La Musicoterapia del brindisino Stefano Ventruto sulla prestigiosa Rivista di Psichiatria

Di Marina Poci per il numero 402 de Il7 Magazine
C’è il nome di un brindisino in cima allo studio sulla musicoterapia a cura del Dipartimento di Salute Mentale della Asl 1 della Regione Abruzzo (“Avezzano Sulmona L’Aquila”) recentemente pubblicato sulla prestigiosa “Rivista di Psichiatria”, la più antica del settore in Italia: si tratta del dottor Stefano Ventruto, tecnico della riabilitazione psichiatrica e psicosociale e musicoterapeuta, che da anni porta la canzone d’autore italiana e straniera nelle diverse strutture nelle quali presta servizio, fermamente convinto che possa favorire la gestione dello stress, determinando negli ammalati un più positivo adattamento alla condizione di ricovero e una maggiore accettazione del percorso di cura.
Ora i risultati di quel lavoro, già noti e apprezzati laddove Ventruto è impegnato quotidianamente a contribuire alla cura delle persone affette da patologie latu sensu psicologiche e psichiatriche, sono a disposizione di tutto il mondo italiano della Psichiatria e di chiunque avesse voglia di importare in altri contesti il Metodo Music Hospital, così come definito dall’equipe con la quale Ventruto collabora: il metodo viene già applicato presso l’unità operativa complessa a direzione universitaria “Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura” dell’ospedale San Salvatore de L’Aquila, presso il Centro Diurno Psichiatrico e presso il Centro di Riabilitazione Psichiatrica (SRP1) per utenti in fase di post acuzie (che necessitano di trattamento terapeutico riabilitativo in regime residenziale o semiresidenziale).
Oltre a quella del musicoterapeuta brindisino, lo studio porta le firme del professor Alessandro Rossi, emerito di Psichiatria presso l’Università de L’Aquila, dei medici psichiatri Paolo Stratta e Dalila Talevi e della psichiatra e ricercatrice Francesca Pacitti.
Il dottor Ventruto ci parla dopo avere appena terminato una sessione di lavoro: “Partiamo sempre con brani strumentali molto rilassanti, che ci introducono in modo dolce e lento alla sessione e ci danno l’opportunità di stimolare le emozioni, la memoria e l’immaginazione. Oggi ho suonato la Primavera di Vivaldi con il flauto e poi La ragazza di Ipanema di Toquinho, Hey Joe di Jimi Hendrix e Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd, tutti e tre con la chitarra. Dopodiché è iniziato il vero e proprio momento di presentazione, ascolto e analisi, partito con Meraviglioso di Domenico Modugno, perché un utente, raccontando un’esperienza di forte depressione, ci ha parlato dell’importanza che questa canzone ha avuto per la sua vita, avendo costituito un momento di luce nel buio che stava attraversando”.
Modugno, dunque, e poi, a seconda delle esigenze del gruppo che partecipa alla sessione, Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Mina, Zucchero, Roberto Vecchioni, Ivano Fossati, Angelo Branduardi, Giorgio Gaber, Fiorella Mannoia, Adriano Celentano, Claudio Baglioni, Mia Martini, Renato Zero, Lucio Dalla, Pino Daniele, Rino Gaetano, Ron, Mango, Ligabue, Tiziano Ferro, Lorenzo Jovanotti, ma anche i nuovi attori della scena musicale nazionale, come Calcutta, Achille Lauro e Francesco Gabbani, e i grandi della musica internazionale, come Beatles, Rolling Stones, Georges Brassens, Bob Dylan, Pink Floyd. Insomma, nel repertorio del metodo ideato da Ventruto e dai suoi colleghi c’è spazio per tutti i cantautori che abbiamo un messaggio di resilienza da lanciare e lasciare a chi sta vivendo un momento di particolare delicatezza dal punto di vista mentale e psicologico.
Nello studio pubblicato, si legge che è stato scelto un repertorio specifico, quello della canzone d’autore, in funzione delle caratteristiche proprie di questo repertorio, giacché i brani italiani e stranieri utilizzati nel corso dell’attività dell’equipe sono caratterizzati da parametri, in termini di armonia-accordi e di melodia-sequenza di note, che risultano gradevoli all’ascolto e in grado di fornire piacevoli emozioni. Brani che l’operatore deve essere bravo a proporre tramite una diffusione moderata del suono, agendo su altezza, intensità-volume e timbro, proprio per non creare condizioni di stress ulteriore.
Il dottor Ventruto spiega che la musicoterapia, anche in pazienti affetti da disturbi mentali molto gravi, è una metodica estremamente utile come mezzo di comunicazione ed espressione, perché favorisce le capacità di affrontare problematiche di tipo relazionale e bisogni emotivi, mentali, sociali e cognitivi, non limitandosi soltanto all’uso della parola: “Scegliamo sempre brani molto orecchiabili, melodici, armonici, perché quello che facilita la riflessione sul testo è l’accompagnamento musicale dolce e rasserenante. Ci focalizziamo su testi che parlino anche di disagio, di difficoltà, di fragilità, ma che poi si chiudano con un messaggio di rinascita, speranza e apertura al futuro. Pensiamo alle parole di Un senso di Vasco Rossi, un brano sempre molto apprezzato e discusso durante le sessioni. Racconta una situazione di estrema fatica a trovare un significato per la propria vita (“Voglio trovare un senso a questa sera, anche se questa sera un senso non ce l’ha” e ancora “Voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha”). Poi però finisce facendo intravedere uno spiraglio di luce: “Sai che cosa penso? Che se non ha un senso, domani arriverà, domani arriverà lo stesso”. Si tratta di un messaggio di resilienza del quale i nostri utenti si sentono protagonisti insieme al cantante: sanno che si cade, ma anche che ci si rialza”.
Vasco Rossi, per il tramite del proprio ufficio stampa, ha avuto modo di conoscere le attività dell’equipe della quale fa parte il dottor Ventruto e di apprezzarne i risultati: proprio a maggio dello scorso anno, il rocker di Zocca pubblicò una “storia” sul proprio profilo ufficiale Instagram, che riprendeva, a sua volta, l’articolo di Senza Colonne News nel quale veniva descritto il metodo della musicoterapia di gruppo utilizzato a L’Aquila nel supporto alla salute mentale.
“La pubblicazione dello studio”, evidenzia il dottor Ventruto, “ci riempie di soddisfazione, in quanto viene messo nero su bianco che la musicoterapia con la canzone d’autore, in un percorso integrato terapeutico, abilitativo, riabilitativo e psico-educazionale, è un intervento ausiliare e complementare che funziona e può tranquillamente rientrare nelle buone pratiche della salute mentale. È un grande riconoscimento per noi, perché la rivista che ci ha attenzionato è letta nelle scuole di specializzazione in Psichiatria di tutta Italia”.