di Gianfranco Perri per IL7 Magazine
Ho sognato Robert Johnson” è il titolo del libro, da poco dato in stampa, di Marco Greco. “Brindisi: dagli anni ’50 al 2000” è il sottotitolo del libro, alla cui presentazione ho assistito domenica scorsa al Wine Bar di Ottavio. La suggestiva copertina color seppia, racconta il primo piano di una foto del mitico Robert Johnson – una tra le più grandi figure del blues vissuto negli anni ’30 e morto misteriosamente a soli ventisette anni per entrare nella leggenda della musica – che imbraccia la sua chitarra con sullo sfondo la loggia Balsamo, icona anche un po’ romantica della nostra città. Al piede della copertina, infine, si legge “Frammenti di musica e resistenza”.
A detta dell’autore, il suo libro, anzi il suo sogno, «si materializza attraverso un viaggio artistico tra pillole di storia italiana e cittadina, speranza e passioni, dischi e concerti». A detta di Lele Amoruso, che ha scritto la prefazione del libro, «l’autore “sbobina” gli ultimi decenni, partendo dal dopoguerra che avviava la ricostruzione del Paese, morale, sociale, culturale, economica e politica; e lo fa attraversando “le band”, e dopo qualche anno “i complessi” e finalmente “i gruppi”, che con diverse e articolate “colonne sonore” hanno raccontato il cambiamento e sono stati specchio della continua trasformazione di generi, qualità e stili di vita, segnando il tratto distintivo della nuova mentalità e modo di far vivere emozioni e illusioni». E a detta di Domenico Saponaro, che ha scritto la postfazione del libro, «la documentata e puntuale narrativa è lo spaccato di una lunga fase della cultura giovanile brindisina, ricca di fermenti e stimoli creativi, pienamente vissuta da più generazioni: un ampio capitolo socio-culturale segnato da eventi lieti e drammatici ma sempre significativi, un affresco composto di piccole e grandi storie che hanno travalicato il dato musicale in sé e con esso si sono intrecciate o si sono snodate in un percorso parallelo».
Io, il libro l’ho letto di botto e, naturalmente, lo rileggerò per meglio metabolizzare le sue più di cento pagine, dense, densissime di oltre cinquant’anni di cose brindisine: fatti, date e nomi. Tantissimi nostri nomi brindisini: i nomi dei giovani giovanissimi e meno giovani musicisti brindisini e delle loro intrecciantisi sigle musicali. Musicisti per divertimento, o per circostanza, o per moda, o per professione, o per passione, ma in ogni caso sempre entusiasti protagonisti in prima linea di una cronaca cittadina, divenuta ormai “quasi” storia cittadina.
Dalla lettura traspare subito che Marco Greco ha scritto questo bel libro con tanto cuore, ma si evince presto che in esso ha anche riversato tanto del suo “sapere” di bravo professionista: profondo conoscitore e rigoroso comunicatore della storia e della cultura musicale, quella brindisina e quella universale.
Un racconto che si snoda cronologicamente, come è giusto che sia per un racconto di storia, ma che a tratti, con la naturale leggerezza e disinvoltura dell’autore, ondeggia e s’increspa seguendo le acrobatiche e coraggiose evoluzioni di quelli, tra i personaggi del libro, che la storia musicale brindisina l’hanno attraversata da protagonisti per anche ben più di un solo decennio.
Un racconto di storie che si susseguono sui diversi scenari cittadini che, anch’essi, scorrono, si accavallano e si scavalcano con il trascorrere dei decenni: innanzitutto, dalle strade alle piazze e ai bar del centro e poi, dalle sale da ballo dei veglioni studenteschi e carnevaleschi degli anni ’50 agli scantinati per le prove negli anni ’60, dai famosi nigth club alle radio libere degli anni ’70, dai pub alle discoteche degli anni ’80, dai concerti ai concorsi di piazza e di teatro, eccetera.
Ma quanti sono stati i musicisti brindisini, dal dopoguerra ad oggi? Naturalmente è impossibile la conta precisa. Forse trecento, forse seicento, forse molti di più, considerando tra loro i tanti della provincia e i tanti cresciuti musicalmente anche lontano o lontanissimo da Brindisi, molti dei quali – se non proprio tutti – puntigliosamente “raccontati” da Marco Greco. Numeri comunque enormi, propri di un fenomeno urbano quasi “di massa”, come si direbbe in altri contesti; di certo un importante fenomeno cittadino, sociale e culturale. Un qualcosa che mi suggerisce un insolito parallelismo: il basket brindisino, un altro fenomeno di pari continuità e inossidabile vitalità, nonché di altrettanto successo ed incisività, che a Brindisi ha coinvolto da vari decenni intere generazioni di giovani sportivi, e non solo loro: di fatto la città intera.
E concludo questa breve rassegna con le parole del mio nuovo amico Marco Greco: «In questo libro, non ci siamo risparmiati a raccontare una gamma amplissima di umori, profumi e visioni. Scampoli di verità, un catalogo di spunti che rendono quasi immortali alcuni personaggi storici e anche tutti quegli “eroi” che, anche a Brindisi, quotidianamente continuano a sostenere ogni forma di cultura. Nutriamo la speranza che in futuro si possano generare nuovi spiriti rivoluzionari, ribelli, ispirati, per alimentare quella voglia di identità, di partecipazione e di cambiamento di cui il territorio necessita e che da sempre ha cercato attraverso la passione la competenza e la professionalità dei suoi tanti interpreti».