SI TOCCAVA DAVANTI ALLA COLLEGA CIECA: FILMATO DALLE TELECAMERE E CONDANNATO

Lei, la donna che attirava le sue perversioni è non vedente. Ma le telecamere installate dai carabinieri ci vedevano benissimo e lo hanno inquadrato, scrutato, registrato in imbarazzanti e poco equivocabili gesti che egli compiva a pochi centimetri di distanza dalla collega, la quale aveva già percepito quell’atteggiamento morboso che andava ben oltre il semplice affetto. Così, dopo la denuncia presentata dalla madre della donna, i militari dell’Arma hanno collocato un paio di telecamere nella stanza dell’ospedale del Brindisino in cui entrambi lavorano.

E i sospetti sono stati certezze. L’uomo, immediatamente denunciato, ha perso subito il lavoro e questo forse gli ha evitato le manette. Ieri è stato processato e ha scelto di patteggiare la pena a un anno e due mesi di reclusione. L’inchiesta è nata e si è chiusa durante la scorsa estate. La giovane donna aveva raccontato alla madre di quella situazione divenuta insopportabile, con il collega più anziano che la abbracciava e la baciava in maniera insopportabile. E poi spiegava di aver avuto la sensazione che l’uomo andasse anche oltre compiendo qualcosa che lei non era in condizione di affermare con certezza. La madre si è presentata ai carabinieri descrivendo quella situazione e lo stato d’animo della figlia, e chiedendo che, in maniera prudente, si svolgessero delle indagini.

I militari hanno così installato le telecamere e hanno impiegato poco a capire che era vero non solo quello che la giovane donna aveva raccontato di subire ma anche quello che percepiva avvenisse a poca distanza da lei. Il più anziano collega è stato videoregistrato mentre era impegnato in atti di autoerotismo a pochi centimetri dalla donna. Immediato l’intervento e fine della storia. Il rinvio a giudizio è stato quasi automatico, così come il licenziamento in tronco dell’imputato. Per il quale la vicenda penale si è conclusa ma non quella civile: nei suoi confronti è stata infatti presentata una richiesta di risarcimento di 100 mila euro che dovrà essere esaminata da un altro giudice.