Sarebbero almeno diecimila le immagini hard, molte delle quali pedopornografiche, rivenute nel computer portatile di don Giampiero Peschiulli, il sacerdote brindisino agli arresti per violenza e abusi su due minori. Per questo motivo una parte dell’inchiesta, appunto legata al ritrovamento di tracce delle immagini sul computer, è stata trasferita alla procura distrettuale antimafia di Lecce.
La vicenda di don Peschiulli, dunque, se possibile, si aggrava. Il sacerdote è tuttora agli arresti domiciliari su disposizione della magistratura brindisina: le indagini sono coordinate dal pm Giuseppe De Nozza. Il suo legale ha presentato al Tribunale del Riesame di Lecce un’istanza di scarcerazione che sarà vagliata nei prossimi giorni dai giudici.
Ora l’inchiesta si sdoppia a causa di una ipotesi di reato altrettanto grave. La presenza di file pedopornografici sul pc del sacerdote apre ulteriori inquietanti scenari e chiama in gioco la Dda di Lecce. Da dove provenivano quelle foto? E il sacerdote era inserito in un circuito di pedofili che si scambiavano immagini di bambini che fanno sesso?
Se possibile, la vicenda diventa a tinte sempre più fosche e la posizione di Peschiulli si aggrava ulteriormente.