, Dott. Attilio Pastore, per dare enfasi al connubio Vespa – Aeronautica ha voluto fortemente avvalersi per l’organizzazione del concerto della Fanfara del Comando Scuole dell’Aeronautica Militare 3^ Regione Aerea di Bari, della collaborazione della Sezione AAA – Aviatori d’Italia di Oria, in considerazione che l’idea della Vespa nasce dalla conversione di progetti meccanici destinati all’Aeronautica Militare.
La Fanfara si è esibita sabato 9 luglio nella suggestiva cornice di Piazza Lorch, a coronamento del 10° anniversario della costituzione del Vespa Club di Oria, nell’ambito del Raduno nazionale dei Vespa Club che si sta svolgendo nella città di messapica nei giorni 9 e 10 luglio.
La Marcia d’Ordinanza dell’Aeronautica Militare ha dato il via al concerto della Fanfara che, diretta dal Maestro Primo Luogotenente Nicola Cotugno, ha proposto un itinerario musicale variegato partendo da Jacob de Haan a Ennio Morricone, da Luis Bacalov a Nino Rota, dai Beatles a Modugno per chiudere con Jorge Ben e Astor Piazzolla.

Il concerto è stato sospeso per intrattenere il pubblico a cura della scuola di danza che si è esibita con una simpatica e giocosa interpretazione di “50 Special” la canzone di Cesare Cremonini dedicata proprio alla Vespa.
Bello ed immemorabile il passo del testo che ci riporta alla mente il segno indelebile della passeggiata in vespa: “Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi. Se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi. Ma quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi. Se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi”.
Le allegre danzatrici, effervescenti nel ritmo musicale ci regalano la bellezza della vespa che per noi più adulti è primo strumento di libertà e vedere le ragazze saltellare, ha reso leggere anche le mie antiche gambe, più adatte per la comodità di una auto capiente.
Molto toccante è stato il momento finale in cui è stato eseguito l’Inno di Mameli, dove, alle note della Fanfara, si sono aggiunte le voci del pubblico presente.
Si chiude col canto degli italiani l’incontro che ci ha uniti e ci ha Ftto salire sulle fantastiche vespe, oggi forse superate da altri ciclomotori, ma capaci di rinverdire e di alleggerire i nostri anziani ricordi che ancora fanno strada anche a centinaia di chilometri, per incontrare, salutare, capire, conoscere e costruire ed Oria questo fa e sa di poterlo fare.

Al termine del concerto il Sindaco di Oria, Dott.ssa Maria Lucia Carone ha donato alla Fanfara una targa ricordo, mentre il Vespa Club di Oria ha donato una preziosa opera d’arte della pittrice Simona Delle Grottaglie.
L’evento, presentato dal giornalista Dott. Vincenzo Sparviero ha visto la presenza del Prefetto di Brindisi, Dott.ssa Carolina Bellantoni e delle autorità civili e militari della provincia di Brindisi oltre alla partecipazione di un numeroso pubblico.
Con il proprio Labaro erano inoltre presenti le rappresentanze delle Sezioni dell’Associazione Arma Aeronautica – Aviatori d’Italia di Oria e di Francavilla Fontana.
A margine della manifestazione il Dott. Attilio Pastore, Presidente del Club Vespa di Oria, ha ringraziato la Sezione AAA – Aviatori d’Italia di Oria, dichiarando “siete stati gli artefici di questa indimenticabile serata. Grazie a nome mio personale e del Vespa Club di Oria per quello che avete fatto”.
Particolarmente interessante, colorata e piena di emozioni vitali, la mattinata di domenica 10 luglio, con piazza Lork abbellita da centinaia di vespe e vespisti e la presenza degli sbandieratori che hanno resa festosa e gioiosa la grande adunanza.
Un corteo figlio del tempo, lento, leggero e fresco si è impossessato della mattinata estiva e la leggera corsa delle motociclette ha reso brioso e allegro il ruotino di marcia, legato al trombettio di un motore che è nel cuore degli italiani che al suo rumore sono cresciuti.
Amori, tanti, flirt anni 50, 60 e 70 prima dell’avvento divulgato dell’automobile, la Vespa consentiva alle giovani generazioni la prima possibilità di gite fuori porta, in campagna, al mare, con la bella avvinghiata alle spalle del motociclista e col capo coperto da un fazzoletto leggero che svolazzava e manteneva al loro posto le belle messe in piega che faceva moda in quegli anni.
Scorro le foto che propongo per l’articolo e riscopro la bellezza e la gioventù, il colore ed il sapore di una festa che non finisce e che tutti accompagna nel girovagare per le strade della vita e niente più.