Osa criticare Vitali, messo alla porta durante il direttivo provinciale

Popolo delle libertà. Si fa per dire “libertà”. Almeno qui a Brindisi dove, a quanto pare, ognuno è sì libero di esprimere il proprio pensiero, purché questo compiaccia il rais Luigi Vitali. In caso contrario: quella è la porta. Ne sa qualcosa Paolo Taurino, berlusconiano della prima ora, figlio dell’ex presidente del Consiglio provinciale (Forza Italia) dell’era Frugis e fratello del già vicesindaco e assessore (Pdl) di San Donaci. Uno che berlusconino lo è da generazioni, e tale vuol rimanere; uno che al suo partito ci tiene. E che per questo vorrebbe vederlo rinascere in provincia di Brindisi, dopo anni di devastazione. Un crollo di consensi coinciso con la guida di Luigi Vitali.

Fatto accertato dai numeri. Si sa. Ma evidentemente non si può dire. Lui, Taurino, lo ha detto. Ha espresso la sua opinione, ha chiesto un cambio di rotta e di vertice. Ma quel vertice che vorrebbe rinnovare, non ha gradito tutta questa libertà d’espressione. E questa mattina, durante una riunione del direttivo convocata proprio da Vitali, è stato letteralmente cacciato.
Prima dal senatore Pietro Iurlaro, poi dal coordinatore provinciale Luigi Vitali. “Mi hanno detto che dovevo andare via perché non sono un componente del direttivo provinciale. Ma avevo con me una delega firmata da uno dei componenti, Antonio Parente, che sul cambio di rotta la pensa esattamente come e che, guarda caso, non è stato invitato al direttivo”.

Sicuramente, solo una coincidenza. Nessuno mai penserebbe che Vitali non inviti appositamente un membro del direttivo provinciale sol perché non piegato alla sua linea. Resta il fatto che nemmeno il suo delegato, Taurino, è stato “gentilmente” messo alla porta: “Quando Iurlaro mi ha detto di accomodarmi fuori gli ho spiegato che volevo consegnare a Vitali un documento. Ma anche Vitali, indicandomi l’uscita, mi ha detto di andarmente. Così ho letto il documento ai presenti, e poi ho tolto il disturbo per non creare problemi agli altri amici”.

Nel documento Antonio Parente chiede, dopo aver ricordato di non aver ricevuto alcun invito e di aver delegato Taurino: “Di valutare il metodo con cui si intende procedere alla sostituzione dei dimissionari del direttivo, in quanto non esistono dei non eletti. Ho vissuto in prima persona il congresso, e ricordo che i componenti di Nuova Italia non si presentarono. Quindi, tutti i componenti candidati con l’onorevole Luigi Vitali furono tutti eletti, facendo rimanere anche un posto vuoto, assegnato successivamente al presidente Nicola Frugis. Conclude – si legge in chiusura della nota – che nel febbraio 2012 il coordinatore promise di ridisegnare entro e non oltre il 2012 il partito a livello provinciale”. Da allora è trascorso più di un anno e mezzo. E del paventato rinnovamento, nemmeno l’ombra. Ma guai a dirlo. Guai a ricordarlo. Infondo è il Popolo delle libertà. Mica di altro.