Il processo che scatenò la follia di Vantaggiato: oggi la sentenza

E’ il processo che scatenò la follia omicida di Giovanni Vantaggiato che raccontò di aver fatto esplodere la bomba davanti al Morvillo Falcone (a pochi metri dal Palazzo di giustizia) per vendicarsi contro la legge che non lo aveva tutelato quale vittima di un raggito. Sarà pronunciata oggi la sentenza d’appello nei confronti dell’imprenditore torrese Cosimo Parato e dei fratelli Angelo e Valeria accusati di aver truffato Vantaggiato con assegni a vuoto per 342mila euro come corrispettivo per una fornitura di carburante.
In primo grado, proprio un mese prima dell’attentato che costò la vita a Melissa Bassi, Cosimo Parato fu condannato a due anni e due mesi, i due fratelli a un anno e mezzo a testa, ma Vantaggiato non si ritenne risarcito del danno economico e questo – raccontò – scatenò la sua rabbia omicida. In realtà già nel 2008 aveva fatto esplodere una bomba collocata su una bicicletta che ferì in modo gravissimo – e per certi versi permanente – Parato. Un attentato il cui autore rimase oscuro sino a quando Vantaggiato, arrestato per l’omicidio di Melissa Bassi, venne accusato anche dell’altro episodio.
Il procuratore generale ha chiesto alla Corte d’appello la conferma delle condanne nei confronti di Parato. Vantaggiato e la moglie, Giuseppina Marchello si sono costituiti parte civile. La difesa di Parato sostiene che le firme in calce alle bolle di accompagnamento del carburante siano false.
La sentenza d’appello sarà pronunciata oggi: un processo come migliaia, ma intorno al quale si è sviluppata la storia più devastante che Brindisi abbia vissuto dal Dopoguerra ad oggi.