
L’Associazione Mattia Passante ets, sorta in nome del 26enne brindisino morto il 31 dicembre 2020 per un glioblastoma (uno dei tumori cerebrali più aggressivi che esistano, ad esito infausto nella pressoché totalità dei casi), a due anni dalla costituzione inaugura la nuova sede operativa a Brindisi al numero 41 di via Angelo Titi.
Grazie al sostegno incondizionato ed alla sensibilità della Nettuno Parking s.r.l. che ha messo a disposizione dell’associazione in comodato d’uso gratuito la struttura e l’arredamento della stessa ed alla Project Lab S.r.l.s. per l’assistenza software ed hardware, l’ente può vantare una sala per videoconferenze e progettualità oltre a spazi dedicati all’accoglienza, assistenza e didattica.
Dopo il progetto innovativo “Psiconcologia in corsia”, primo nel suo genere nel Meridione e tra i pochissimi in Italia, che prevede la presenza di uno psiconcologo, Angelo Perfido ed una psicologa, Alessandra Roma, nel reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale Perrino di Brindisi per il supporto pre-post intervento sia ai pazienti che ai familari ed ai caregiver, ha assunto una rilevanza nazionale il progetto “Psiconcologia online”, con il quale Attraverso un la psiconcologa Mariantonietta Berio, attraverso un numero dedicato, mette a disposizione la sua professionalità tramite colloqui online con pazienti, loro familiari e caregiver.
Entrambi i servizi sono resi in forma gratuita e nel rispetto della privacy di chiunque si rivolga ai professionisti coinvolti, giacché L’associazione fa fronte alle spese tramite donazioni spontanee.
La storia di Mattia Passante era diventata virale grazie al suo “Diario di Bordeaux”, il racconto tragironico del glioblastoma, dalla diagnosi alle cure, scritto a puntate su Instagram e ben presto conosciuto in tutta Italia: “Laurea in Giurisprudenza, Brindisi, Puglia, teatro, cucina, tumore al cervello ma niente di serio”, così parlava di sé, l’indimenticato Mattia Passante, nella sua biografia social, che amava ripetere “Se raccontando il mio tumore, senza paura e senza vergogna, potessi essere utile anche ad una sola persona, ne sarei felicissimo”.
Marina Poci