Un serpentone di circa 500 persone ben distanziate, con le forze dell’ordine e il volontariato locale impegnati a garantire la regolarità delle operazioni, mentre il personale sanitario ha eseguito su circa il 90% della popolazione scolastica (non soltanto studenti, ma anche docenti, personale amministrativo e Ata) test rapidi antigenici per la ricerca dell’infezione da SARS-CoV-2. Dalle otto e trenta del mattino alle sedici del pomeriggio di mercoledì 11 novembre il colpo d’occhio nella centrale piazza Marconi di San Michele Salentino ha restituito l’immagine di una comunità composta e coesa, determinata a stanare quello che il primo cittadino Giovanni Allegrini ha più volte definito “il nemico invisibile”. Preoccupato dall’altissimo numero di contagiati tra gli studenti dell’istituto comprensivo del quale fanno parte una scuola dell’infanzia, una primaria e una secondaria di primo grado, Allegrini ha telefonato con cadenza giornaliera (anzi, spesso più volte al giorno) al Dipartimento di Prevenzione della ASL di Brindisi, riuscendo ad ottenere, al momento primo ed unico sindaco sul territorio, uno screening di massa molto simile a quello che all’inizio della pandemia venne eseguito nel comune veneto di Vo’ Euganeo, consentendo in quella zona di contenere sul nascere un focolaio potenzialmente in grado di decimare la popolazione. E a vigilare che tutto procedesse senza intoppi, mercoledì mattina in piazza c’è stato lui, il sindaco trentaquattrenne di questo piccolo centro passato pressoché indenne alla prima ondata della pandemia (appena due casi) e ora alle prese con una percentuale di contagiati che ha creato un certo allarme tra gli amministratori e tra i cittadini. Gli esiti del più impressionante sforzo di monitoraggio compiuto dalla ASL di Brindisi sul territorio provinciale paiono incoraggianti: per la scuola primaria, su 257 studenti, ne sono stati sottoposti a tampone antigenico 239, tutti negativi; per la scuola secondaria di primo grado, su 201 studenti, i sottoposti a tampone sono stati 167 e soltanto uno è risultato positivo.
Perito agrario, attualmente sindacalista, sino a pochi anni fa – per sua stessa ammissione – privo di qualunque ambizione politica: eppure, a fare il sindaco nel momento più critico per il piccolo centro del brindisino c’è lui. “Nei miei sogni di bambino la politica non c’era, tutto avrei immaginato meno che di fare il sindaco”, racconta Allegrini. “Però c’è sempre stata in me la volontà di ascoltare i bisogni della gente e ancora adesso le mie scelte come amministratore si basano su questa volontà. Sono stato eletto con l’appoggio di liste civiche proprio perché mi sento vicino alle persone e lontano dalla logica schematica dei partiti. Questa mentalità mi è stata molto utile proprio negli ultimi mesi, in cui mi sono sforzato di fare da tramite tra il Governo e la popolazione e di essere un interlocutore affidabile per i miei concittadini alle prese con un’emergenza sanitaria imprevedibile”.
Per quale ragione ha pensato ad un’operazione di screening di massa?
“Perché abbiamo notato che, in particolar modo nella scuola media inferiore, i contagi aumentavano di giorno in giorno. Ci siamo molto preoccupati anche perché, nei mesi iniziali della pandemia, per molto tempo siamo stati l’unico comune della provincia senza casi di Covid. Ritrovarci con un numero così alto di contagiati, soprattutto in rapporto all’esiguo numero degli abitanti (6262), ci ha convinti a chiedere alla ASL di effettuare lo screening. Come amministrazione, abbiamo sentito il dovere di tutelare sia l’ambiente scolastico che i nostri anziani, nel timore che il contatto con i nipotini potesse causare una strage di nonni”.
Per qualche settimana San Michele è stato uno dei pochi comuni in cui i minori contagiati erano molti di più rispetto agli adulti. Al momento qual è la situazione epidemiologica?
“L’ultimo dato che ho a disposizione è quello fornitoci dalla Prefettura martedì 10: abbiamo 17 minori e 19 adulti risultati positivi al tampone. Tra questi vi sono quattro docenti. Il resto dei contagiati ha legami famigliari con i bambini dei quali era già nota la positività”.
