Anche se il DNA del brindisino medio – ed essendo io stesso brindisino da infinite generazioni, lungi da me affermarlo al fine di criticare la città che più amo e che ritengo essere la migliore in cui poter vivere – è pervaso da un certo pessimismo di fondo, frutto di infinite delusioni, da una ricerca estrema e quasi spasmodica del pelo nell’uovo che ora chiamasi più elegantemente dietrologia e, per dirla in sintesi, da una sorta di atavica convinzione che tutto debba andare storto, che nessuno fa niente per niente, e che la mano che ti accarezza sarà la stessa che ti bastonerà, esiste, in città, un luogo che mette tutti d’accordo: dove la pace regna sovrana, in cui i bambini possono correre felici, giovani e meno giovani fare attività motoria all’aria aperta senza che nessuno li disturbi, lontani dai gas delle auto e dove tanti animali, anche selvatici, non solo riescono a vivere in armonia con l’uomo ma in qualche caso si riproducono con regolarità.
Sto parlando, ovviamente, del Parco Urbano del Cillarese che non esito a definire il fiore – giusto per rimanere ancorato alla natura – all’occhiello della città . Si tratta del più grande parco cittadino esistente in Puglia con la sua estensione di 45 ettari che parte a circa 50 metri a monte della foce del canale nel seno di Ponente e termina dopo poco più di un chilometro lì dove è apposta la recinzione del Consorzio A.S.I. al confine con la diga e l’oasi naturalistica dell’omonimo invaso. Per rimanere ancorati al tema degli animali, il parco è uno dei pochi posti in cui è possibile ammirare una gran quantità di uccelli acquatici senza dover guadare paludi, attraversare canneti, inzaccherarsi di fango o, nella stagione estiva, in qualche raro specchio d’acqua non prosciugato dai feroci raggi del sole. Insomma è l’ideale per educare i nostri bambini alla conoscenza ed al rispetto verso gli animali selvatici facendoli ammirare dal vivo in tutta la loro eleganza e dignità e non attraverso lo schermo di uno smartphone o, peggio ancora, attraverso le sbarre di una gabbia.
Anche se prediligo gironzolare nel parco al mattino presto, quando è quasi deserto, e posso assistere al pigro risveglio delle anatre che, dopo aver dormito sui prati attorno ai laghetti o su quello adiacente al canale dal lato in cui via Provinciale San Vito si interseca con via Ciciriello, stentano a carburare e fanno un po’ di buffo stretching o, per dirla alla brindisina, si stiracchiano, prima di fare ingresso in acqua, talvolta capita di farci un salto la domenica mattina, quando il Parco del Cillarese già pullula di famiglie con bambini e ragazzini che si sfogano correndo all’impazzata dopo sei giorni di forzata reclusione, nella migliore delle ipotesi fra i banchi di scuola o ancorati e segregati davanti al computer sia per la didattica a distanza che per gli odiosi videogames o come caspita vengono chiamati ora.
E’ capitato proprio domenica mattina che, mentre attraversavo a piedi, il parcheggio del parco del Cillarese una bambina appena scesa dall’automobile, in preda all’eccitazione, rivolta ai genitori gridasse: “mamma, papà andiamo da Guendalina!!!” Il che mi ha procurato un intenso compiacimento ed un sorriso, celato dalla mascherina antivirus, a 360 gradi.
Per chi non lo sapesse Guendalina è uno splendido esemplare di Oca indiana (Anser Indicus) sfuggita anni fa da un qualche allevatore che si è perfettamente acclimatata nella zona dei laghetti, non disdegnando qualche salto anche nel vicino canale e con il nome di una delle due oche protagoniste degli Aristogatti (l’altra è Adelina) è conosciuta, amata e coccolata dai frequentatori abituali del Parco Urbano del Cillarese. La sua grosse mole e l’empatia verso le anatre con cui convive, le ha permesso, in questi anni, di essere una sorta di loro nume protettore e, come mi è capitato più volte di osservare in primavera, difende a spada tratta i piccoli anatroccoli, tenendo lontani, a suon di beccate e sbattiti di ali, i gabbiani ed altri possibili predatori.
Ma se Guendalina è l’autentica star del Cillarese e le sue foto ed i suoi video spopolano da anni sui social, non è l’unica ad essersi guadagnata la simpatia di grandi e piccini e, soprattutto, un nome proprio che l’identifichi a pieno titolo.
