Meduse in arrivo sulle nostre coste: ma non tutte sono pericolose

di Alessandro Caiulo

Fra gli animali più affascinanti che mi capita di fotografare, nelle frequenti immersioni nell’azzurro mare di Brindisi, ci sono sicuramente le meduse: dei veri e propri “fossili” – anche se composte per il 98% da acqua – viventi, la cui evoluzione è ferma da milioni di anni, che sono sempre più diffuse nel bacino del Mediterraneo, sia a causa del riscaldamento globale delle acque che per la riduzione dei suoi predatori naturali quali le tartarughe marine i tonni e gli stessi squali.

Nella mitologia greca Medusa era un mostro orribile con serpi velenose al posto dei capelli ed uno sguardo che trasformava in pietra tutti coloro che avessero osato guardarla negli occhi, un vero terrore per gli uomini. Fu uccisa da Perseo che le recise il capo, ma anche la testa mozzata, con la sua corona di serpenti velenosi in bella vista ed il suo sguardo pietrificante, conservava lo stesso terribile potere ed è innegabile che la forma della medusa ed i suoi tentacoli urticanti ben possono rievocare il mito di questa testa mozzata dallo sguardo letale e con dei serpenti velenosi al posto della chioma e che, a ragione, è tuttora considerata un pericolo, anche se assai raramente mortale, per i bagnanti che incappano non tanto nel suo sguardo quanto nei suoi urticanti tentacoli!

Come un po’ tutti sappiamo, per esperienza diretta, alcune specie di meduse, possono rappresentare una vera e propria minaccia per i bagnanti a causa dei tentacoli urticanti ed il fatto che il loro numero si sia praticamente decuplicato dal 2010 ad oggi ha comportato che anche le persone che hanno dovuto sottoporsi a cure dopo un incontro troppo ravvicinato con questo particolarissimo animale sono aumentate vertiginosamente. Anche se questa estate non c’è da aspettarsi una vera e propria invasione come quella del 2013, qualche consiglio è opportuno darlo sul come comportarsi. Sicuramente da evitare è qualsiasi contatto con la famigerata Pelagia Noctiluca, bella quanto pericolosa, dotata di un ombrello rosa violaceo capace di emanare luce propria (bioluminescenza) e di 8 lunghissimi tentacoli retrattili che, in caso di contatto, rilasciano sulla pelle dello sfortunato bagnante sostanze urticanti che provocano una reazione infiammatoria acuta caratterizzata da eritema, gonfiore, vescicole e bolle, accompagnata da bruciore e sensazione di dolore.

In caso di contatto con essa ed in assenza di medicinali appositi (cioè un gel astringente al cloruro d’alluminio, utile anche per le punture di zanzara) sarà fondamentale, anche per evitare di rimanere deturpati da brutte cicatrici, evitare di grattarsi o mettere del ghiaccio, ma bisogna, ricorrere ad acqua di mare calda, in quanto il veleno è termolabile, e bicarbonato. Meno efficace, anche se molto folkloristico, è il famoso rimedio della nonna che suggeriva, in mancanza di acqua calda ed ammoniaca, di utilizzare la propria urina! Urticante, ma non troppo, è anche la medusa bruna o Chrysaora hysoscella, con ombrello a disco volante e dalle riconoscibili bande marroni.

Assolutamente innocue, almeno per l’uomo, sono entrambe le meduse giganti presenti nel mare di Brindisi, cioè la Cassiopea o Cothyloriza Tubercolata, grossa medusa di colore marrone con 8 braccia ramificate che terminano con dischetti azzurri, ed il polmone di mare o Rhizostoma Pulmo, di colore biancastro con margini blu acceso: sono molto spesso accompagnate nel nuoto fra le correnti da giovanissimi pesci che, in caso di pericolo, si rifugiano fra i loro tentacoli: è’ davvero una esperienza molto suggestiva quella di nuotare assieme ad esse e godere dello spettacolo dei pesciolini che si spostano allo stesso ritmo di danza dei sinuosi movimenti dei loro grossi tentacoli.