San Bartolo Longo da Latiano: il 13 giugno la proclamazione

Di Alessandro Caiulo per il numero 406 de Il7 Magazine
Non è priva di significato la circostanza che proprio nel primo Concistoro del suo papato Leone XIV, dando attuazione a quella che era stata una delle ultime volontà del suo predecessore Francesco, il quale dal letto dell’ospedale in cui era da settimane ricoverato aveva firmato il relativo decreto autorizzativo, darà il via definitivo alla canonizzazione di Bartolo Longo da Latiano.
Papa Leone XIV ha infatti convocato i cardinali nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano per il 13 giugno 2025, alle ore 9,00 per presiedere una celebrazione liturgica il Concistoro Ordinario Pubblico e la votazione finale che stabilirà ufficialmente la data della canonizzazione. Si tratta del momento solenne e conclusivo del lungo processo che ha portato ufficialmente – dopo averlo indagato e scandagliato in ogni aspetto della sua vita a 360 gradi – il beato alla gloria degli altari, riconoscendolo, senza alcuna riserva, come santo della Chiesa Universale.
Si è trattato di un iter particolarmente lungo e complesso, durato quasi un secolo, dal momento che il processo di beatificazione ebbe inizio subito dopo la sua morte, avvenuta il 5 ottobre 1926, all’età di 85 anni, alla sua beatificazione si giunse il 26 ottobre 1980 ad opera e per volontà di Giovanni Paolo II, che lo amava definire l’Apostolo del Rosario e lo strumento della Provvidenza nella difesa della fede cristiana in un periodo di estremo scetticismo e feroce anticlericalismo.
Anche Benedetto XVI, quando nel 2008 si recò in pellegrinaggio a Pompei nel 2008, nell’omelia, ricordando Bartolo Longo, ne sottolineò la radicale conversione: “Con la sua grazia, Dio rinnova il cuore dell’uomo perdonando il suo peccato, lo riconcilia ed infonde in lui lo slancio per il bene. Tutto questo si manifesta nella vita dei santi, e lo vediamo qui particolarmente nell’opera apostolica del beato Bartolo Longo, fondatore della nuova Pompei… Una cittadella di Maria e della carità, non però isolata dal mondo, non, come si suol dire, una “cattedrale nel deserto”, ma inserita nel territorio di questa Valle per riscattarlo e promuoverlo.… Chi avrebbe potuto pensare che qui, accanto ai resti dell’antica Pompei, sarebbe sorto un Santuario mariano di portata mondiale? E tante opere sociali volte a tradurre il Vangelo in servizio concreto alle persone più in difficoltà? Dove arriva Dio, il deserto fiorisce! Anche il beato Bartolo Longo, con la sua personale conversione, diede testimonianza di questa forza spirituale che trasforma l’uomo interiormente e lo rende capace di operare grandi cose secondo il disegno di Dio. La vicenda della sua crisi spirituale e della sua conversione appare oggi di grandissima attualità. La sua conversione, con la scoperta del vero volto di Dio, contiene un messaggio molto eloquente per noi”.
Anche papa Francesco, in occasione della sua visita pastorale a Napoli nel 2015 volle sostare a Pompei per recitare Supplica alla Vergine del S. Rosario e pregare nella cappella del Beato.
Il 18 giugno 2024 monsignor Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio del Santuario di Pompei, insieme a monsignor Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra e Presidente della Conferenza Episcopale Campana, presentarono a Papa Francesco una Supplica per chiederne la Canonizzazione con la dispensa dal miracolo, essendo stato un autentico testimone di carità cristiana la cui fama era diventata planetaria, essendo decine di milioni i devoti di Bartolo Longo, estimatori della sua principale opera in terra, il Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei, da egli stesso voluto e fatto edificare e poi donato alla Santa Sede quando sullo scranno di Pietro sedeva Papa Leone XIII, a cui era molto legato per la devozione mariana e per un senso di obbedienza davvero fuori dal comune.
Papa Francesco, il quale avrebbe tanto voluto presiedere il Concistoro che ne autorizzava la canonizzazione, probabilmente conscio che erano arrivati i suoi ultimi giorni, volle, cionondimeno, mettere la sua impronta e allora, il 24 febbraio scorso, convocò nella stanza del Policlinico Gemelli in cui era ricoverato il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin per firmare il decreto, pubblicato il giorno successivo, con cui ne veniva accolta la richiesta di canonizzazione.
Un segnale “divino” che l’iter avrebbe avuto presto la sua conclusione venne dall’elezione del suo successore, il Cardinale Robert Francis Prevost, il quale è salito al Soglio Pontificio l’8 maggio, proprio il giorno dedicato alla supplica alla Madonna di Pompei, cosa che lo stesso neopapa, di ispirazione fortemente mariana, ha immediatamente evidenziato alla folla oceanica che lo aspettava in piazza San Pietro, ed anche la scelta del nome, quello di Leone, in ossequio a quello che fu amico ed estimatore di Bartolo Longo il quale proprio ispirato da una enciclica mariana di Leone XIII scrisse la famosa supplica alla Madonna di Pompei.
