BRINDISI – E’ stato considerato dai medici “miracolato”, Donato Sarcinella 27enne di Brindisi, vigile del fuoco, quando è giunto all’ospedale di Tricase il 15 agosto scorso con un’embolia polmonare dopo essersi tuffato dal ponte del Ciolo (località turistica a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca) da un’altezza di quasi 40 metri. “Qualcuno mi ha aiutato, perché diversamente sarei morto”.
Viene considerata la “piscina” più grande al mondo, con un “trampolino” altissimo che sfiora i 40 metri altezza: stiamo parlando della località “Ciolo”, a pochi passi da Santa Maria di Leuca, in territorio di Gagliano del Capo, e del ponte che unisce le due sponde e che prende lo stesso nome. Da qui, appassionati di sport estremi e turisti si lanciano per un tuffo in mare pieno di adrenalina. Ma i rischi sono tanti. E’ successo a Donato Sarcinella, il vigile del fuoco di Brindisi che il giorno di Ferragosto, dopo aver trascorso la mattinata in compagnia degli amici, decide di sfidare la sorte e tuffarsi dal famoso ponte del Ciolo da un’altezza di ben 37 metri. Donato è un esperto di immersione e non teme il mare né le altezze così importanti.
Alcuni suoi amici lo aspettavano sulla scogliera mentre altri sul ponte pronti ad applaudirlo ma, invece, dopo l’impatto con l’acqua a riemergere sono state solo le sue ciabatte.
A quel punto gli amici, capendo che qualcosa era andato storto, si sono precipitati giù per la scogliera e si sono tuffati in mare per andarlo a recuperare. Intanto l’allarme al 118 era partito immediatamente.
Donato Sarcinella, privo di coscienza, è stato recuperato dagli amici e portato sulla spiaggia, in attesa dei soccorritori. Gli stessi hanno in qualche modo praticato al malcapitato un massaggio cardiaco e la manovra di Heimlich (tecnica di primo soccorso per rimuovere un’ostruzione delle vie aeree), che sono risultati di vitale importanza per il giovane.
Donato è stato trasportato con codice rosso presso l’ospedale di Tricase dove i medici non si sono voluti esprimere prima di 48 ore dall’accaduto per assicurarsi che il 27enne fosse fuori pericolo.
“I medici mi avevano dato per morto – racconta oggi ormai fuori pericolo – a quanto pare già in volo ho perso conoscenza a causa di una tromboembolia ed è per questo che nei giorni successivi, quando ho iniziato a stare meglio, tutti mi ripetevano di essere stato ‘miracolato’. Non ricordo nulla se non di essere salito su per la scogliera e poi di essermi svegliato in un letto di ospedale. E’ un’esperienza che non ripeterei più ma voglio evidenziare il fatto che anche se si è esperti bisognerebbe pensarci a lungo prima di tuffarsi da quaranta metri di altezza”.
Il vigile del fuoco brindisino è tornato a casa dopo circa una settimana, è tuttora in convalescenza e sta bene, non ha riportato ferite ma solo piccoli traumi dovuti all’impatto con l’acqua.
Maristella De Michele