Si scava ancora: nuove scoperte nella piazzetta dell’Abbraccio a Mesagne

Mesagne è una città a continuità di vita e ha una straordinaria stratificazione storica che dal VII sec. a.C. è arrivata ai giorni nostri, senza soluzione di continuità. Anche in Piazza Sant’Anna dei Greci, a conferma di quanto sostenuto, è venuta alla luce un’altra importante pagina di storia dal sottosuolo”: è quanto afferma Mimmo Stella, consulente del sindaco Toni Matarrelli per la “valorizzazione, promozione e tutela del centro storico, delle aree archeologiche, dei beni monumentali e museali”.
E in effetti, proprio in virtù della pagina di storia emersa nelle ultime settimane, piazza Sant’Anna dei Greci non è mai stata così frequentata: mesagnesi, turisti, studenti, appassionati di archeologia, ma anche semplici curiosi, tutti obbedienti al richiamo atavico e profondo di quello che è stato ribattezzato “l’abbraccio”.
L’immagine dello scheletro di quella giovane donna reclinata sul fianco destro e dell’infante adagiato all’altezza del suo grembo, ritrovati durante la posa delle condotte di acqua e fogna, esercita un fascino che non accenna a diminuire.
Così come ha destato grande interesse, soprattutto tra i mesagnesi, la circostanza che tutte e cinque le tombe rinvenute nel corso dei lavori potrebbero essere parte del sepolcreto urbano annesso alla chiesa di Sant’Anna dei Greci, demolita (perché pericolante) nel 1839-40, le cui fondamenta sarebbero rappresentate dal tratto in muratura parzialmente affrescato in adiacenza del quale è stata scoperta la necropoli.
Anche successivamente alla conferenza stampa del 30 gennaio, si è continuato a scavare: sarebbero emersi un ulteriore scheletro, con ogni probabilità di un uomo, e un monile a forma di conchiglia.
Tutto il materiale è, in questi giorni, a disposizione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, per gli studi che consentiranno di determinare la datazione dei reperti, nonché di acquisire notizie sugli scheletri (sesso, età, causa della morte). Nel frattempo, il sito è stato “ingabbiato” in strutture amovibili ricoperte di terriccio, per soddisfare una duplice esigenza: la necessità di tutelare quanto rinvenuto dagli agenti atmosferici e da ogni eventuale pericolo di alterazione e l’oggettivo bisogno che la piazza, luogo d’accesso a vicoli difficilmente raggiungibili in altro modo, resti transitabile.
In attesa della relazione conclusiva a firma della Soprintendenza, al di là degli aspetti culturali e tecnico-scientifici, il rinvenimento delle cinque tombe di epoca presumibilmente bassomedievale e della stratigrafia ad esse connessa ha naturalmente posto il problema di conciliare l’interesse pubblico (e privato) alla prosecuzione dei lavori con le legittime esigenze dei residenti della zona e con l’indubbia volontà di questa amministrazione di valorizzare gli scavi per “sfruttare” turisticamente la scoperta.
L’attuale stato dei luoghi è bene illustrato da Roberto D’Ancona, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Mesagne: “In questo momento, al vecchio tragitto, quello originariamente pianificato dalla ditta Spinoza incaricata dell’esecuzione dei lavori, vanno necessariamente apportate delle modifiche, non tanto per le condotte relative all’acqua, quanto per l’impianto fognario. Il tubo portante delle condutture idriche, infatti, è più sottile e viene posto ad un livello più superficiale, per cui è meno invasivo. Il discorso cambia per la fogna, perché in quel caso si utilizzano tubi più larghi, che scendono più in profondità e rischiano di alterare i ritrovamenti”.
