Una stazione di servizio inventata dal nulla: a 37 anni il latianese Angelo Cosi imprenditore di successo

Quando inizia questa storia di imprenditoria che l’ha portata ad acquistare “un pezzo” di statale 7 e creare, adesso, un luogo che offre carburante, buon cibo e un’area verde per rilassarsi?
“Quando avevo circa sette anni”.
Prego?
“È così: all’epoca mio padre era dipendente di una stazione di servizio sulla Brindisi-Bari e io, durante le vacanze scolastiche, mi alzavo prestissimo, più o meno alle sei, per seguirlo sul posto di lavoro. Rimanevo lì per qualche ora, poi a metà mattinata passava mia mamma e mi portava al mare. E davo una mano a mio padre anche nel lavoro che faceva nel tempo libero nel suo garage, per arrotondare: realizzava cancelli e porte in ferro e io ero l’addetto alla saldatrice. Mi regalava mille lire per accendere e spegnere il macchinario”.
Angelo Cosi, imprenditore 37enne con interessi piuttosto diversificati, risponde al telefono dopo molti squilli: parla con noi ma nel frattempo comunica a gesti con qualcuno che ha davanti, il suo tono è trafelato mentre ci raccomanda velocità nelle domande promettendo altrettanta velocità nelle risposte, inizia a raccontare del suo sogno di carburante, ristorazione e relax e, ad un certo punto, si interrompe e urla qualcosa come “papà, mancano i pomodori e l’insalata, puoi andare a comprarli?”.
Sulla statale 7, al chilometro 695+500, sotto l’egida dell’Eni, è da pochi giorni attiva l’ultima delle sue aziende, quella che lo riconnette al suo sé più genuino e affonda le radici nel rapporto prezioso con il padre e con il luogo che ha frequentato sin dall’infanzia, la stazione di servizio, per l’appunto: “L’ho immaginata come un posto di passaggio, ma non soltanto. Vorrei che fosse un punto di riferimento non soltanto per chi viaggia su quella strada e deve fare rifornimento, ma anche per i latianesi che hanno voglia di un boccone fuori dal centro abitato. Stando ai clienti che abbiamo ricevuto in questi primi giorni, mi sembra che la scommessa sia vinta”.
È cresciuto con l’odore del carburante nelle narici.
“Possiamo sicuramente dire così. Poi, quando frequentavo l’ultima classe delle elementari, mio padre prese in gestione una stazione di servizio Agip a San Vito dei Normanni. E io continuai a seguirlo anche lì. I miei compagni di scuola aspettavano le vacanze per stare a letto sino a tardi, io non vedevo l’ora di alzarmi. Restavo a dormire in macchina sino alle sette, poi papà mi svegliava e, dopo aver fatto colazione, cominciavo a lavorare”.
E che faceva in una stazione di servizio, così piccolo?
“Quello che facevano tutti, prevalentemente stavo alle pompe. A fine settimana mio padre e mio zio, che era il suo socio, mi davano centomila lire”.
Non male per un bimbo di dieci anni.
“Esatto. E continuai sino al diploma da perito chimico. Nel frattempo la stazione di servizio crebbe (l’Agip aprì un piccolo bar e l’autolavaggio) e noi ci trasferimmo a vivere a San Vito. Nel periodo scolastico andavo lì in bicicletta a fare colazione e intanto ripassavo le lezioni. Poi da lì mi spostavo, sempre in bici, all’istituto Maiorana di Brindisi. Uscito da scuola, andavo a mangiare a casa, facevo i compiti e a metà pomeriggio tornavo alla stazione di servizio a lavorare”.
Dopo il diploma?
“Cominciai a lavorare in pianta stabile alla stazione di servizio con mio padre. Qualche volta, siccome mi hanno sempre appassionato i motori, facevo da mediatore privato per l’acquisto di auto. Poi davo una mano ai locali, come pr, nell’organizzazione delle serate”.
Il suo primo investimento?
