La Palazzina del Belvedere: un modello di museo aperto che affascina Firenze

da il7 Magazine

La gestione del patrimonio culturale di Brindisi approda a Firenze, presso il Palazzo dei Congressi, nell’ambito della V Edizione di TourismA, Salone internazionale dell’Archeologia e del Turismo Culturale, dove si sono svolti gli ‘Stati Generali della gestione del Patrimonio Culturale dal basso’.
La brindisina Anna Cinti, presidente dell’associazione culturale «Le Colonne, ha illustrato come negli ultimi anni ci sia stato un tenace processo di valorizzazione dei beni monumentali, storici e artistici che fanno da cornice alla storia brindisina.
A Firenze la prima grande iniziativa di rilievo nazionale sulla gestione del patrimonio culturale italiano, proposta da Giuliano Volpe, già Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, ha acceso un riflettore sulle pratiche più interessanti e innovative nel settore della gestione dei beni culturali, con particolare attenzione a quei modelli di gestione dal basso che si sono contraddistinti in questi anni per essere riusciti a salvare e valorizzare pezzi di patrimonio italiano, archeologico, culturale e ambientale, attraverso l’associazionismo e l’innovazione sociale.
All’indomani dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, nell’anno in cui l’Italia esprime la capitale europea della cultura, si è data voce alle tante energie e competenze presenti nel Paese con un’iniziativa nazionale sulle politiche attive e integrate che riguardano, ormai sempre più spesso, anche la gestione dei Beni Culturali.
“L’Italia è un paese straordinario, riserva continuamente scoperte e anche sorprese imprevedibili – sostiene Giuliano Volpe, già presidente del Consiglio superiore ‘Beni culturali e paesaggistici’ del MIBAC e promotore dell’iniziativa –. Il nostro patrimonio culturale è diffuso in ogni luogo. Molti però sono i beni culturali troppo spesso in stato di abbandono. Si pensi alla miriade di piccoli musei, di aree archeologiche, di chiese o palazzi chiusi. È un enorme patrimonio diffuso (vera peculiarità del modello italiano) da decenni condannato al degrado e alla marginalità o, nel migliore dei casi, a una gestione del tutto insoddisfacente, che mai il Pubblico sarà in grado di gestire da solo. Dello Stato e delle varie istituzioni pubbliche è il compito di indirizzarle, sostenerle, coordinarle, monitorarle. Sia ben chiaro che parliamo di lavoro e di alta qualificazione professionale, non certo solo di volontariato. Si tratta di un settore importante anche sotto il profilo sociale e economico.”
Gli Stati Generali della gestione del Patrimonio Culturale dal basso hanno quindi riunito tutte quelle realtà che operano nel campo del patrimonio culturale da Nord a Sud con professionalità e competenze.
Tra queste realtà, appunto, l’Associazione Le Colonne con la sua presidente, Anna Cinti, che si è distinta in questi anni per la gestione del patrimonio culturale.
Dal 2013 la Associazione gestisce in collaborazione con il Comune di Brindisi, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia della Puglia, una collezione archeologica: la Collezione Archeologica Faldetta; esposta in un novecentesco palazzo comunale sul Lungomare di Brindisi, denominato “Palazzina del Belvedere” e dal 2018, invece, in collaborazione con il Comune di Carovigno (Br), gestisce il Castello Dentice di Frasso di fondazione normanna e la Biblioteca Comunale “S.Morelli”.
Protagonista della testimonianza agli Stati Generali della Cultura è stato il modello gestionale della Palazzina del Belvedere, un esempio di un museo davvero “aperto” non inteso come sale accessibili ma aperto ai suoi interlocutori, alla città, al territorio. Una realtà museale che va tra la gente, in tantissime scuole e nelle periferie perché le opere d’arte sono mediatori linguistici e culturali straordinari.
La Associazione Le Colonne è riuscita a progettare e pianificare azioni comunicative efficaci, ponendo la realtà museale non un luogo di cultura meramente accademica distante dalla vita reale. La Collezione Archeologica Faldetta genera infatti attività pensate in funzione di fasce di pubblico e comunicazione differenti. La Collezione dei reperti esposta è stata sempre analizzata attraverso visite tematiche e laboratori didattici coinvolgendo sopratutto i giovani.
A Firenze, la Cinti, ha evidenziato come la mission della Associazione sia porre l’attenzione alla tutela del visitatore, promuovendo anche un programma strettamente a “vocazione sociale”, in quanto la crescita culturale è il miglior antidoto all’illegalità e i presidi museali sono tenuti ad intervenire anche in tal senso.
La strategia vincente è stata sicuramente quella di non limitarsi ad aumentare quantitativamente il numero di persone che partecipano alle proposte culturali ma sviluppare la conoscenza e la diversità dei pubblici, fornendo esperienze artistiche e culturali che siano coinvolgenti, arricchenti e di qualità.
Le “buone pratiche” sono quindi fattibili e la gestione della Associazione potrebbe costituire un esempio virtuoso, per quanto perfettibile, in grado di far comprendere a livello politico e decisionale come nulla in questo campo possa essere lasciato al caso: né le professionalità che si occupano di programmazione culturale né le modalità e le strategie stesse d’azione.
La Palazzina del Belvedere, inoltre, ultimamente ha ottenuto un ulteriore riconoscimento, questa volta dalla Regione Puglia. La Sezione Promozione della Salute e del Benessere ha attribuito il marchio “Puglia loves family” a valle di una valutazione positiva relativa al possesso degli standard qualitativi per accogliere le famiglie al museo.