«Largo Ubaldo Lay»: il carismatico «tenente Sheridan», il più popolare e amato della tv italiana degli Anni Sessanta, da oggi, ha anche un posto nel cuore del borgo medievale mesagnese, in via Albricci, oltre che nei ricordi dei suoi concittadini d’adozione.
Il best seller del pop tricolore, «Nel blu dipinto di blu», eseguito dall’orchestra «F. Fasano- L. Leo» diretta dal maestro Francesco Poci, ha introdotto, sabato 20 ottobre, la cerimonia per l’intitolazione all’attore Ubaldo Lay della piazzetta in via Albricci.
La serata, presentata da Mario Cutrì, pioniere dell’evento, ha visto la partecipazione del Primo cittadino, del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Semeraro, del presidente del Lions Club, Luigi Resta, del presidente nazionale Arti, Carmelo Grassi di cittadini affezionati e della commossa figlia Eleonora Bussa.
«Mesagne era per mio padre la sua seconda casa. Qui ha conosciuto mia madre Olga Bogaro e ogni anno ci trascorrevamo insieme quattro mesi. A Mesagne mio padre si rilassava, andava a cena con gli amici, al mare a Porto Cesareo ed ha voluto che fosse sepolto anche qui» dice la figlia Eleonora.
« Sono grata a Mesagne che dopo tanti anni si è ricordata. Una città che ha dato tanto a lui, ma anche lui ha dato tanto a Mesagne e io ci torno volentieri perché ho gli amici e i ricordi di gioventù».
Ubaldo Lay ha sempre colto l’occasione per elogiare la Puglia e in particolare le bellezze di Mesagne di cui era perdutamente innamorato, come della moglie Olga, nella trasmissione radiofonica «Chiamate Roma 3131»: nonostante la città di Mesagne fosse protagonista in quegli anni di fatti cronaca, l’attore esaltava spesso ai microfoni il fascino e il rapimento per questa città, la cordialità e l’affetto dei suoi cittadini. Al punto da sposare la mesagnese Olga Bogaro nel 1944 e viverci insieme fino alla fine dei loro giorni.
«E’ un’ operazione culturalmente importante perché rimanda al valore della piccola storia antica di una certa tv generalista e popolare che ha unito l’Italia» ha commentato il sindaco Pompeo Molfetta.
«Da tre anni con l’aiuto del presidente del Consiglio comunale stiamo spingendo molto sul recupero e valore della memoria e identità di questa città, che passa attraverso il riconoscimento di tutti coloro che hanno dato lustro nel campo della scienza, della letteratura, dello spettacolo. E siamo contenti di aver iniziato con Ubaldo Lay perché alla fine Mesagne si innamora della sua storia e questo rafforza le proprie radici» ha concluso il Primo cittadino.
La consegna del busto in bronzo raffigurante Ubaldo Lay da parte del dott. Roberto Chiavarini, direttore artistico dell’ «Associazione Italia in arte nel mondo», ha consacrato la vita di una memoria generazionale che non deve esaurirsi con la morte di un mito. (Nella foto d’epoca il momento della celebre multa per divieto di sosta inflitta a Brindisi nel 1968 dal vigile Lillino Semeraro al celebre tenente Sheridan)