di GIANMARCO DI NAPOLI
Non sappiamo ancora se don Giampiero Peschiulli abbia davvero violentato ragazzini all’interno della sua abitazione. Questo sarà la magistratura ad appurarlo, anche se ancora ieri sera l’arcivescovo di Brindisi, monsignor Domenico Caliandro, ha espresso “vicinanza anche al sacerdote coinvolto, sapendo che in questa situazione si trova a vivere un momento umanamente assai difficile”.
Quel che invece pare un dato obiettivo e incontrovertibile è il quadro a dir poco imbarazzante emerso dal servizio mandato in onda dalla trasmissione televisiva “Le Iene” ieri sera e relativo al famoso blitz nella chiesa di Santa Lucia dello scorso 15 settembre, intitolato “Il prete pomicione” e nel quale si vede l’anziano sacerdote lasciarsi andare a baci, carezze e palpeggiamenti a tre giovanissimi attori che si sono finti ragazzi con problemi familiari, i quali chiedevano conforto al sacerdote ottenendo in cambio solo espliciti tentativi d’approccio. Il tutto ripreso da telecamere nascoste.
Le Iene sono state contattatate da un trentenne brindisino che ha raccontato di aver subìto orribili violenze da don Peschiulli quando ra adolescente, dal 2001 e per alcuni anni.
Il primo attore è Alessandro, un ragazzo con la barba che dice di avere 32 anni e che spiega di avere problemi, anche sessuali, con la sua fidanzata. Don Giampiero, cui nella ripresa televisiva vengono camuffati il nome e la voce, sembra essere subito poco interessato a offrire supporto spirituale al ragazzo. Passa invece alle “soluzioni” pratiche: lo bacia sulla bocca, gli mette le mani sotto la maglietta, lo palpeggia. Lo invita a salire anche sulla sua auto.
Il secondo attore è Marco un bel ragazzo, poco più che maggiorenne, che racconta al sacerdote di avere anche lui seri problemi. Pure nei suoi confronti l’attenzione di don Giampiero è subito attratta da ben altro che gli aspetti spirituali. Gli raccomanda di non tagliarsi i peli mentre il ragazzo spiega di essere preoccupato per la separazione dei genitori. Poi baci, avances e toccamenti vari, con il solito copione. Nel frattempo arriva un extracomunitario che ha realmente bisogno d’aiuto ma il sacerdote, interessato a Marco, lo liquida malamente e non gli dà neanche la mano. “Questi non si sa se si lavano”, dice all’attore. Poi invita Marco nella sua casa. Lo fa sedere sul divano e prosegue con baci, toccatine e proposte più o meno esplicite.
Il terzo ragazzo, Enzo, ha i riccioli biondi, 18 anni, ma ne dimostra meno e al sacerdote dice di averne 16. Gli spiega di essere in crisi per la separazione dei suoi genitori. Ma don Giampiero pensa ad altro: gli fa i complimenti per i capelli, si fa baciare e così via. Anche con un ragazzo che sa essere minorenne.
A questo punto entra in azione Giulio Golia, il giornalista delle Iene, che piomba nella sagrestia di don Peschiulli. Quando il sacerdote si rende conto del tranello butta fuori lui e l’operatore, negando di aver mai baciato i tre ragazzi. Poi chiama i carabinieri barricandosi in chiesa. E qui si aggancia alla scena pubblicata il 15 settembre nel video di Senza Colonne.
L’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo di Brindisi, coordinati dal pm Giuseppe De Nozza, è partita da quei filmati ma ha appurato l’esistenza di casi ancora più gravi, con presunte violenze sessuali consumate ai danni di ragazzini minorenni.
E mentre si attendono gli esiti degli esami sul materiale informatico sequestrato in casa del prete e si vuole sapere da quanto tempo e in che maniera la Curia arcivescovile di Brindisi era a conoscenza di presunte “anomalie” nel comportamento del sacerdote, appare opportuno che questi comunque – con la messa celebrata ieri sera – chiuda la sua esperienza “pastorale”, venga immediatamente allontanato dalla parrocchia di Santa Lucia e mandato in pensione in attesa delle valutazioni della magistratura.
Monsignor Domenico Caliandro ha chiarito ieri di voler essere prudente e attendere gli esiti delle indagini prima di assumere decisioni. In effetti non si sa ancora se tra i suoi c’è un prete violentatore di ragazzini. Ma di certo da ieri sera è sicuro di avere almeno un prete pomicione. E per l’immagine della Chiesa brindisina, danneggiata ieri sera su scala nazionale da don Peschiulli, sarebbe opportuno che l’arcivescovo prendesse l’unica decisione possibile. E che lo facesse subito.