
«Siamo rimasti più di 4 ore in acqua: ho tentato di salvarlo ma non ci sono riuscita, lui mi diceva ‘stiamo morendo’»: sono le parole di Teodora Douli, di 56 anni, greca, moglie del 62enne morto durante le fasi successive all’incendio divampato a bordo del traghetto, al largo delle coste albanesi.
La donna è ricoverata nel reparto di ortopedia dell’ospedale ‘Santa Caterina Novellà di Galatina: ha riportato una forte contusione al costato e agli arti inferiori e superiori oltre a varie escoriazioni. «Ho visto morire mio marito. Eravamo sullo scivolo della nave, lui davanti, io dietro. A un certo punto lui è rimasto impigliato ad un telo di plastica e io non riuscivo a scendere, ci davano fretta e ci dicevano di scendere, ed eravamo bagnati perchè raggiunti dai getti d’acqua utilizzati per spegnere le fiamme.
Alla fine siamo scesi, sia io che mio marito, in acqua. C’era una nave ma era troppo lontana per poterci soccorrere. Siamo rimasti così più di quattro ore, nuotavo, per fortuna non avevo gli stivali. A mio marito usciva sangue dal naso, forse perchè aveva battuto la testa alla nave. A un certo punto – continua il racconto della donna – è arrivato un soccorritore, ha tentato di tagliare il telo in plastica in cui era rimasto intrappolato mio marito e quando al secondo tentativo ci è riuscito, mio marito è morto tra le sue braccia».
(Nel fotogramma il momento del recupero del corpo del turista greco)