
Di Marina Poci per il numero 383 de Il7 Magazine
Alla fine in soccorso del nuovo ospedale di Monopoli-Fasano è arrivato direttamente il Ministero della Salute, ammettendo a finanziamento l’intervento di completamento con arredi e attrezzature con una dotazione finanziaria di ben 80 milioni e 250mila euro (a fronte di un modesto contributo regionale, pari a 4 milioni e 250mila euro): ad annunciarlo, con una nota congiunta diramata agli organi di stampa nel giorno di Santo Stefano, sono stati il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Piemontese.
L’intervento, che rientra nell’ambito del Programma Investimenti ai sensi dell’articolo 20 della legge numero 67 del 1988 (riguardante gli interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico), è parte dell’Accordo di Programma integrativo per il settore degli investimenti sanitari, siglato il 31 luglio 2024 tra la Regione Puglia e il Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’aggiudicazione delle gare di appalto dovrà avvenire entro 18 mesi dalla data di ammissione a finanziamento (disposta lo scorso 24 dicembre).
“Con il completamento con arredi e attrezzature, il nuovo ospedale Monopoli-Fasano, sarà la prima nuova e moderna struttura che integreremo nella rete territoriale della Puglia, volta a garantire servizi di qualità e a rispondere alle esigenze di salute dei cittadini di una vasta area del territorio pugliese”, si legge nella nota.
E in effetti il nosocomio, afferente ad ASL Bari, ma di fatto situato a cavallo tra le due province di Bari e Brindisi, sorge su un’area pari a 178.000 metri quadri, ha una superficie lorda di circa 63.000 metri quadri (sviluppata su tre livelli) e un volume complessivo di 295.000 metri cubi e servirà un bacino di utenza di oltre 260mila persone, disponendo di 299 posti letto, 150 camere di degenza, 9 sale operatorie (di cui una per emergenza-urgenza e una per ortopedia), un parcheggio per 742 posti auto e un impianto fotovoltaico con capacità di 915kWp.
Dopo un iter lungo e complesso, la certificazione della conclusione ufficiale dei lavori, con relativa consegna dell’immobile, è avvenuta il 5 giugno scorso, a seguito di ordine di servizio, datato 5 aprile, con cui la direzione dei lavori, registrando ritardi e inadempienze, aveva intimato all’appaltatore di terminare entro 60 giorni. Stando a quanto riferito sia dal presidente della Regione che dall’assessore al Bilancio Fabiano Amati, le operazioni di collaudo dovrebbero avvenire entro il febbraio 2025, mentre bisognerà capire se, in virtù del nuovo termine di 18 mesi stabilito per l’aggiudicazione degli appalti, l’inaugurazione, con conseguente avvio del piano di trasferimento delle attività dall’ospedale San Giacomo di Monopoli alla nuova struttura, slitterà rispetto alla prevista data del 20 luglio 2025.
In ogni caso, secondo il cronoprogramma definito dalla ASL, in una prima fase dovrebbero essere garantite tutte le prestazioni e i servizi attualmente offerti dal vecchio ospedale, per poi arrivare all’incremento di unità operative e servizi aggiuntivi e collaterali alle unità operative già funzionanti, così da raggiungere rapidamente la configurazione di ospedale di primo livello. Parallelamente, sarà studiato un programma di riconversione dell’attuale presidio ospedaliero, mettendo a disposizione gli spazi per il potenziamento dell’assistenza territoriale nell’intera area.
In fase di avvio, infine, vi sono i contatti tra l’assessorato regionale al Bilancio e quello ai Trasporti che, coinvolgendo i sindaci dei comuni maggiormente interessati alle prestazioni del nuovo ospedale (Monopoli, Fasano, Cisternino, Locorotondo, Alberobello e Polignano a Mare), dovranno predisporre il servizio di trasporto pubblico verso il nuovo plesso.
A firmare il progetto del nuovo ospedale è stato l’architetto catalano Albert De Pineda, uno dei massimi esperti di architettura sanitaria e socio-sanitaria a livello internazionale, particolarmente versato in attività di progettazione ospedaliera sostenibile (il plesso è infatti stato edificato con tecniche ingegneristiche e architettoniche in grado di garantire consumi energetici pari al 30% in meno rispetto alla media delle strutture attuali).
In occasione di uno dei sopralluoghi sul cantiere, avvenuto a maggio del 2023, De Pineda si soffermò sul concetto di umanizzazione delle infrastrutture sanitarie per moltiplicare le possibilità di recupero e guarigione: “Questo ospedale esprime un concetto nuovo, pensato e realizzato per sorgere proprio in questo luogo che ha un paesaggio così speciale, immerso tra gli ulivi monumentali che sono vere e proprie sculture naturali”, ebbe a dire l’archistar. “Una struttura con un impatto ambientale molto basso e perfettamente integrata con il paesaggio che, però, pur avendo grandi dimensioni, è costruita a misura d’uomo, tenendo cioè sempre presente che l’ospedale deve essere fatto su “scala umana”, far sentire il paziente il più possibile in un ambiente domestico, come fosse a casa sua. La qualità realizzativa è molto alta, ogni degenza è in rapporto stretto con il verde esterno, per cui penso che anche questo contribuirà alla guarigione o al recupero dei pazienti. Tutto, dall’uso della pietra locale al colore, contribuisce a far sì che questo ospedale sia stato concepito non in maniera standard, artificiale, ma disegnato per integrarsi con questo luogo. Con il Covid è anche cambiata in generale la concezione architettonica dell’ospedale stesso, che dev’essere dotato di grandi spazi, essere flessibile e capace di cure e attrezzature ad alta intensità ma anche adattarsi velocemente a grandi emergenze, dalla pandemia ai disastri naturali, come un terremoto”.
La dotazione dell’ospedale prevede, tra l’altro, 14 letti tecnici di osservazione breve intensiva (OBI), 32 postazioni di Day-service e Dialisi, un blocco parto con tre sale parto/travaglio, una sala parto in acqua e una sala per le emergenze ostetriche (attiva per 24 ore). Significativo l’investimento previsto per il servizio di Diagnostica per immagini, che potrà contare su 10 sale con apparecchiature di ultima generazione (due Tac, due risonanze magnetiche, 2 macchine per raggi x, due mammografi, due ecografi), oltre a una fornitura tecnologica dedicata al Pronto Soccorso, con una sala Tac, due sale per rx e una sala ecografia. Sono previste, inoltre, tre sale per Endoscopia, due sale per Cardiologia Invasiva e Radiologia Interventistica, più tre sale per la chirurgia ambulatoriale e due per la chirurgia laser. Il Monopoli-Fasano sarà dunque il primo ospedale della zona tra Bari e Brindisi per la cura delle malattie tempo dipendenti: l’auspicio è che, per la cura delle urgenze, si possa riuscire a decongestionare il Perrino almeno dell’utenza relativa alla zona nord della provincia.