
Bomba o non bomba. Covid o non Covid, il multisala Andromeda di Brindisi prova a ripartire con un mito assoluto degli anni Cinquanta e Sessanta: il cinema all’aperto, con la soluzione del drive-in.
La pandemia da Covid-19 e le necessarie restrizioni imposte dal Servizio Sanitario Nazionale, – espresse attraverso le varie normative e decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri – hanno costretto l’intero comparto audiovisivo a un arresto forzato delle attività produttive: dal profilo di primo piano, quello artistico, a quello delle maestranze, della produzione e distribuzione delle pellicole cinematografiche e, ovviamente, alle piccole e grandi sale.
Cogliendo il potenziale del bacino d’utenza brindisino e desiderando fortemente promuoverlo, Fulvio Lucisano, storico produttore cinematografico e televisivo – sua la Italian International Film, (col cui marchio ha realizzato vari multisala tra Roma e nel Sud Italia) –, proprietario del cinema Andromeda, ha avviato una interlocuzione col Comune di Brindisi per dare un possibile, temporaneo sbocco all’attività cinematografica in forte crisi.
Attraverso Fabio Marini, produttore, location manager e referente per Brindisi del Lucisano Media Group, ha contattato il sindaco Riccardo Rossi per valutare soluzioni alternative agli schermi in ambienti chiusi, almeno nei mesi estivi e fino a quando non saranno indicati interventi precisi sul lungo periodo.
“Ho accolto favorevolmente l’idea del produttore e cavaliere del lavoro Fulvio Lucisano, proprietario del cinema Andromeda di Brindisi, di riprendere l’attività nella nostra città con il drive-in” – riferisce Rossi in una nota attraverso il suo profilo Facebook: “Mi sembra un’ottima prospettiva culturale per il nostro territorio. Se il Governo, con i prossimi provvedimenti, riterrà che il sistema cinematografico dei drive-in sia una strada percorribile per riaprire l’attività dei cinema nella stagione calda in arrivo, saremo felicissimi di avere questa offerta a Brindisi”.
Per il sindaco “questo vuol dire permettere alla nostra comunità di poter ricominciare a vedere film sul grande schermo e passare un momento piacevole, significa permettere ai lavoratori del multisala di riprendere a lavorare e alla filiera cinematografica di ripartire con la distribuzione dei film. In questi giorni – conclude -con gli uffici comunali stiamo verificando i permessi necessari per farci trovare preparati a questa eventualità”. Un mandato esplorativo, quindi, per verificare la fattibilità del progetto, ma che ha già trovato disponibile ascolto presso l’Amministrazione comunale di Brindisi.
L’idea, come spiega Fabio Marini, prevede l’allestimento di un drive-in nell’area del parcheggio del cinema e di un’arena nello spazio retrostante, per consentire di assistere agli spettacoli anche a chi non vorrà, o non potrà, recarvisi in auto; le valutazioni delle opportune misure di sicurezza rispetto al rischio di contagio da Coronavirus sono ferme ai box perché la ripresa, seppure parziale, dei processi cinematografici, è al vaglio del Governo, tramite la mediazione dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema. E finora nei DPCM non vi è menzione alcuna di questa tipologia produttiva che, con ogni probabilità, sarà l’ultima a recuperare terreno, anche se per maggio si attende un emendamento in tal senso, aggiunge il referente del Gruppo Lucisano.
Anche Oreste Pinto, assessore allo Sviluppo del Comune di Brindisi, si aspetta “una regolamentazione ad hoc per consentire l’agglomerato di auto, perché nell’ultimo decreto non c’è nulla che permetta i pubblici spettacoli”. Ma appare ottimista anche per il futuro più lontano dei film sul grande schermo: “A mio avviso i cinema potrebbero garantire la distanza di sicurezza. Considerando anche che ci sono tante strutture che sarebbe difficile riformare, come gli stadi”.