Proprio all’ingresso del parco, quasi al termine del canale che, dopo il ponticello stradale sfocia nel seno di Ponente, c’è la presenza fissa, fra anatre germanate e gallinelle d’acqua, di Betta la Garzetta, un bell’esemplare bianco, con il becco nero e le zampe gialle. E’ un airone di medie dimensioni che oramai dimora in pianta stabile in questa parte del canale avendo rinunciato sia a migrare, come fanno molti suoi consimili, che, addirittura anche all’idea di andare a passare la notte sui rami di alberi/dormitori come fanno tutti gli altri aironi del mondo! Per cui Betta la vedi sempre lì con i piedi nell’acqua bassa del canale, a caccia di cefali ed altri piccoli pescetti, incurante delle auto e dei pullman che passano sul ponticello e della confusione che creano gabbiani ed anatre quando qualcuno getta loro del cibo dal bordo del canale. Ricordo un solo momento in cui Betta si allontanò per qualche tempo dalla sua postazione: precisamente nel novembre del 2019 quando in quel punto del Cillarese, planò un grande Cigno reale fuggito da un allevatore e vi rimase per un paio di giorni, fino a quando il proprietario non venne a recuperarlo: solo allora Betta, che nell’occasione, evidentemente spaventata dalla stazza di quel bestione, si trovava completamente fuori dall’acqua, abbarbicata su un cespuglio cresciuto a bordo del canale ad osservare la scena, tornò al suo posto, con le zampe in acqua, a fare quello che aveva sempre fatto, come se niente fosse.
Risalendo il Cillarese di un paio di centinaia di metri possiamo incontrare facilmente Cinderella o Cenerentola, l’elegante Airone cenerino che, appena si rende conto di essere osservato, dispiega le sue grandi ali e si sposta di qualche metro in direzione dell’invaso, dove comunque, a differenza dell’amica Betta, va a passare la notte insieme a decine di suoi consimili, per poi ritornare regolarmente nel canale la mattina dopo.
Infine, da qualche giorno a questa parte, la parte terminale del canale Cillarese può contare su un nuovo ospite “esotico”, un imponente esemplare bianco e nero di Anatra mulard, ibrido fra Anatra di Barberia ed Anatra di Pechino, per intenderci la stessa varietà di cui fa parte il mitico Paperino o Donald Duck di Walt Disney. Giusto per restare in tema e vista l’assonanza della razza mulard e delle sue origini cinesi, proporrei di chiamare questo nostro nuovo amico, che subito si è integrato, come un gigante buono, con la comunità di piccole Anatre germanate, Mulan, come l’eroina della Disney che salvò la Cina.
I brindisini hanno familiarizzato con la presenza urbana di questi splendidi uccelli e mostrano costante attenzione per il loro benessere, che non si limita solamente a fornire loro cibo, ma anche a vigilare a che nessuno faccia loro del male in quanto ormai la coscienza civica è cresciuta al punto di comprendere perfettamente che bene pubblico significa bene della collettività e non cosa di cui ognuno può fare ciò che vuole ed il parco urbano del Cillarese, con tutti i suoi ospiti, viene vissuto esattamente come bene pubblico in questa accezione più nobile.
Così è accaduto più volte che la presenza di malintenzionati che davano la caccia agli animali è stata tempestivamente segnalata alle forze dell’ordine che sono prontamente intervenute e quando ci si è trovati di fronte ad animali in palese difficoltà non si è esitato a contattare il Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi perché si prendesse cura della povera bestiola.
Per questo mi sembra doveroso, oltre che utile e piacevole, rivolgere qualche domanda sull’argomento alla responsabile del Centro Fauna Selvatica, la biologa Paola Pino d’Astore, che i nostri lettori hanno imparato a conoscere ed apprezzare anche in occasione di alcuni reportage naturalistici in luoghi decisamente più impervi ed inospitali (per gli uomini, ovviamente, non certo per gli animali) rispetto ad un parco urbano.
Paola, la sede del Centro Fauna Selvatica della Provincia di Brindisi – Santa Teresa S.p.A. si affaccia proprio sul Parco Comunale del Cillarese, è capitato che fruitori del parco si rivolgessero a voi dopo aver notato in difficoltà qualcuno degli animali lì presenti?
