Intitolato a Matteo Farina il Centro Servizi diocesano del Progetto Policoro

Di Marina Poci per il numero 373 de Il7 Magazine
Comincerà nel nome del giovane brindisino Matteo Farina, spentosi a soli 19 anni nel 2009 per un cancro al cervello e dichiarato Venerabile Servo di Dio da Papa Francesco il 5 maggio del 2020, l’anno pastorale 2024-2025 dell’équipe del Progetto Policoro dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni: oggi, giovedì 24 ottobre, alle ore 18, infatti, il Centro Servizi Diocesano di Via Giovanni Tarantini 37, luogo fisico in cui il Progetto esprime la sua cifra spirituale a servizio dei giovani con particolare riferimento alla pastorale sociale del lavoro, sarà intitolato allo studente morto in odore di santità – cresciuto nel segno fervente della spiritualità francescana e devoto a San Pio da Pietrelcina – per il quale è attualmente in corso il processo di beatificazione.
All’evento, gratuito e aperto al pubblico, saranno presenti l’Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, Monsignor Giovanni Intini, l’équipe del Progetto Policoro, l’Associazione “Matteo Farina” e i genitori del ragazzo.
Come si legge nel “Decreto sulle Virtù” promulgato dal Cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi, “Matteo Farina è vissuto “con gli occhi al cielo”, come egli stesso scrisse. In tal modo ha riconosciuto che tutto parla di Dio e del suo amore, ha dato il giusto valore alle sue esperienze di adolescente, si è messo a servizio del bene degli altri e ha portato con serena fortezza la Croce della malattia che lo ha condotto prematuramente alla morte. La sua vita, così ornata di splendide virtù, è pervenuta in breve tempo alla perfezione”.
A parlare con entusiasmo della scelta dell’intitolazione è don Mimmo Roma, parroco della Pontificia Basilica Cattedrale di Brindisi (dove dal 29 settembre 2017 le spoglie di Matteo riposano, traslate dalla parrocchia di famiglia). Di Policoro, ideato nel 1995 per volontà di don Mario Operti con il proposito di evangelizzare il mondo del lavoro, promuovendo una nuova cultura dell’occupazione, animando le comunità territoriali e sostenendo i giovani nella ricerca e nella realizzazione della propria vocazione lavorativa, don Mimmo è tutor orgoglioso e appassionato: “Legare Policoro a Matteo Farina significa trasferire l’eredità di questo giovane in un luogo nel quale quotidianamente vengono praticati quei valori di servizio e dedizione che egli ha incarnato e di cui ha lasciato traccia nei suoi scritti. Uno di questi, un tema sulla questione della dignità e della sicurezza in ambito lavorativo e sull’importanza di fare impresa, sarà anche letto durante la cerimonia, proprio perché tutti siano a conoscenza di quell’impegno che, nonostante sia morto poco più che adolescente, aveva iniziato a manifestare anche nell’ambito del mondo del lavoro”.
Di chi è stata l’iniziativa dell’intitolazione e quali sono le ragioni di fondo che la giustificano?
“L’idea è venuta a Rosalba Cucci, una delle nostre animatrici di comunità, che sono figure di mediazione che gestiscono l’incontro con i giovani e coordinano l’equipe. Poi l’iniziativa è stata condivisa con l’Arcivescovo ed estesa a tutta l’equipe. Abbiamo fatto le cose con calma, prendendoci il tempo di pensare ad altri candidati che potessero essere vagliati per l’intitolazione, sempre nell’ambito di chi ha svolto un cammino di fede cristiana nel mondo del lavoro. Ma Matteo, pur non avendo mai intrapreso un’attività lavorativa, ha comunque operato bene in quello che, nella sua breve vita, è stato il suo lavoro, e cioè lo studio. Per questo ci è sembrato la figura che meglio potesse incarnare i valori che perseguiamo. La proposta è stata accolta con gioia dalla famiglia e finalmente possiamo apporre la targa”.
Quale impatto avrà quella targa sui ragazzi che entreranno nel Centro Servizi e soprattutto, per quella che è la sua esperienza, quali corde spirituali tocca Matteo nei giovani?
“Quello che tocca di Matteo è la bellezza della ordinarietà: era straordinario nell’ordinario, nel senso che viveva bene, nel segno di Cristo, ciò che era chiamato a fare. Di lui, al momento, non raccontiamo ancora miracoli o opere eccezionali. Ciò che colpisce è il suo essere stato un ragazzo che ha vissuto cristianamente quello che è consuetudine per tutti gli adolescenti, nei più svariati contesti: la vita in famiglia, il rapporto con gli amici e la fidanzata, la scuola, la musica, la scrittura. Questo è il modello che, con questa intitolazione, vogliamo proporre ai nostri giovani, affinché sia di ispirazione per coltivare un desiderio di lavoro dignitoso, creativo, partecipato, da vivere cristianamente”.
A che punto è l’iter di beatificazione di Matteo Farina?
“In questo momento Matteo è venerabile: significa che Papa Francesco ha riconosciuto in lui tutte le virtù cristiane, valutando la sua umanità in rapporto alla vita cristiana. Riguardo alla beatificazione, sappiamo che l’iter avviato sin dalla fase diocesana dalla postulatrice Francesca Consolini è a buon punto, ma non abbiamo indicazioni su quando potrà concludersi. È un passaggio che attendiamo con grande gioia, perché significa tantissimo per noi del Progetto e per chi le virtù di Matteo le ha sperimentate vivendogli accanto”.
Significa tantissimo anche per la città di Brindisi, a voler dare una connotazione non campanilistica, ma certamente territoriale, all’iter di beatificazione.
“Condivido: non si tratta di campanilismo, ma di sana identità territoriale che si incarna in Matteo. Che tutta la Chiesa del mondo rivolga il suo sguardo ad un giovane di Brindisi significa che questo territorio martoriato ha generato un seme di speranza cristiana i cui frutti meritano il massimo riconoscimento possibile ovunque”.
Da parroco della Cattedrale, quali sono le persone che vede sostare davanti alla tomba di Matteo?
“Certamente moltissimi sono i gruppi organizzati di giovani, che arrivano non soltanto dalla nostra Diocesi, ma da tutta Italia (quest’anno abbiamo accolto ragazzi dalla Lombardia, dalla Toscana, dalla Campania). Ma ci sono anche tanti adulti e tante famiglie che vengono a trovare Matteo a titolo personale, con la loro richiesta di intercessione per le varie situazioni complicate che vivono. Tantissime sono le persone che lo hanno conosciuto e che continuano a mantenere un dialogo con lui nella preghiera”.
Per chiudere: come procedono le attività del Progetto Policoro a Brindisi?
“Il percorso procede abbastanza speditamente: i giovani del territorio vi si rivolgono per questioni che vanno dalla creazione di impresa all’orientamento universitario e lavorativo. Al momento stiamo valutando un nuovo progetto di microcredito, accanto a quello già avviato con la Banca di Credito Cooperativo di Ostuni che consente anche ai soggetti non bancabili l’accesso al credito a condizioni agevolate. In questo caso vorremmo che ci fosse un’attenzione particolare all’imprenditoria femminile, che ci sembra un tema urgente da affrontare. Continuiamo a lavorare con le altre realtà del territorio, a cominciare dalle scuole, e riceviamo spesso nuove richieste di collaborazione al Progetto. Speriamo che, con la protezione di Matteo Farina, tutte le idee a cui stiamo lavorando possano crescere fruttuosamente nel segno di Dio”.
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