“Un appartamento e un locale commerciale a San Vito, comprati (grazie a mio padre che mi fece da garante) con i compensi di quella attività e immediatamente dati in locazione. Con il canone dell’appartamento ripagavo il mutuo, con il canone del locale acquistai una casa a Campomarino, che affittavo settimanalmente ogni estate. Avevo circa ventuno anni all’epoca”.
Giovane e intraprendente.
“Lo feci su consiglio della mia attuale moglie, Viola Oracolo, perché allora eravamo già fidanzati. Se non fossi stato sostenuto da lei, forse non avrei osato. Ancora oggi è la mia partner più importante. L’idea fu talmente vincente che un paio di anni dopo aprimmo una società, che gestiamo insieme: costruimmo delle ville di lusso con piscina a Urmo Belsito e dopo un po’ di tempo acquistammo uno yatch di 14 metri sul quale io e lei l’estate facciamo da equipaggio e portiamo i turisti in giro per la costa jonica, da Campomarino a Porto Cesareo”.
Non le mancava l’odore della benzina?
“Eccome. Infatti contestualmente rilevai una stazione di servizio Eni a Taranto e ne diventai gestore. Lì avviai quello che inizialmente era soltanto un autolavaggio e, dopo tre mesi di un corso di qualifica a Milano, è diventato un centro trattamento auto con un’attenzione particolare ai materiali e ai prodotti utilizzati. Poi, sempre nella stazione di servizio, nacque la tabaccheria”.
Alla sua ultima creatura come è arrivato?
“Nel 2020 decisi di acquistare il terreno sulla statale 7, perché dopo anni di gestione per altri volevo fortemente mettermi in proprio. Così creai il marchio “Cosi petroli” s.r.l., come pompa bianca”.
Cosa significa?
“Che posso acquistare il carburante dalle raffinerie senza essere vincolato alle grandi compagnie, anche se adesso ho una partnership che mi lega ad Eni per cinque anni. Lo stesso discorso l’ho fatto per il punto ristoro, registrando il marchio “L’Officina – Pit Stop del Gusto”, aperto sulla stazione di servizio dalle cinque del mattino alle otto di sera”.
Qual è l’idea dietro il marchio?
“Un’idea molto a lungo termine: quella di creare un mio brand da esportare in eventuali altre stazioni di servizio, ma anche in contesti cittadini svincolati dal rifornimento di carburante”.
L’imprenditore di successo ha un segreto?
“Sì, deve essere presente quotidianamente sul posto di lavoro e, nei limiti del possibile, seguire personalmente le dinamiche interne alle aziende. Quando gli impegni aumentano, deve sapere delegare alle persone giuste, ma senza mai perdere il contatto diretto con i dipendenti. E poi deve investire in pubblicità”.
Quando sente dire che il nostro territorio non è in grado di offrire opportunità ai giovani lavoratori cosa pensa?
“Per certi aspetti può essere vero, non è facile inserirsi nel mondo del lavoro nelle nostre zone. Ma sono sempre stato convinto che la differenza la faccia la forza di volontà. Per l’apertura della nuova stazione di servizio ho valutato circa centoventi curriculum. Ho trovato tanta gente venuta a fare il colloquio senza convinzione, ma, per mia fortuna, anche tanta gente che ha voglia di lavorare e chiede soltanto di essere rispettata”.
E quando sente i suoi colleghi lamentarsi di non riuscire a trovare personale, come replica?
“Suggerisco di pagare meglio i dipendenti e di garantire loro i diritti fondamentali contenuti nei contratti collettivi nazionali di lavoro…”.
Tra dieci anni come si vede?
“Sono sempre stato convinto che una personalità imprenditoriale intelligente debba saper diversificare. Quindi mi auguro di proseguire in questa direzione: avere una rete di stazioni di servizio con all’interno le attività di autolavaggio e di ristoro a mio marchio ed espandere il ramo delle strutture ricettive acquistando uno yatch più grande che mi consenta di accompagnare i clienti in Grecia. E poi ho un sogno che prima o poi vorrò avverare: intraprendere un percorso di laurea che mi prepari alla vita politica, per mettermi al servizio del territorio non soltanto come imprenditore, ma anche come rappresentante del popolo”.