Tra divertimento e rispetto della natura: dal Ciuchino birichino

Fra i luoghi da me frequentati fin dall’infanzia e dalla giovinezza e che hanno lasciato il segno per ciò che concerne il mio amore per la natura ci sono, sicuramente, i colli di Ostuni.
L’ambiente rupestre ed in gran parte ancora selvaggio, con affaccio dalla gravina sulla Piana degli ulivi secolari e con lo sguardo che corre fino al mare Adriatico, fa di San Biagio, che è anche Oasi di Protezione della Fauna Selvatica e zona ricca di cripte e grotte, una delle mete principali di chi ama camminare lontano dal caos cittadino ed immerso nel verde.
Ancora più bella e più varia, dal punto di vista naturalistico e non solo è, a mio avviso, la confinante contrada Carestia, situata ancora più in alto e più all’interno sui colli ostunesi.
Il toponimo Carestia è dovuto all’aridità del terreno che si presenta per larghi tratti accidentato e pietroso, coperto da cerri, lentischi, corbezzoli, olivastri, ginestre, mirtilli ed ogni genere di pianta tipica della macchia mediterranea. Per secoli è stato il terreno ideale per l’allevamento caprino. Ma in questa contrada vi è oltre che l’omonima masseria fortificata settecentesca, anche un magnifico ed enorme bosco, di oltre cento ettari, un’area naturale relitto, lungo la scarpata murgiana, miracolosamente sopravvissuto al disboscamento, agli incendi, al pascolamento, ma anche all’inquinamento, e consegnato intatto alla nostra generazione grazie all’attaccamento ed alla passione, soprattutto, dei suoi proprietari che l’hanno sapientemente saputo custodire e preservare.
Fra gli animali selvatici tipici di questa zona voglio ricordare lo spinoso Riccio dall’aspetto buffo e simpatico, l’astuta Volpe agile e scattante, il corpulento Tasso dall’aspetto quasi ursino e gli enormi unghioni, la furtiva Faina dalle abitudini notturne e la bella Donnola dal corpo affusolato, per quanto riguarda i mammiferi, mentre, per ciò che concerne gli uccelli che solcano il cielo abbiamo l’elegante Gheppio col suo tipico volo oscillante, la maestosa Poiana, tanto simile ad un aquilotto, il nobile Sparviere con le sue improvvise picchiate sulle malcapitate prede, oltre a vari rapaci notturni come il piccolo Assiolo con il suo caratteristico verso, il superbo Gufo dallo sguardo inquietante, la simpatica Civetta con la grande testa e gli enormi occhi cerchiati di giallo, oltre che varie specie di passeriformi.
Per questo torno sempre volentieri da queste parti, sia per respirare l’aria pura e frizzantina tipica della zona e del periodo, sia per fare quattro chiacchiere con Silvia Massari, che è l’entusiasta e frizzante referente delle attività didattico–ambientali del Bosco Didattico “Ciuchino Birichino”, un Parco Avventura, nato dal suo sogno di poter coniugare il rispetto per la natura con il sano divertimento dello sport.
Il parco si sviluppa in un’area privata di oltre 80 ettari, quasi tutti boschivi, dove sia grandi che piccini possono vivere l’emozione di arrampicarsi sugli alberi, di volare, imbragati in assoluta sicurezza, tra le fronde dei maestosi alberi di querce, esplorare il bosco, praticando tante divertenti attività sportive adatte a tutti. Sono tutti quanti percorsi realizzati nel totale rispetto dell’ambiente e si estendono nel cuore di un suggestivo bosco secolare di querce. Il tutto è svolto nella massima sicurezza e sotto il controllo di esperti istruttori. I percorsi sugli alberi, calibrati per fasce di età e secondo i diversi gradi di difficoltà, hanno nomi che si rifanno alla fauna selvatica e sono dotati dell’ innovativo sistema di sicurezza in continuo: ogni utente è agganciato in automatico al cavo di sicurezza da inizio a fine percorso. Il tutto si sviluppa in mezzo agli alberi attraverso pedane di legno e giochi acrobatici e di equilibrio come il ponte tibetano, le scale sospese, le passerelle, liane e divertenti teleferiche da cui si plana tra le fronde degli alberi e sui sentieri del bosco e del prato, sino al “volo del gheppio” , il salto più spettacolare in cui si vola letteralmente come il rapace che gli da il nome, attraverso la vallata con vista particolare sulla suggestiva settecentesca Masseria Carestia; una emozione davvero mozzafiato, come ho avuto modo di provare personalmente un paio di anni addietro.
Parliamo, innanzi tutto, del tuo bellissimo bosco sui colli di Ostuni, non lontano dall’Oasi Naturalistica di San Biagio: vuoi descriverne le caratteristiche, le peculiarità e quello che rappresenta dal punto di vista della biodiversità e, più in generale, quanto è importante tutelare il nostro patrimonio boschivo?
“E’ un bosco di querce secolari, di oltre duecento anni, nello specifico lecci (Quercus ilex). E’ stato insignito dalla Regione Puglia, S.I.R. “Sito di Importanza Regionale” per la biodiversità in esso presente e per la maestosità delle bellissime querce. E’ altresì Bosco Didattico iscritto all’ Albo Ufficiale della Regione Puglia ed accoglie ogni anno scuole di ogni ordine e grado. Nel bosco e nei prati di macchia mediterranea che lo circondano, interamente in biologico, alleviamo api per la produzione del miele millefiori e per le attività di api-didattica ed i laboratori di apicoltura. E’ molto importante divulgare l’importanza delle api, purtroppo a rischio di estinzione e far conoscere il meraviglioso mondo dell’apicoltura e dei prodotti dell’alveare. Si pensi che senza le api, oltre la metà dei prodotti che siamo abituati a vedere nel supermercato non esisterebbe.”
