Ulisse, il meticcio con il Gps che fa l’influencer. E che ha scelto di vivere libero

di Roberta Grassi per il7 Magazine

Più che un cane, è diventato un influencer. Ha quasi 700 follower su facebook. Ulisse è un personaggio e la sua vicenda di randagio felice è davvero particolare. Irrinunciabile il selfie con il simil pastore tedesco che è amico di tutti: chi va a fare una passeggiata al mare, ci va ormai armato di croccantini e fotocamera. Per poi pubblicare le immagini nelle storie, o sulle bacheche. Il bel cagnolone di Villanova è diventato un fenomeno da social, insomma. Ma con una storia vera da raccontare, una scommessa vinta dalla sua tutor, Silvana Camposeo, che ha voluto assolutamente puntare sulla libertà. Bando ai canili e alla reclusione, se è possibile.
Il racconto ha inizio nella scorsa primavera. Il meticcio, all’epoca di poco più di un anno, appare nel villaggio “vip” di Rosa Marina, ben inserito in un branco di altri cani randagi. E’ docile, simpatico. Scodinzola agli umani, soprattutto ai bambini. Si fa accarezzare, fa feste a tutti. Nel timore di una reclusione forzata, viene preso in cura dai volontari che lo portano nel canile sanitario per i controlli del caso. Sta bene, non ha problemi di salute, partono le pratiche di adozione. Non si fatica a trovare un amico umano che lo renda parte della famiglia. Viene affidato, va a vivere proprio a Rosa Marina in una delle bellissime e costosissime villette del complesso. Ulisse però, è nato libero. E libero vuole restare. Scappa, torna, gira, vaga. Non sopporta recinti, restrizioni. Non ama la vita sedentaria degli animali da compagnia. Non gli piacciono i divani, i guinzagli le passeggiate razionate. Le mura domestiche e le lunghe giornate ad aspettare che il padrone torni a preparare la cena. Vuole andare, non resiste al richiamo.
Si sceglie per lui quindi un altro destino, valorizzando proprio la sua esigenza di vagare, passeggiare, curiosare. Nel dicembre del 2019 era stato stilato un protocollo con il Comune che prevedeva la possibilità per alcuni cani di restare “liberi e accuditi” nel territorio.
E inizia l’avventura. Gli viene allacciato un collare con il gps. La sua tutor segue ogni spostamento e gli porta da mangiare ogni giorno. Macina chilometri. Passeggia anche sotto la pioggia battente. Ma ha i suoi punti di riferimento. La borgata di Villanova è la sua base.
Da lì si sposta, si ferma a casa di qualcuno, per un pisolino davanti al camino acceso. Accoglie i viandanti, si ferma al pub per qualche coccola e per una razione di cibo.
Ha un paio d’anni, ora, età presunta. Adora i biker, che segue nei percorsi sulla lunga ciclabile della costa ostunese. Ama anche i runner, i bambini col monopattino. Gli altri cani, anche quelli al guinzaglio.
Ma non può rinunciare al suo affaccio privilegiato sul mare, per nessuna ragione al mondo.
Ha un suo profilo facebook: “Gli amici di Ulisse”, su cui ogni giorno viene pubblicata almeno una foto scattata da chi lo incontra e non può fare a meno di fargli due coccole.
E ci sono decine di commenti: “Oggi lo abbiamo incontrato, dopo le tante coccole di mio figlio, ha pensato bene di salire in macchina” racconta Saverio.
“L’altro giorno l’ho incontrato sulla pista ciclabile, è bastata una carezza per far sì che mi seguisse, socievole come pochi” racconta Saverio.
Una creatura meravigliosa per Maria Concetta: “L’ho chiamato per nome, è venuto subito verso di me, si è fatto accarezzare, abbracciare”. L’associazione di ciclisti “Fiab Ostuni Globuli Rossi” lo ha nominato “Globulo ad honorem”.
Insomma, una popolarità inattesa e conquistata sul campo, muovendo la coda. Ulisse non ha al momento una cuccia. La sua tutor ha fatto richiesta al Comune di poter occupare il suolo pubblico per un riparo. L’autorizzazione sta per essere rilasciata.
“E’ un cane a cui piace molto essere libero – si legge sul suo profilo – e tenere rapporti con la comunità della quale lui si sente parte integrante”. Ha una medaglietta, con numero di telefono e accetta carezze da tutti.
Una star, insomma. Testimonial di una sperimentazione che si spera possa diventare una prassi diffusa. Lasciare i randagi, curati, vaccinati e sterilizzati, immersi nella natura. Lontano dalle gabbie dei canili. Del resto, dicono di lui: “Dovremmo avere tutti una vita vista mare”.