Falsi manifesti pubblici, le indagini verso una possibile svolta

Potrebbe arrivare presto a una svolta il giallo del manifesto funebre con il nome di un dipendente (per fortuna vivo e vegeto) del settore Lavori pubblici del Comune. Sarebbe stato lo stesso Marcello De Blasi, la vittima di quello che appare tutt’altro che uno scherzo, a fornire indicazioni su possibili chiavi di lettura della vicenda.
Le indagini sono condotte dagli investigatori della Digos della questura di Brindisi che hanno acquisito le immagini di alcune telecamere di sorveglianza poste nelle zone in cui i tre manifesti sono stati appiccicati.
La procura di Brindisi ha aperto un fascicolo a carico di ignoti nel quale si ipotizza il reato di minacce. Sul manifesto funebre, oltre al nome del dipendente comunale, si fa riferimento anche a quelli della moglie e dei figli, circostanza che ha ulteriormente inquietato la vittima.
Il movente del gesto dovrebbe essere legato all’attività di De Blasi che in qualche maniera controlla l’attività di un gruppo di lavoratori socialmente utili. Lo scorso anno, nel mese di giugno, l’auto di De Blasi venne incendiata. Si trovava parcheggiata proprio in via Casimiro, dove il dipendente comunale lavora ma anche abita.