Passiamo al Parco Avventura “Ciuchino Birichino”, quando e come ti è venuta l’idea di creare questi percorsi all’interno del bosco e quanto è stato impegnativo farlo diventare realtà?
“L’idea è nata durante un viaggio in Trentino Alto Adige, regione ricca di bellissimi boschi, proprio durante una escursione in uno di questi boschi ho visto volare adulti e bambini tra gli alberi, che urlavano di gioia e divertimento. Ho così scoperto i Parchi Avventura. Dopo qualche mese grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea ho potuto realizzare questo sogno. Inizialmente è stato molto impegnativo far conoscere questa realtà, 10 anni fa infatti non si conoscevano qui al sud i Parchi Avventura, il turismo non era così diffuso come ai nostri giorni e le proposte alle scuole che univano la didattica ambientale a momenti di svago in natura , in particolar modo in bosco per di più l’idea di far arrampicare sugli alberi incontrava lo scetticismo da parte di molti.”
Quali sono le attività che si svolgono all’interno del Parco Avventura?
“Proponiamo numerose attività sportive outdoor, svolte nel bosco e nei prati, oltre ai famosi percorsi tra gli alberi, quali: il nordic walking (camminata con i bastoni) con passeggiate lungo i sentieri del bosco, l’arrampicata sportiva su parete artificiale e sugli alberi, l’orienteering denominato proprio “lo sport dei boschi” (consistente nel sapersi spostare su terreni sconosciuti, boscosi e impervi, servendosi solo della bussola e di una mappa, nel minor tempo possibile e senza mancare alcun posto di controllo), il laboratorio di falconeria con cui è possibile conoscere dal vivo habitat caratteristiche e curiosità di rapaci diurni e notturni, da poter accarezzare e tenere sul guantone, il tiro con arco, con lezione teorica, pratica e gara finale, le escursioni naturalistiche a piedi ed in bici e le escursioni con cavalli e carrozze. Ospitiamo scuole di ogni ordine e grado per le gite scolastiche, proponendo oltre alla giornata multisportiva anche numerosi laboratori didattico ambientali.”
Sappiamo del tuo impegno fattivo per le persone meno fortunate e quello rivolto verso il mondo del volontariato; vuoi dirci qualcosa sulle iniziative “in cottura” anche da questo punto di vista?
“Realizziamo ogni anno progetti multisportivi per le associazioni onlus del territorio, per la fruizione gratuita delle attività del nostro Parco oltre ad attività organizzate congiuntamente con altri enti, parchi ed associazioni sportive del territorio. L’ultimo progetto denominato “Dai boschi al mare, sport per tutti in natura ed alimentazione sana…ed è tutta un’altra musica” ha visto la partecipazione di oltre 25 associazioni ed enti del territorio ed ha coinvolto diversamente abili, anziani e minori a rischio in attività ludico-sportive nella natura per la promozione dello sport per tutti come strumento di inclusione sociale e di benessere psicofisico. E’ in cantiere un nuovo progetto, cogliamo l’occasione per invitare le associazioni onlus del territorio a contattarci per aderire gratuitamente alle varie attività che proporremo.”
Il nome che hai scelto per il parco avventura si rifà ad un animale che, nell’immaginario collettivo, è svogliato e testardo, ma che, come abbiamo avuto modo di constatare personalmente vedendo i bellissimi esemplari che ospiti in semilibertà, sono simpatici e mettono di buon umore solo a guardarli: mi riferisco ovviamente agli asini o ciuchini, ma anche ciucci, che dir si voglia: cosa rappresenta questo animale per te e come è veramente, al di là ed al di fuori dei luoghi comuni?
“L’asinello è proprio la mascotte del nostro Parco, che con casco e imbragatura plana tra gli alberi! Sono animali dolcissimi, molto pazienti e affettuosi. E con le loro orecchie lunghe e il loro inconfondibile raglio strappano un sorriso a grandi e piccoli.”
Per finire, una domanda a piacere: che messaggio vuoi lanciare ai nostri lettori?
“Vorrei che tutti i bambini conoscessero l’ecosistema bosco: può sembrare strano, ma ci sono bambini che non sono mai entrati in un bosco! Lo abbiamo potuto constatare personalmente nelle tante scuole che ogni anno vengono in gita nel nostro Bosco Didattico, vedendo che stupore, che allegria, che curiosità e quanti stimoli regala il bosco ad ogni bambino! Mi piacerebbe inoltre sensibilizzare tutti ad una fruizione responsabile del bosco, ad esempio per chi va a funghi: andate unicamente con il cesto o “panaro” per far sì che le spore dei funghi si propaghino e mai con secchi e mai con buste. Raccogliete solo i funghi che conoscete senza distruggere quelli che non conoscete. Non gettate in bosco cicche di sigarette, fazzolettini e mascherine, anzi raccoglietele qualora doveste incontrarle nelle passeggiate in bosco. Evitate di raccogliere fiori, osservateli e fotografateli , chi verrà dopo di voi potrà godere di tali bellezze e non rischierete di raccogliere fiori protetti, come le orchidee selvatiche. E se vicino a voi, ci sono apicoltori, prendete direttamente da loro il miele, sentirete che bontà ed anche le api vi saranno grate!”