Una serie di “Dio-incidenze”, a cominciare dal nome del Papa, Leone XIV, che richiamava alla mente proprio Papa Leone XIII, il Papa del Rosario, autore di numerose encicliche dedicate alla preghiera mariana, e che fu il Pontefice che accompagnò Bartolo Longo nei primi decenni della storia pompeiana, che non sono sfuggite all’Arcivescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, il quale, vivamente commosso, ha dichiarato: “Leone XIII è stato il primo Papa ad avere un legame forte con Pompei. Bartolo Longo scrisse la sua Supplica alla Regina del Santissimo Rosario proprio aderendo all’invito che, nella sua enciclica “Supremi Apostolatus Officio”, del primo settembre 1883, aveva rivolto ai cattolici, esortandoli a reagire ai mali del mondo contemporaneo, e indicando nella preghiera del Rosario uno strumento sicuro per conseguire il bene spirituale della società e della Chiesa. Longo considerò le parole del Papa come una sorta di imprimatur per le iniziative avviate a Pompei, e gli scrisse per ringraziarlo dell’enciclica, che lo incoraggiava a proseguire alacremente nella costruzione del Santuario alla Vergine del Rosario e a diffonderne la devozione nel mondo. Leone XIII fu uno dei maggiori promotori del culto alla Vergine di Pompei, e nel 1901 elevò a Basilica Pontificia il Santuario – che nel 1894 era stato donato alla Santa Sede – definendolo “parrocchia del mondo”, per il grande afflusso di pellegrini. Papa Francesco, il 25 febbraio scorso, ha fatto un grande dono ai fedeli della Madonna di Pompei nel mondo. Quel giorno storico, malgrado fosse sofferente e ricoverato all’Ospedale Gemelli, il Santo Padre ha voluto che fosse annunciata anche la canonizzazione del Beato Bartolo Longo. Ora sarà Papa Leone XIV a canonizzarlo. Si chiude, per certi versi, un cerchio”.
È festa grande non solo a Pompei, che deve la sua rinascita, dopo quasi due millenni di oblio a causa della distruzione determinata dall’eruzione del Vesuvio, a Bartolo Longo il quale già per questo era considerato il vero e proprio fondatore della cittadina che è rinata e si è sviluppata attorno al suo Santuario, una sorta di patrono laico, ma anche a Latiano, dove il Santo è nato cresciuto ed a cui è rimasto sempre legato, non mancando mai di tornarvi appena poteva e di cui è stato un grande benefattore.
In particolare Latiano, che a dire il vero per tanto, troppo tempo era apparsa quasi indifferente al suo Beato e che solo da ultimo, sotto la spinta della sua imminente canonizzazione, si è svegliata, comprendendone non solo la grandezza, ma anche la visibilità che ne deriva e le opportunità che possono essere colte grazie all’afflusso e all’accoglienza dei pellegrini che si riversano nei luoghi natali di Bartolo Longo, e sono stati finalmente programmati adeguati interventi per la valorizzazione e la maggiore fruibilità dei luoghi che ne narrano la sua vita e, ovviamente, è anche e soprattutto l’occasione per meglio conoscere e finalmente apprezzare senza riserve, le virtù e le opere dell’illustre concittadino.
Per chi volesse compiere un pellegrinaggio completo sulle orme del nuovo santo, indichiamo quelli che, a nostro avviso, sono i luoghi che hanno segnato la vita a cominciare dalla sua casa natale in via Santa Margherita, di cui l’Amministrazione Comunale ha acquisito la proprietà e dove vi sono i quadri e tabelloni che ne ripercorrono la vita e le opere. la Chiesa Matrice che fu ristrutturata a sue spese ed in cui sono numerosi i segni della sua presenza: dal fonte battesimale in cui fu immerso il 13 febbraio 1841, all’altare laterale a lui dedicato, dalla sua statua a una preziosa reliquia perennemente esposta alla devozione dei fedeli, dalla riproduzione del famoso quadro della Madonna di Pompei ad una preziosa tela da lui donata alla comunità latianese, oltre alle varie lapidi che ricordano le sue donazioni. Nel Museo Ribezzi-Petrosillo, vi è poi un’intera stanza, piena di ricordi, a lui dedicata, che fu la stessa stanza che gli aveva dato rifugio quando, ormai molto avanti negli anni, lasciò per alcuni mesi Pompei e fu ospitato presso alcuni parenti. Nella piazza a lui dedicata, dove si affacciano le chiese di Sant’Antonio e del Crocifisso, vi è il suo monumento in bronzo realizzato su progetto dello scultore Giacomo Erriquez. Le campane di bronzo della vecchia chiesetta di Cotrino, che furono fuse insieme alle otto campane che ornano il campanile del maestoso santuario di Pompei, furono un suo dono personale mentre, nel nuovo Santuario, sono già esposte alcune formelle realizzate da Carmelo Conte, che andranno a ornare e decorare il portone centrale e, in una di esse attualmente esposta davanti all’altare, è raffigurato proprio Bartolo Longo, con la corona del Rosario in mano, che incontra l’Abate dei monaci Cistercensi della Congregazione di Casamari all’atto della presa in consegna del piccolo Santuario della Madonna di Cotrino, il 22 agosto 1922
Per il giorno successivo al Concistoro presieduto da Papa Leone XIV, cioè per sabato 14 giugno, a Latiano tutta quanta la cittadinanza e quanti altri, provenienti dai paesi vicini, vorranno partecipare, sono invitati a ritrovarsi alle ore 20,00 sul piazzale antistante la Chiesa Matrice per rendere grazie al Signore per la lieta notizia della data di Canonizzazione, recitando assieme la preghiera del Santo Rosario, per la cui diffusione Bartolo Longo ha speso la sua missione. In occasione di questo momento di riflessione, meditazione e preghiera, a cui prenderanno parte anche le autorità civili, verrà esposta in via straordinaria alla venerazione dei fedeli una tela custodita presso la chiesa del SS. Rosario che ritrae il Beato Bartolo Longo ai piedi della Madonna di Pompei con San Domenico e Santa Caterina da Siena, tutti quanti con la corona del Rosario in mano