San Vito, il presepe della Passione: la tradizione si ripete

Esiste un’antica tradizione che vuole che il presepe non venga fatto solo a Natale ma, anche, a Pasqua, come rappresentazione della passione e della risurrezione di Gesù.
Una rappresentazione, anch’essa, fortemente, emozionale ma, sostanzialmente, diversa in quanto viene messa in scena la vita di Gesù adulto, che va incontro agli ultimi giorni della sua esistenza, mostrando di questi momenti.
Una tradizione che si ripete, da dieci anni, nella Città di San Vito dei Normanni nata, nel 2009, dall’idea del compianto Arciprete emerito, Mons. Antonio Rosato che pensò bene di far raffigurare, attraverso la tecnica del Presepe, la Passione di Cristo.
I primi realizzatori materiali furono Gino Errico e Gino Fasano e dal 2014 quest’arte è nelle mani del giovane Simone Saracino, vincitore di numerosi concorsi dedicati, proprio, alla creazione dei presepi natalizi, creatore di scenografie e di maschere del grande carnevale sanvitese.
“Tanti sono stati i temi realizzati – racconta Simone, studente della Facoltà di Scenografia per televisione, cinema e teatro a Roma. Tutto è incominciato nel realizzare la classica Via Crucis con ambientazioni ogni anno nuove e nel giro di pochi anni questa piccola iniziativa ha incominciato ad attirare sempre più visitatori e si è evoluta realizzando dalla Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme alla Cappella San Severo di Napoli dove è custodita la Statua del Cristo Velato. Negli ultimi anni invece sono state rappresentate le tradizioni della Settimana Santa sanvitese, considerata unica nel suo genere. In questo modo, le nuove generazioni possono apprendere attraverso un “presepe” le tradizioni del proprio paese, e magari anche ai turisti che vengono a San Vito in quei giorni possono scoprire ed apprezzare le nostre tradizioni”.
La location in questi anni è rimasta sempre la stessa: l’antica Chiesa intitolata a Santa Maria degli Angeli situata lungo il corso Leo nella stessa San Vito nella quale domenica 14 aprile, alle ore 9,30 avverrà l’inaugurazione della decima edizione del presepe pasquale che rimarrà esposto fino al 30 aprile.
Le opere sono in polistirolo e interamente dipinte a mano. Un’arte suggestiva, quella del giovane Simone Saracino, che riesce a plasmare la materia soffusa del tempo e della memoria attraverso una meticolosa ricerca di particolari riprodotti con chirurgica precisione.
Nel 2017, ad esempio, Simone ha riprodotto l’interno della Chiesa della Pietà in tutta la sua straordinaria bellezza.
L’opera, articolata in due momenti rievocativi, presentava, anche, uno scorcio di corso Leonardo Leo durante il Giovedì Santo dedicato ai Sepolcri secondo l’antica tradizione che prevedeva una processione per ogni parrocchia.
Figuranti che richiamano volti noti della città, riprodotti in scala, che popolano il corso cittadino, l’antica pavimentazione e la caratteristica prospettiva delle facciate delle due chiese, insieme alla riproduzione di alcune antiche foto risalenti agli anni venti del secolo scorso.
Nel 2015, invece, il presepe pasquale rappresentava la Cappella della famiglia Sansevero di Napoli dove è custodita la statua del Cristo velato, famoso in tutto il mondo per il suo velo marmoreo che quasi si adagia sul Cristo morto. Uno dei più importanti musei di Napoli. Anche questa opera fu realizzata in polistirolo, riproducendo, fedelmente, l’interno della reale cappella.
La nona edizione, che Mons. Rosato non ha fatto in tempo a vedere concluso, pur avendo seguito le prime fasi realizzative, rappresentava due riti davvero suggestivi e unici che si tengono nella Basilica di Santa Maria della Vittoria: la “Predica della Desolata” del Venerdì Santo (quando il sacerdote “chiama” la Vergine Addolorata perché venga a prendere il corpo del Figlio morto) e la “Gloria” della notte di Pasqua (quando i simulacri della Vergine e di tutti i Santi sono portati festosamente in chiesa per celebrare la resurrezione di Gesù).
“Il tema del 2019 – conclude Simone – sarà la Processione della Domenica delle Palme. L’arciprete della Basilica Santa Maria della Vittoria benedice sul Calvario della Città i ramoscelli di ulivo e da li parte una processione che termina in Basilica per poi dare inizio alla Santa Messa. Proprio questo verrà rappresentato: a sostituire la figura del parroco, ci sarà la raffigurazione di Cristo in sella al mulo che viene accolto e salutato sventolando le palme, proprio come successe quando entrò a Gerusalemme. Tradizione e storia si incontrano in questa edizione perché Cristo entrò a Gerusalemme attraverso la porta della Città, infatti accanto al Calvario di San Vito vi sarà un accenno di muraglione medioevale che ricorda le antiche mura che circondavano il centro storico sanvitese. Quasi a dire che Gesù entra e viene accolto gloriosamente dal popolo sanvitese.”
Il passato e la tradizione che diventano memoria.