Quindi può confermare che il dato di San Michele è allineato a quello nazionale: è all’interno delle famiglie che si stanno sviluppando i focolai di contagio più allarmanti.
“Purtroppo devo confermare che si sta verificando questo. Anche qui da noi i genitori che lavorano fanno affidamento sull’aiuto dei nonni e negli ultimi giorni si stanno ammalando, contagiati dai più piccoli, anche molte persone anziane. La nostra speranza è che lo screening sia utile a bloccare eventuali altri focolai”.
Considerato che il sistema appare già in sofferenza sia per l’esecuzione dei tamponi che per la consegna dei risultati, come ha fatto a convincere i vertici della ASL della necessità dello screening?
“Saranno state le decine di telefonate al giorno che faccio da circa un mese… Scherzi a parte, bisogna ringraziare i due medici che hanno compreso la mia preoccupazione e i motivi della mia insistenza: il dottor Stefano Termite, direttore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica della Asl di Brindisi, e la dottoressa Giulia Calabrese, responsabile per il distretto di San Michele Salentino”.
Nella comunità sammichelana come è stata accolta la notizia dello screening di massa?
“I miei concittadini si sono dimostrati favorevoli sin da subito. C’è stata qualche preoccupazione da parte di alcuni genitori che temevano che il test fosse doloroso per i bambini, ma poi il senso di responsabilità ha prevalso. Non ci aspettavamo una così grande risposta, invece ancora una volta i sammichelani ci hanno sorpreso per la coscienziosità”.
Dal punto di vista pratico-organizzativo, come valuta l’esperienza dello screening di massa effettuato?
“Credo che complessivamente sia andata molto bene. Le procedure si sono svolte speditamente e in modo ordinato. Secondo i nostri calcoli, gli operatori della ASL sono riusciti a fare tre tamponi ogni cinque minuti, per cui l’attesa di chi si è messo in fila è stata minima. La gente ha rispettato il dovuto distanziamento in modo esemplare, anche grazie al supporto di Polizia Locale, Protezione Civile, Croce Rossa Italiana, Avis e Arma dei Carabinieri”.
Il prefetto di Brindisi in questi giorni ha richiamato l’attenzione sul potere di ordinanza di cui gode il sindaco per intervenire in quei luoghi o in quelle occasioni nelle quali è complicato garantire il distanziamento fisico: lei intende avvalersi di tale potere?
“Se sarà necessario, lo farò. Al momento, qui a San Michele, non ne vedo il bisogno. Comprendo che in comuni più popolati del nostro ci sia l’esigenza di contenere gli assembramenti e penso sia giusto ricordare ai sindaci questo potere riconosciutogli dalla legge. Ma la nostra è una realtà molto piccola, nella quale la gente ha avvertito in maniera seria il pericolo e si sta comportando di conseguenza. Non ci sono particolari situazioni di assembramento che richiedano un’ordinanza sindacale”.
A proposito di ordinanze, ritiene che quelle del Presidente della Regione Puglia (di chiusura delle scuole e poi di riapertura garantendo, a richiesta delle famiglie, la dad) fossero necessarie? E come valuta il conflitto con la Ministra Azzolina?
“Esprimendo l’interesse dei miei concittadini, che hanno optato in misura maggioritaria per la didattica a distanza, concordo con quella decisione del Presidente Emiliano che ha dato facoltà di scelta ai genitori. Il periodo è difficile e trovo giusto che si garantisca la più ampia serenità possibile. Tra l’altro, da noi il focolaio è partito da una classe di scuola media e si è rapidamente esteso nel paese: questo dato conferma che effettivamente le scuole, per quanto ci si impegni a renderle sicure, possono rappresentare un pericolo. Per quello che riguarda il conflitto tra le due istituzioni, lo vivo molto male. Stiamo chiedendo sacrifici ai cittadini: il minimo che possiamo fare, noi che abbiamo incarichi pubblici, è comportarci responsabilmente e dare il buon esempio”.
Successivamente al DPCM del 24 ottobre scorso, che ha ridotto l’orario di apertura di bar ed esercizi di ristorazione, lei ha incoraggiato l’acquisto d’asporto per sostenere gli esercenti colpiti: i sammichelani hanno accolto l’invito?
