
di Tommy Lamarina per IL7 Magazine
Circa venti minuti, senza intoppi, si impiegano per espletare la procedura per la creazione di una carta d’identità 2.0, ossia quella elettronica. Sei giorni per il rilascio. Brindisi ha adottato, così, questa nuova formalità tramite una delibera di giunta del novembre 2016, dandone concreta attuazione nel corso dell’anno 2017 (entro e non oltre il 2018, tutti i Comuni italiani si avvarranno di tale documento).
Chi ha detto che la tecnologia aiuti a semplificare la vita? Talvolta, è il caso anche di rinnegarla in favore di vecchi, a tratti obsoleti, ma cari a molti, modus operandi. Certamente, i brindisini rimpiangeranno il precedente iter per ottenere il più classico dei documenti di riconoscimento. Basta farsi un giro negli uffici preposti di Palazzo di Città per aver contezza di ciò.
Agli sportelli del Comune di Brindisi, però, aperti dalle 9 alle 12, se ne possono rilasciare giornalmente massimo 18, perchè spesso e volentieri il sito, collegato con la Zecca di Roma, risulta essere intasato o il server denuncia qualche problema di mal funzionamento, allungando, di conseguenza, i tempi d’attesa. Ecco svelato l’arcano. Indi per cui è bene recarsi in Comune abbondantemente prima dell’orario di apertura, al fine di esser certi di ottenere il numerino per la prenotazione e non rischiare di aver fatto un viaggio a vuoto.
A ciò, si aggiunge anche un surplus di cittadini a Palazzo di Città, in quanto, da qualche giorno, gli uffici di Sant’Elia sono chiusi e, quindi, molti abitanti del rione si riversano nella sede centrale di piazza Matteotti. Inoltre, a fronte di necessità che diventano sempre più impellenti, c’è il serio rischio che il personale in questione venga ulteriormente assottigliato, dato che diverse unità sono prossime alla pensione (età media che si aggira attorno ai 60 anni) e non sono previste, al momento, assunzioni, così come, del resto, habitué da qualche lustro a questa parte. La situazione è stata sovente posta all’attenzione delle diverse Amministrazioni succedutesi nel corso di questi ultimi anni, senza, però, che qualcuno prendesse seriamente in considerazione tale problematica. Eppure, altri settori di competenza comunale sono stati incrementati di alcune unità. Pertanto, si potrebbe paventare l’ipotesi di un aggravio della criticità allo sportello in questione, quando, invece, sarebbe d’uopo che venisse impreziosito della collaborazione di altre figure, per un migliore efficientamento, e ridare all’utente quella dinamicità tra sé e l’iter burocratico cittadino, che troppo spesso manda in tilt i più.
La carta di identità elettronica è l’evoluzione del documento di identità in versione cartacea e ha le dimensioni di una carta di credito. Consente, dunque, di comprovare in modo certo l’identità di un individuo, tanto sul territorio nazionale quanto all’estero, ad esclusione della verifica delle impronte, per la lettura delle quali è necessario il rilascio di autorizzazione da parte del Ministero dell’Interno.
Essa è caratterizzata da un supporto in policarbonato personalizzato, mediante la tecnica del laser engraving, con la foto ed i dati del cittadino e corredato da elementi di sicurezza, quali ologrammi, sfondi di sicurezza, micro scritture, ecc..
Ha un microprocessore a radio frequenza che costituisce una componente elettronica di protezione dei dati anagrafici, della foto e delle impronte del titolare da contraffazione; uno strumento predisposto per consentire l’autenticazione in rete del cittadino, finalizzata alla fruizione dei servizi erogati dalle PP.AA.; un fattore abilitante ai fini dell’acquisizione di identità digitali sul Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID); un fattore abilitante per la fruizione di ulteriori servizi a valore aggiunto, in Italia e in Europa.
La carta è contrassegnata da un numero seriale, chiamato numero unico nazionale, stampato sul fronte in alto a destra (es.: CA00000AA). I dati del titolare presenti sul documento sono: Comune emettitore; nome del titolare; cognome del titolare; luogo e data di nascita; sesso; statura; cittadinanza; immagine della firma del titolare; validità per l’espatrio; fotografia; immagini di 2 impronte digitali (un dito della mano destra e un dito della mano sinistra); genitori (nel caso di carta di un minore); codice fiscale; estremi dell’atto di nascita; indirizzo di residenza; comune di iscrizione AIRE (per i cittadini residenti all’estero); codice fiscale sotto forma di codice a barre.
Il costo totale è pari a 22 euro, così come illustrato nel pdf scaricabile dal sito del Comune. Quindi, se per il documento cartaceo occorrevano meno di cinque minuti, ora ce ne vogliono oltre il triplo, proprio in base alle sopradescritte ottemperanze.