Tir ribaltato, cinque morti: rito abbreviato per il camionista. Parlava al telefono, “ma avevo l’auricolare”

Inizierà martedì 20 settembre, davanti al gup Paola Liaci, il processo con rito abbreviato contro Francesco De Sario, l’autista 57 enne del tir che il 12 dicembre del 2015 si ribaltò lungo la Statale 379 Brindisi – Bari provocando cinque morti.
Il conducente del tir che trasportava olio e aveva un rimorchio di dimensioni superiori al consentito, percorrendo la statale 379 Bari  – Brindisi, una volta all’altezza di Fasano, “per colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza” e con “guida distratta per l’uso del cellulare e  in condizioni di affaticamento, essendosi posto alla guida del mezzo sin dalle ore 5 e avendo già effettuato trasporti analoghi per 380 chilometri circa” si accorse “in ritardo dell’autovetture che lo precedeva nel suo stesso senso di marcia” e non “rispettò l’idonea distanza di sicurezza dal veicolo”. Quindi “effettuò una veloce sterzata a sinistra nel tentativo di sorpassarlo e subito dopo, per evitare di collidere contro il new-jersey, controsterzò a destra, ma a causa dell’elevata velocità, pari a circa 85-90 chilometri orari, superiore al massimo imposto di 70 chilometri orari, e comunque non adeguata al carico del veicolo, perse il controllo del mezzo”.
Cinque le vittime di quella tragedia: la piccola Viola, 3 anni; Vito Muscatello e la moglie Rosetta Minerba, la sorella di quest’ultima Annamaria Minerba, figlia, suoceri e zia del consigliere regionale del M5S, Cristian Casili, residenti a Tuglie. E poi Leo Orlandino, 21 anni, di Fasano, il portiere del Real Paradiso.
De Sario risponde di omicidio colposo plurimo con l’aggravante delle violazioni del codice della strada.
Dai tabulati acquisiti dalla polizia si verificò che il camionista stava effettuando una telefonata quando perse il controllo del tir, circostanza confermata dalla persona con cui stava parlando, che confermò di aver fatto in tempo a sentire solo poche frasi. De Sario ha sempre sostenuto di aver effettuato quella telefonata utilizzando gli auricolari. La guida distratta dall’uso del cellulare, tuttavia, gli viene formalmente contestata nel capo di imputazione.