Puglia all’avanguardia per tumori tiroidei e oculistica pediatrica

Storie di sanità all’avanguardia arrivano dalla Puglia in questi giorni: un intervento di termoablazione di appena tre minuti è stato eseguito all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari per distruggere con una guida ecografica ad energia laser un tumore alla tiroide di 5 millimetri su un uomo di 60 anni, mentre un’iniezione intravitreale di anticorpi monoclonali è stata eseguita su un neonato di 3 mesi affetto da retinopatia del prematuro per scongiurare la progressione della malattia all’Ospedale Di Venere.
Il sessantenne è stato dimesso dopo poche ore dall’operazione, effettuata, per la prima volta in Puglia, dal dottor Gaetano Achille, dell’Unità operativa Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-maxillo facciale, coadiuvato dall’infermiera Maria Pellegrini. “Questo nuovo macchinario produce attraverso la fibra ottica un calore di 110 gradi che si sviluppa su un diametro di un centimetro. In passato, secondo le linee guida, era applicabile solo sui tumori tiroidei benigni, mentre adesso è possibile intervenire anche su quelli maligni. Si tratta di un intervento micro-invasivo che ha numerosi vantaggi: in caso di recidiva il paziente è comunque operabile chirurgicamente perché la termoablazione è internodulare e non altera la ghiandola. Inoltre, dà una possibilità ai pazienti inoperabili e offre una alternativa a quelli che invece si rifiutano di sottoporsi a un intervento chirurgico demolitivo”, ha dichiarato il dottor Achille.
Per quanto riguarda l’iniezione intravitreale sul piccolo di 3 mesi, in sala operatoria c’erano l’équipe formata dal dott. Claudio Furino, oculista specializzato nelle patologie oculari dei prematuri, e dagli specialisti della Terapia Intensiva Neonatale guidata dal dott. Gabriele D’Amato.
“Questo primo trattamento apre una possibilità nuova nel nostro territorio e anche per quelli vicini, garantendo una terapia efficace contro una patologia che può manifestarsi nei nati prematuri e viene trattata con il laser nei casi meno complessi o con l’iniezione intravitreale in quelli più complicati. Gli anticorpi monoclonali, impiegati anche per diverse maculopatie, consentono la regressione di una patologia che, altrimenti, può portare a conseguenze gravi come il distacco della retina”, spiega Antonio Acquaviva, direttore dell’Oculistica.
Il piccolo paziente sta meglio e, grazie al trattamento effettuato e ai particolari accorgimenti adottati in considerazione della giovanissima età, non avrà danni in futuro.
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