Un cigno reale nel canale del Cillarese: una magia

È stata davvero una bella sorpresa nella mattinata di mercoledì 6 novembre, mentre transitavo con l’auto sulla via Provinciale San Vito, dando la consueta occhiata al Canale Cillarese per scoprire se, oltre le consuete Anatre germanate ed i Gabbiani, a contendersi il cibo vi fosse anche qualche Airone o altra specie meno consueta, osservare la presenza, assolutamente anomala per le nostre zone, di un imponente esemplare di Cigno reale che, placidamente, si godeva il tepore del caldo sole autunnale brindisino che sa tanto, ancora, di estate.
Non ci penso due volte e, percorso a 360 gradi il rondò, torno indietro ed entro speditamente nel parco, arcicontento di avere con me la fedele ed insostituibile Nikon con cui da anni fotografo ogni genere di essere vivente che capita a tiro del mio occhio e del suo obiettivo.
Ripassando mentalmente e velocemente i rudimenti di zoologia che porto impressi fin da quando ero piccolo e non mi perdevo alcun tipo di documentario naturalistico, mi rendo subito conto della assoluta stranezza della presenza di questo grosso uccello a Brindisi.
La quasi totalità dei cigni selvatici presenti in Italia, infatti sono localizzati tra i laghi Maggiore e di Como, il lago di Garda e la Laguna veneta, per cui ad un migliaio di chilometri da noi.
Ricordo, infatti, che solamente agli inizi degli anni novanta, nel bel mezzo di un inverno particolarmente rigido, uno stormo di questi uccelli stazionò per qualche tempo in uno dei laghetti delle saline di Punta della Contessa, ben lontani dalla presenza umana.
Inizialmente cerco di approcciarmi con cautela, come faccio con gli uccelli selvatici, per potermi avvicinare il più possibile per scattare una foto prima che voli via, ma ben presto mi rendo conto che, non solo questo esemplare non ha alcuna paura dell’uomo, ma mi si avvicina quasi festante, come una paperetta o altro animale da cortile in cerca di cibo, perdendo gran parte della sua regalità.
È evidente che si tratta di un esemplare che, anche se teoricamente apparterrebbe alla fauna selvatica, è completamente domestico ed infatti si avventa con golosità su una fetta di pane caduta sul bordo di cemento del canale e la ingurgita in pochi secondi dopo averla ammorbidita nell’acqua.
Non ho difficoltà a fotografarlo in tutte le salse e mi diverto a constatare come i Gabbiani, soliti frequentatori del tratto terminale del canale Cillarese, sono del tutto scomparsi, impauriti da questo autentico gigante con le ali ed il poderoso e robusto becco, la bella Garzetta che solitamente sguazza in quell’acqua bassa a caccia di piccoli Cefali, si trova completamente fuori dall’acqua abbarbicata sul bordo del canale ad osservare la scena. Gli unici animali che non appaiono né impauriti, né disturbati da questa ingombrante presenza, cioè le Anatre, gli nuotano allegramente attorno senza che il Cigno abbia nulla in contrario, segno evidente di come sia abituato, anche nella sua cattività, alla presenza di questo genere di uccelli acquatici.
Da informazioni assunte ho avuto, poi, la conferma che si tratta di uno di due esemplari domestici da allevamento, dotati di regolare microchip, che sono sfuggiti dalla voliera dove le ospitava il proprietario-allevatore e, folgorati, come tanti altri uccelli acquatici, dal Parco del Cillarese – un vero paradiso per l’avifauna, oltre che un polmone di verde per i brindisini – sono ammarati, dopo un volo di pochi chilometri, nel canale come se fosse una pista per idrovolanti.
Sicuramente il proprietario avrà il suo bel da fare per recuperali e, qualora non dovesse riuscirci o dovesse rinunciarci, sarebbe un ulteriore bel biglietto da visita per il parco cittadino poter annoverare fra i suoi pennuti e bipedi che lo abitano anche il Cigno reale.