Pesante cantonata questa mattina durante la riunione di maggioranza del centrosinistra per i due consiglieri comunali espulsi dall’Udc Massimo Pagliara e Antonio Ferrari. Confondendo probabilmente l’incontro convocato per risolvere i problemi della città, per una riunione durante la quale spartirsi poltrone, sono intervenuti nel bel mezzo del dibattito chiedendo di fatto degli assessorati per il loro nuovo partito al sinadco Mimmo Consales. Il quale li ha letteralmente fulminati sul posto: “Siamo qui per risolvere i problemi della città e discutere di progetti. Non di altro”. Lapidario. Così come lo è stato con Antonio Elefante, segretario cittadino del Pd, che ha caldeggiato la causa dei due colleghi in Consiglio quasi fossero componenti del suo partito. Tutto inutile. Consales è stato inamovibile.
Eventuali problemi politici, se mai dovessero realmente presentarsi, saranno affrontati in altra sede e in un altro momento.
Ma non sembra che per ora il leader della maggioranza sia disposto a rivedere la composizione della sua giunta, solo per star dietro ai vari cambi di scranno e casacca dei suoi consiglieri.
Certo, dopo i caldi mesi d’estate, il quadro politico all’interno della maggioranza non è più quello di tre mesi fa. E la composizione del Consiglio non riflette quella della giunta. Ma un rimpasto a ogni sbuffo di vento non può essere concepito.
L’idea resta per ora quella del primo pit stop a dicembre. Solo allora si vedrà se accontentare o meno la presa di posizione dei due consiglieri espulsi dall’Udc, evidentemente intenzionati ad avere una loro poltrona in giunta. Ma l’Udc, partito che li ha espulsi ormai tre mesi fa – guarda caso proprio dopo le lamentele di Consales che lamentava le continue richieste di posti da parte di membri della sua maggioranza – non dovrebbe correre pericoli di ridimensionamente nella squadra di governo. L’Udc, con Noi Centro, ha contribuito in maniera determinante alla sua vittoria più di un anno fa. E tanto dovrebbe bastare a rendere gli assessori dei due partiti di fatto intoccabili. L’unico scranno “sacrificabile”, a bocce ferme, sembra quello dei repubblicani: che in Consiglio nemmeno esistono più.