di Alessandro Caiulo per IL7 Magazine
Nel Canile Comunale di Brindisi, in contrada S.Lucia, sono attualmente ricoverati quasi cinquecento cani, ognuno con un vissuto ed una storia, non sempre nota ma a volte, come è il caso di Kim conosciuta e degna di essere raccontata, fatta di abbandono e pregiudizi di cui è stato ed è tuttora vittima a causa della sua malattia che, se adeguatamente curata con idonea terapia, non comporta assolutamente alcun pericolo.
A raccontare la sua storia è Francesca Losito, educatrice cinofila e vice presidente della Lega Protezione Animali di Brindisi che, come anche gli altri volontari ed operatori del canile, ha particolarmente a cuore le sorti di questo bel molosso di taglia media e spera che l’appello per la sua adozione non cada nel vuoto possa sortire un risultato positivo.
“Kim, un piccolo, piccolissimo nome dato ad un cane con un grande cuore. Kim è speciale, un mix di cane corso di circa un paio di anni, arrivato in canile dopo essere stato abbandonato in strada, agli inizi di luglio dello scorso anno. Prima di arrivare da noi, ha girovagato per un po’ per le strade del quartiere S.Elia, sostando spesso presso alcune abitazioni, forse in cerca di cibo o forse chissà, in cerca di qualcuno che lo potesse accogliere nella propria vita. Ma a Brindisi la gente non ha pazienza e qualcuno non ha nemmeno pietà, per cui la segnalazione alla polizia municipale è arrivata dopo uno o due giorni appena. Che qualcosa non andasse in questo cucciolone lo abbiamo scoperto subito, perché già all’atto dell’accalappiamento Kim ha avuto delle convulsioni ed anche dopo, giunto in canile ne ha avute altre. Abbiamo temuto che potesse essere un cane epilettico e che questo fosse stato il motivo per cui era stato abbandonato, nonostante fosse bellissimo e nonostante tutto, piuttosto tranquillo. I suoi giorni così, in canile, sono iniziati a diventare tutti uguali. Purtroppo nel tempo, Kim ha avuto altre crisi con frequenza periodica, sono state effettuate, intanto, anche indagini ematologiche, visite neurologiche e persino la tac, tutto purtroppo ha portato alla diagnosi di epilessia idiopatica e per questo si sta curando con somministrazioni di Soliphen. Kim è un cane che riusciamo a far uscire nell’area di sgambamento tutti i giorni, è molto coccolato dai volontari, ma avrebbe bisogno di una casa, ha bisogno di qualcuno che si occupi di lui anche durante il resto della giornata e non solo un’oretta o due al mattino. L’epilessia si sa, è tosta, è una brutta bestia, ma se stiamo riuscendo tutto sommato, a gestirla in canile, sicuramente in una famiglia, dove le attenzioni sarebbero maggiori, diventerebbe ancora più facilmente gestibile. La nostra paura è che possa avere qualche crisi di notte, quando è solo, quando non c’è nessuno che possa aiutarlo, abbiamo paura che possa farsi ancor più male, è un cane giovanissimo, che ha diritto, di avere anche lui, qualcuno che lo ami fuori dalle mura di una cella del canile”.
Da qui l’appello, rivolto a persone competenti e di buon cuore, di recarsi in canile o contattare i volontari della Lepa per conoscere Kim e decidere, magari, di prendersene cura, aprendo il proprio cuore e la propria casa a questo splendido ed affettuosissimo animale, vittima dei pregiudizi nei confronti di una malattia che ha solo bisogno di una adeguata terapia per essere tenuta a bada.