“Abbiamo lanciato l’hashtag #prendiamodaasporto, ma naturalmente questa campagna di sostegno ai ristoratori include anche la possibilità di ordinare e farsi consegnare a domicilio il cibo. Direi che sta andando molto bene. I cittadini stanno aderendo, prevalentemente di sera, per cercare di offrire il sostegno necessario a chi risentirà in modo più grave delle chiusure. Ma non finisce qui, perché abbiamo approvato proprio ieri una delibera di giunta che assegna un contributo economico, a richiesta, per tutte le attività colpite dal DPCM del 3 novembre. Abbiamo suddiviso le attività in base ai codici Ateco e daremo un contributo in misura fissa: bar, ristoranti e pizzerie con posti a sedere, maggiormente penalizzati, riceveranno 1.000,00 euro; macellerie e pescherie che fanno anche servizio ai tavoli riceveranno 500,00 euro, perché la loro attività principale, la vendita, non subirà particolari cali; le attività che fanno esclusivamente asporto (rosticcerie, piadinerie e pasticcerie), che restano aperte pur subendo una diminuzione delle vendite, riceveranno 300,00 euro”.
Questa attenzione per i suoi concittadini è stata molto apprezzata specialmente nei mesi della pandemia. Secondo lei, quale bilancio possono fare i sammichelani dei primi tre anni dell’amministrazione Allegrini?
“Spero che sia positivo. Anzi, mi correggo: credo che sia positivo. Abbiamo già rispettato molti degli impegni presi in campagna elettorale, incluso quel pacifico cambio delle deleghe a metà mandato che avevamo promesso nel 2017. Avevamo assicurato ai cittadini che tutti i consiglieri eletti si sarebbero misurati con l’esperienza da assessore e così sta succedendo. L’alternanza tra i ruoli è stata decisa davanti ad una pizza, non con un rimpasto deciso dall’alto o scontentando qualcuno”.
Tre cose che aveva promesso e che effettivamente ha realizzato.
“Sicuramente il cambio delle deleghe. Poi gli interventi di efficientamento energetico attraverso la sostituzione completa dell’illuminazione pubblica, che sarà effettuata in più soluzioni. Poi la riqualificazione urbana, a cui stiamo provvedendo portando il verde in zone in cui non era presente e stiamo realizzando rotatorie che ci consentono di gestire meglio il traffico. Ma l’impegno più grande che ci eravamo assunti era quello di ascoltare i cittadini e di venire incontro alle loro esigenze. Direi che lo stiamo facendo con entusiasmo dal primo giorno in cui ci siamo insediati”.
Cosa resta da realizzare degli impegni presi in campagna elettorale?
“Dobbiamo lavorare in modo più convinto per valorizzare il turismo e l’accoglienza. Noi siamo un comune giovane, di solo 92 anni. Siamo immersi in un paesaggio millenario, ma di storico abbiamo ben poco, non possiamo puntare su attrazioni artistiche. Però possiamo impegnarci a rendere piacevole il soggiorno a San Michele Salentino prendendo gli avventori per la gola e su questo aspetto, sarò di parte, ma penso che abbiamo pochi rivali”.
Che sull’accoglienza siate forti è testimoniato anche dall’aiuto che state dando alle famiglie e agli animali del circo Orfei che, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, è stato costretto a sostare più del previsto nel vostro territorio.
“La popolazione ha dimostrato una grande senso di solidarietà nei confronti di chi è in difficoltà. Non passa giorno senza che i nostri bambini si facciano accompagnare dai genitori a portare cibo per gli animali o piatti pronti per i circensi. Su richiesta della Caritas si è attivata una rete di assistenza che continua ininterrottamente da più di due settimane e che mi fa sentire orgoglioso di rappresentare una comunità così generose”.Cosa augura a San Michele per i prossimi anni della sua amministrazione?
“Spero che tutte le insegne delle attività presenti sul territorio comunale, non soltanto quindi quelle di ristorazione, restino accese. Da parte nostra ce la metteremo tutta per essere di aiuto a chi è stato più danneggiato dai provvedimenti presi in questi mesi per contenere la curva epidemiologica”.