di Giancarlo Sacrestano per IL7 Magazine
Nei giorni scorsi sono stati resi pubblici, dalla società di gestione “Aeroporti di Puglia” i risultati del primo quadrimestre di attività degli aeroporti della nostra Regione.
Tra i dati, spicca il consuntivo dell’aeroporto del Salento, che registra un incremento del +12,4%: 665.565 i passeggeri del 2018 a fronte dei 592.018 del 2017. Il valore risente, in positivo, dei voli riprogrammati su Brindisi, in linea con un trend consolidatosi nel tempo. Dati che confermano il trend positivo che colloca l’aeroporto della città dei messapi il miglior aeroporto pugliese.
L’aeroporto brindisino registra anche il miglior dato percentuale riferito alla linea internazionale che, nei primi quattro mesi, si apprezza di un +34,6%, con 118.537 passeggeri a fronte degli 88.077 del 2017. Buon risultato anche per la linea nazionale, i cui passeggeri passano dai 502.562 dello scorso anno ai 545.837 del 2018, con un incremento pari al +8,6%.
Sempre l’aeroporto del Salento di Brindisi segna, anche nel mese di aprile, un ulteriore buon risultato in termini di passeggeri, passati dai 177.074 del 2017 ai 190.551 di aprile scorso, con un incremento del +7,6%. Eccellente l’incremento della linea internazionale (+28,5%), che tocca quota 45.105 passeggeri; si attesta al +2,4%, invece, l’incremento della linea nazionale, i cui passeggeri sono stati 144.881 contro i 141.446 di aprile 2017.
Lo scorso 10 maggio anche ENAC, Ente Nazionale dell’Aviazione Civile ha pubblicato sul proprio sito i risultati dello stesso periodo, ma leggendo i dati si apprezza con maggiore efficacia il trend dei quattro scali pugliesi sottoposti ad Analisi.
I dati ENAC rendono maggiore evidenza dei differenti trend dei principali scali, sostanzialmente negativo quello di Bari, positivo quello di Brindisi le cui performance, se lette poco oltre la patina di quanto ha cercato di disegnare promozionalmente la stampa, palesa una sottovalutazione della effettiva valenza dello scalo brindisino.
Poco ha inciso sul piano delle performance il trasferimento, per una settimana, dell’intera attività dell’aeroporto di Bari a quello di Brindisi, che ha ridotto veramente al minimo i disagi per le compagnie e per i passeggeri.
Una visione Baricentrica restringe l’intero panorama dei dati a solo quelli che marcano o evidenziano le omogeneità, trascurando la sostanza che prevede per Brindisi il vero polo leader del traffico aeroportuale.
In Pochi, pare ricordino, in queste circostanze che la società di gestione degli scali aerei della nostra regione, vede la partecipazione, seppur minoritaria di importanti soci pubblici. Infatti Aeroporti di Puglia non è una società privata ma bensì pubblica, che riguardano peraltro un “servizio pubblico”, offerto dall’ Adp che è un’impresa pubblica, essendo società partecipata dalla Regione Puglia che detiene il 99,414 % delle quote societarie. I restanti millesimali azionari, sono detenuti dalla Camere di Commercio di Bari (0,059%), Brindisi (0,004%), Lecce (0,002) e Taranto (0,400%) , dall’Amministrazioni Provinciali di Bari (0,059%), Brindisi (0,002%) e Foggia (0,009%) e dal Comune di Bari (0,040%) e Brindisi (0,012%).
Letta così si comincia a capire molto di più. Il differente peso politico esalta o omette taluni dati.
Quanto gli interessi sullo sviluppo degli aeroporti sia fondamentale e su di essi si giochino partite assai importanti, sta nella lettura della sentenza n. 9912 depositata venerdì 20 aprile a Sezioni Unite della Corte di Cassazione che ha deciso: la società Aeroporti di Puglia deve mostrare ad Alitalia i documenti contrattuali stipulati nel 2009 e nel 2014 con Ryanair grazie ai quali la compagnia aerea irlandese avrebbe pianificato una campagna pubblicitaria alle destinazioni pugliesi sul proprio sito web in cambio di una sconosciuta importante contropartita economica. Ottenendo dalla società di gestione aeroportuale pugliese importanti sconti anche sui servizi di handling cioè l’assistenza a terra per la compagnia irlandese a low coast.
Dopo aver provato ogni tipo di opposizione legale e giudiziaria si è arrivati finalmente ad una decisione definitiva e soprattutto giusta e trasparente: la società pubblica di gestione degli aeroporti pugliesi deve mostrare tutti i contratti ad Alitalia, che ne aveva fatto richiesta sin dallo scorso 16 marzo 2015. La decisione della Suprema Corte arriva dopo un lungo percorso di cause e ricorsi iniziato nelle aule del Tar Puglia (sentenza numero 1599/2015), per passare poi in quelle del Consiglio di Stato e, per ultimo, dinnanzi alla decisione della Suprema Corte.
Rileggere col senno di questa sentenza il differente peso degli scali di Bari e Brindisi è scritto nelle tratte che la importante compagnia ha eseguito sugli scali pugliesi.
Con i soldi di tutti, il vantaggio è stato per pochi.
Nel mentre i dati consolidati rappresentino l’assoluta inconsistenza dell’aeroporto Gino Lisa di Foggia, per cui i politici locali si sbracciano e reclamano un ruolo strategico, per Grottaglie è stato siglato, recentissimamente, un importante quanto avveniristico sogno-progetto, la realizzazione del primo spazioporto italiano, per consentire a merci e persone di viaggiare ben oltre le nuvole là dove il volo si veste il sogno di rotta suborbitale, parola del presidente della Regione Puglia.