Si deve, in buona sostanza, evitare quanto già accaduto nel centro storico qualche decennio addietro, quando, per posizionare i sottoservizi relativi alla linea telefonica, si danneggiò irrimediabilmente la stratigrafia dell’area interessata dagli scavi di fine gennaio
“I tempi ristretti per il proseguo dei lavori di pubblica utilità e la stessa ubicazione dello scavo, a ridosso delle abitazioni e al centro di via dei Dormio, non hanno impedito agli archeologi di portare a termine gli studi, la documentazione e le opere di tutela dell’interessante stratigrafia storica, appassionando tantissimi cittadini e facendo discutere molti addetti ai lavori. Dopo diversi anni, ritorna a dare soddisfazione a Mesagne, e se ne colgono i risultati, il rispetto delle norme sull’archeologia preventiva e le attività di tutela sulle straordinarie testimonianze storiche che vengono alla luce dalle viscere del terreno”, precisa ancora Mimmo Stella.
In questi giorni l’Acquedotto Pugliese, di concerto con la ditta Spinosa, sta modificando il progetto iniziale, rispetto al quale il passaggio delle condotte fognarie diverge di circa 10/15 metri, passando per un’altra via. Si tratterà, pertanto, di una deviazione poco significativa, che non comporterà disagi rilevanti né ai residenti, né ai fruitori del centro storico.
“Mentre si sta ridefinendo il progetto in piazza Sant’Anna dei Greci, i lavori proseguono anche in altre zone. Tengo a tranquillizzare i mesagnesi, giustamente preoccupati che ci siano perdite di tempo, sul fatto che il ritrovamento non rallenterà la tabella di marcia approvata. Nonostante che in piazza Sant’Anna ci sia stata per qualche giorno una interruzione della posa in opera delle condotte, la ditta sta procedendo alla ribasolatura in altri punti, per cui di fatto non c’è mai stata sospensione dei lavori. Allo stesso tempo, bisogna essere consapevoli che la nostra città ha una storia ricchissima e che non possiamo escludere che ci sia ancora bisogno di bloccare le attività degli operai, visto che non abbiamo ancora scavato in due delle arterie principali del centro storico, via Profilo e via Geofilo: chi può dirci cosa troveremo?”, conclude D’Ancona.
Che l’attenzione sugli scavi di piazza Sant’Anna dei Greci sia molto alta è testimoniata dallo scatenarsi della fantasia popolare rispetto agli ultimi ritrovamenti: a dispetto delle cautele (e del sarcasmo…) degli addetti ai lavori, infatti, c’è chi è convinto che nei giorni scorsi, con il rinvenimento dell’ultimo scheletro, si sia idealmente “ricomposta la famiglia”: “Che c’è di male a pensare che siano una famiglia? Abbiamo bisogno di fiducia nei sentimenti. Poi magari gli archeologi smentiranno tutto, ma io ho quasi ottant’anni e voglio sognare”, mormora, sorridendo, un residente di Mesagne vecchia.
Anche nelle scuole mesagnesi, in particolare nelle classi quarte e quinte dell’elementare Paolo Borsellino, si è discusso a lungo degli scavi. Le maestre hanno sottoposto ai bambini gli articoli di giornale con la cronaca degli scavi e particolare impatto sui piccoli ha avuto l’immagine del disegnatore Eugenio Corsa, che ha rielaborato gli scheletri della giovinetta e del bambino con un disegno che ha avuto impressionante eco mediatica nazionale.
Mesagne, dunque, è in attesa di conoscere le determinazioni della Soprintendenza, e quelle successive dell’amministrazione comunale, riguardo al futuro del sito. Intanto, “Un ringraziamento doveroso, va alla collaborazione e all’intesa tra la Soprintendenza, lo Studio di Consulenza archeologica di Ugento, l’Acquedotto Pugliese e la ditta Spinosa. Ringraziamo inoltre, i residenti del centro storico ed in particolare del vicinato di Sant’Anna dei Greci, per la tolleranza avuta. Ora attenderemo pazientemente i risultati delle analisi e degli studi che la stessa Soprintendenza ci farà pervenire in merito, per poter poi avere modo di studiare come lasciare una traccia indelebile di questa bella e appassionante scoperta”, dichiara Mimmo Stella.