Il mondo dello spettacolo nella sua interezza, e l’industria cinematografica in questo caso, è al centro quindi di un profondo mutamento che potrebbe cambiare per sempre le regole della sua realizzazione e fruizione, ridefinendo lo scenario di un prodotto culturale di fondamentale importanza: fin qui, le grandi produzioni hanno affrontato la situazione che le ha colte in modo totalmente imprevisto proseguendo la programmazione via streaming. Ma è chiaro che il cinema è “l’esperienza” in sé, l’insostituibile alchimia tra la platea, il buio e il magico fascio di luce su telo bianco. Il valore dell’esperienza cinematografica risiedeva tutto lì, ma da ora in avanti dovremo fare i conti coi dispositivi di protezione personale – mascherine, guanti, per ridurre il rischio di contaminazione – e distanziamento sociale.
In questo quadro semi apocalittico da incubo per gli amanti del cinema, si inserisce la doppia sventura del maxicinema Andromeda di Brindisi, che vive un surreale interregno dalla fine del 2019. Il due novembre dell’anno scorso, infatti, durante i lavori di ampliamento della struttura, – che lo porterebbe da sette a dieci sale – venne rinvenuto un ordigno bellico risalente al Secondo conflitto mondiale, le cui operazioni di disinnesco si conclusero oltre un mese più tardi, il 15 dicembre, comportando l’evacuazione più imponente della storia in Italia, con l’allontanamento di 54mila cittadini dalle proprie case. Quasi venti lavoratori fermi nel periodo più proficuo per il cinema, quello delle festività natalizie – tra personale della struttura principale e quello delle attività commerciali satelliti dell’area in questione –, e sempre sostenuti dalla solidarietà dei Brindisini, che avevano salutato la fine del fermo col manifesto del famoso film “Il paradiso può attendere”, sul profilo social ufficiale dell’Andromeda. La loro personale quarantena era finita e le luci del cinema poterono riaccendersi il successivo 17 dicembre con una ripartenza di tutto riguardo, anche grazie all’arrivo in sala del film campione d’incassi “Tolo Tolo”, di Checco Zalone – cavallo sicuro su cui puntare per rimpinguare le casse dell’esercente. Ma, poco più di due mesi più tardi, il multisala è precipitato nuovamente all’inferno; quello del Covid-19, che ha costretto i titolari a spegnere nuovamente i proiettori l’8 marzo scorso, per effetto del primo DPCM che ha chiuso i battenti di un Paese intero, in prima istanza fino al 3 aprile scorso ma, di fatto, a data da destinarsi.
L’ultimo spettacolo dell’ultimo film in programmazione all’Andromeda è stato “Volevo nascondermi”, la biografia del pittore Antonio Ligabue, interpretato da Elio Germano, vincitore dell’Orso d’argento al festival di Berlino 2020, e arriviamo così a questi giorni, con le prime prove di riconquista di una normalità che, forse, non ricordiamo più tanto bene come fosse, e il maxicinema locale resiste ai contraccolpi della sorte avversa rimestando nel passato, quello delle fascinose suggestioni tutte rock and roll e brillantina del decennio ’50-’60, del cinema sotto le stelle, nello spazio delle auto in sosta. Ed è subito “American Graffiti”, pellicola seminale di George Lucas, passando per l’Arnold’s Drive-In della serie cult americana “Happy days”, per arrivare a John Travolta che ci prova, invano, con Olivia Newton-John in “Grease”: i passatisti più romantici, gli Stati generali della nostalgia possono iniziare a fantasticare, e sperare di vedersi risarcita, almeno in parte, la mestizia di queste settimane di limitazione delle libertà individuali e sociali coi sogni che solo il Cinema può regalare, in un percorso che si configura di una lenta, paziente gradualità.
Una delle ultime promozioni del multisala, quella del 14 febbraio, per San Valentino, prevedeva il costo unico del biglietto a coppia, con uno slogan che oggi appare, sinistramente quasi, un oscuro presagio: “Ama il cinema! Vieni al cinema in coppia e BACIATI”. Baciarsi: una vita fa, insomma, quando era impensabile che l’espansività fisica fosse veicolo di alto rischio sanitario da trasmissione di un’infezione letale. Incollare le proprie labbra a quelle del partner; perché, parliamoci chiaro, il drive-in nasce come portatore (sano!) di passione più o meno romantica. Se il distanziamento sociale sarà garantito tra le auto, come si metterà la situazione all’interno dell’abitacolo? Chi garantirà il distanziamento delle mucose?
Prossimamente, sui migliori schermi.