IL PARADOSSO DEGLI OTTO VIGILI DEL FUOCO BRINDISINI CHE HANNO SPENTO LA “NORMAN ATLANTIC”: PRIGIONIERI DEL MARE E SENZA LA POSSIBILITA’ DI RIENTRARE

Sono gli eroi silenziosi di questa terribile vicenda del Norman Atlantic e sono abbandonati a loro stessi dal 28 dicembre, partiti per un intervento di poche ore e rimasti “prigionieri” a loro volta del mare, senza la possibilità di cambiarsi, in balia delle onde di un mare che non accenna a calmarsi.

Sono gli otto vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi che sono partiti a bordo di due rimorchiatori Barretta e che hanno contribuito in maniera determinante nelle operazioni di soccorso condotte dall’impresa brindisina che tuttora opera nei pressi del relitto. Ma non era previsto che rimanessero per tutti questi giorni in mezzo al mare.

Una delegazione dei vigili del fuoco di Brindisi ha incontrato questa mattina il prefetto e il sindaco chiedendo che la situazione venga sbloccata per consentire agli otto colleghi, che sono in pessime condizioni di salute, sballottati dal mare per giorni e senza alcuna possibilità di cambiarsi, di rientrare a Brindisi. Questo nonostante il personale dei rimorchiatori Barretta stia fornendo loro tutta l’assistenza possibile. Ma il problema non è ovviamente rappresentato dai Barretta.

Due giorni fa una squadra per dare il cambio si era recata a Galatina per partire in elicottero e prendere il loro posto a bordo dei rimorchiatori ma da Roma non è arrivata l’autorizzazione.

Una vicenda che non ha alcuna spiegazione logica anche perché il comando provinciale dei vigili del fuoco di Brindisi ha dato la propria totale disponibilità ma chiede che gli otto colleghi, stremati dalla lunga permanenza in mare, abbiano la possibilità di tornare sulla terraferma con la quale hanno contatto solo attraverso il personale dei due rimorchiatori.

Si tratta di Marcello Licchello, Claudio Zippo, Danilo Cafarella, Antonio Falcone, partiti già alle sette di domenica mattina sul rimorchiatore Marietta Barretta e poi Lucio Lopez, Fabio Lazzari, Alessandro Morello e Ferdinando Lanzillotti (nella foto poco prima della partenza) salpati intorno a mezzogiorno sull’Asmara.

Non sono assolutamente attrezzati per affrontare un’emergenza così lunga. Devono rientrare a casa ma nessuno si assume la responsabilità di farli richiamare.