L’uso innovativo dell’intelligenza artificiale al Policlinico di Bari per progetti di ricerca e supporto alla diagnostica per immagini è stato presentato dal direttore generale, Antonio Sanguedolce, nel corso di una tavola rotonda al Laboratorio Sanità 20/30, che si è concluso ieri a Udine. L’evento che si è tenuto a Villa Manin ha riunito esperti nazionali ed europei, manager pubblici e privati, istituzioni, professionisti della sanità per condividere e valutare opportunità e rischi nella applicazione dell’AI alla sanità.
“L’intelligenza artificiale applicata alla sanità promette di rivoluzionare il nostro modo di prevenire, diagnosticare e trattare le malattie. È per questo fondamentale affrontare subito questioni essenziali sulla regolamentazione, ad esempio di aspetti di responsabilità medico-legale o l’accettabilità da parte di medici e pazienti di nuovi sistemi diagnostici”, ha evidenziato il dg Sanguedolce nel suo intervento. Tre i progetti del Policlinico presentati, due di ricerca e un’applicazione nella pratica clinica della radiodiagnostica. Nell’unità operativa di medicina interna universitaria “Baccelli” il prof. Angelo Vacca è partito durante la pandemia conducendo uno studio per riconoscere i segni tipici della polmonite interstiziale da Covid-19 grazie all’utilizzo di algoritmi basati sull’intelligenza artificiale. I risultati potranno essere utili oggi per indagare precocemente lo stato polmonare dei pazienti.
Il secondo progetto di ricerca nell’unità operativa di medicina interna “Murri”, diretta dal prof. Piero Portincasa, riguarda l’impiego dell’IA nell’identificazione precoce della steatosi epatica attraverso rapide scansioni ecografiche del fegato. Mentre software di intelligenza artificiale possono essere attivati nell’unità operativa di radiodiagnostica ad indirizzo senologico, diretta dal prof. Marco Moschetta, per supportare la diagnosi differenziale tra lesioni benigne e maligne nelle ecografie e tomografie della mammella. “Crediamo fermamente che, con una regolamentazione adeguata e una formazione continua, queste tecnologie possano essere un alleato prezioso per ottimizzare la gestione dei percorsi clinici e migliorare l’erogazione dei servizi sanitari”, ha concluso Antonio Sanguedolce.
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