“Si, qualche volta è capitato ed in effetti la nostra sede di Brindisi si trova di fronte alla foce del canale Cillarese, nella vecchia caserma dei Vigili del Fuoco. I cittadini hanno rinvenuto in difficoltà soprattutto uccelli appartenenti alle specie Tortora dal collare orientale, Gabbiano comune ed Anatra germanata che assomiglia molto alla sua versione selvatica, ovvero il Germano reale, ma è un anatide che ha origine da pratiche d’allevamento a scopo amatoriale ed ornamentale, come anche la vistosa Oca indiana e la bella Mulard recentemente introdotta da ignoti nel Parco del Cillarese. Le cause del ricovero nel Centro Fauna Selvatica sono per lo più riconducibili a ferite lacere, intossicazioni alimentari e patologie aviare. Ogni eventuale anomalia (come ad esempio il ritrovamento sul posto di più carcasse animali) è segnalato dal Centro Fauna Selvatica della Provincia alla Polizia Locale, al Servizio Veterinario dell’ASL di Brindisi ed al Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari che è anche convenzionata con la Regione Puglia per la Direzione Sanitaria del Centro Recupero Selvatici Regionale di Bitetto, con i quali collaboriamo da molti anni”.
Sappiamo che gli animali selvatici sono patrimonio indisponibile dello Stato e sono protetti dalla legge, ma gli ospiti del parco sono anche monitorati e censiti ?
“Tutte le specie di uccelli (anatre, aironi, rallidi, laridi) presenti nel parco comunale sono ogni anno regolarmente censite nell’ambito di un grande censimento internazionale degli uccelli acquatici svernanti (International Waterbird Census, IWC), coordinato in Italia dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) allo scopo di ottenere dati sulla distribuzione delle presenze ornitiche e sulle variazioni numeriche osservate negli anni. Ciò costituisce un indice idoneo a descrivere lo stato di conservazione delle popolazioni locali ed a determinare il valore delle singole zone umide, come area di sosta delle diverse specie nel contesto generale dell’areale di svernamento. Il canale del Cillarese ed i suoi laghetti artificiali naturalizzati rientrano nel rilevamento ornitologico di una zona più ampia corrispondente all’intero Porto di Brindisi. A questi censimenti, da 21 anni, partecipa il Centro Fauna Selvatica della Provincia insieme a ornitologi qualificati dall’ISPRA”.
Una delle piaghe dei tempi attuali è l’abbandono degli animali e quando si tratta di animali esotici, abbandonarli in natura può creare qualche problema. Come è la situazione da questo punto di vista nel nostro parco urbano?
“La presenza dei laghetti artificiali ha indotto alcune persone a rilasciare esemplari di testuggine acquatica del genere Trachemys. Si tratta di una specie americana e quindi esotica per l’Europa per la quale è ormai vietato l’acquisto e la detenzione, in quanto specie aliena. Questi rettili non possono essere abbandonati in ambiente naturale e nelle aree protette (parchi e riserve naturali), in quanto estranei al nostro ecosistema ed il danno diretto più immediato è la competizione con la specie europea di testuggine palustre, più delicata e meno aggressiva, la Emys orbicularis, che vive naturalmente nei nostri ambienti acquatici. In assenza di un centro di raccolta delle testuggini palustri americane, i laghetti artificiali del parco urbano costituiscono, anche se non ufficialmente, un’area circoscritta dove contenere questa specie. Al momento non vi sono evidenze di criticità. Insieme alle anatre germanate che negli anni, partendo dal rilascio anonimo di due coppie, si sono stabilizzate con una popolazione media di 160 – 180 esemplari, vi sono altre due specie domestiche, l’oca indiana e la mulard (ibrido sterile) che si sono ben ambientate dopo il loro arrivo. Si tratta di specie domestiche allevate dall’uomo per vari scopi tra cui quello amatoriale ed ornamentale ed in questo caso possono arricchire il parco comunale come avviene in tanti altri giardini e parchi cittadini. I nuovi ospiti, insieme alle anatre germanate, saranno ben felici di ricevere dai fruitori del parco comunale granaglie e mangime, facilmente reperibile nei negozi per animali e che rappresentano un alimento più idoneo dei pezzi di pane”.